Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
Fat .... un misto tra e
Questo passaggio "Addio poesia, addio spirito trail, addio zen e pensiero positivo" poi mi fa morire ed è la sintesi della mia forcella giau!
Ed aggiungo un fanculo alla forcella giau
Rimango sintonizzato per il to be continued
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42k: 3h18'49" (Firenze Marathon del 27-11-2016)
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
Spettacolare Fat, non so cosa fai nella vita ma se fai lo scrittore hai successo assicurato.
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
C'è poco da fare.
Il racconto del Fat è il racconto del Fat
Fa capire tra una risata ed un misto di ammirazione come una gara del genere ti possa prendere e rivoltare come un calzino. Dalle emozioni fortissime, alla tenacia, agli errori che si compiono, alla consapevolezza di quel che si sta facendo (magari percepita proprio durante la gara, come le gambe che dicono "ma che straminchia dite?")...
E grande anche il gab, son felice che sei riuscito ad arrivare in fondo!! Sudata fino all'ultimo metro!
Ritorno lettore silenzioso ed ammirato per i vostri cimenti.
Invidioso, cercando di imparare il più possibile.... per l'anno prossimo
Il racconto del Fat è il racconto del Fat
Fa capire tra una risata ed un misto di ammirazione come una gara del genere ti possa prendere e rivoltare come un calzino. Dalle emozioni fortissime, alla tenacia, agli errori che si compiono, alla consapevolezza di quel che si sta facendo (magari percepita proprio durante la gara, come le gambe che dicono "ma che straminchia dite?")...
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
L'hai scritto eh!ingpeo ha scritto:... per l'anno prossimo
Domanda ai lut-tiani: a mente fredda, dopo quasi una settimana, qual è la cosa che vi torna in mente con piú piacere di questo "viaggio"? (Fat muoviti a trovare un sinonimo all'altezza! )
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
Eh.... quest'anno c'era un concertino che mi ha distolto dalle amate dolomie. Ed è andata meglio così
Ma la "cortina" sarebbe il prossimo bersaglio grosso.
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
Eh lo aspettavo il Fat-racconto [emoji106] [emoji123] [emoji125]
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10/2014 Mezza di Arezzo 1h53'53''
10/2015 Munchen Marathon 4h46''
08/2018 ricostruzione lca
10/2019 5k 24'28"
Meglio correre il rischio di non farcela che rimpiangere di non aver avuto il coraggio
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
Questa è poesia pura.Fatdaddy ha scritto: lo strazio di una meta che sembra sempre irraggiungibile come una escort d'alto bordo, prima che finalmente ti si conceda come una mignotta da raccordo anulare.
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Maratona: 4h14'26" (Padova 2017)
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
(continua e, grazie a Dio!, finisce)
Trotterello giulivo i pochi km di discesa che precedono forcella Lerosa e come una qualsiasi Alice che precipita inconsapevole nella profondità della tana del Bianconiglio , mi infilo del tutto ignaro nello stargate di Forcella Lerosa, un tunnel infinito fatto di ventate calde e crisi di sonno, ancora peggiori di quelle notturne, dove sai quando ci entri, ma non sai quando, se, dove e come ne uscirai: porcaputtana, se non fossi già impiccato di mio con i tempi dei cancelli e se, soprattutto, non avessi il terrore di essere risvegliato solo grazie alle pedate nel sedere dalle scope, intente a togliere dal sentiero cadaveri e balise, mi butterei in un angolo a dormire qualche minuto. Invece non posso far altro che continuare a parlare con me stesso, convincendomi che se voglio arrivare a realizzare il mio sogno erotico di una doccia calda e del sedile reclinato di un auto dove poter chiudere gli occhi, le scarpate nel culo me le devo dare da solo e lasciarmi alle spalle anche questo fantasma.
Scollinato il mio personale Golgota, esco dal bozzolo in cui mi sto autostrozzando e mi metamorfizzo definitivamente in qualcosa in grado di volare, non solo perché dotato di ali proprie, ma anche perché abile nello sfruttare le “termiche interiori” che lo sospingono verso l’agognata meta.
Tolgo dalle orecchie l’ovatta delle mie tante seghe mentali e, come Ulisse, cedo al richiamo della mia amatissima sirena, tuffandomi a corpo morto tra le sue accoglienti braccia: la val Travenanzes non si spiega, si vive e basta; lei può rosolarmi sotto il sole come una braciola sulla graticola o lasciarmi a terra fradicio come un pulcino fradicio (ça va sans dire), su cui ha rovesciato secchiate d’acqua e grandine violenta come sassate, ed io continuerò ad amarla senza chiederle nient’altro che questo: poterla amare.
Ed eccoli, me li aspettavo puntuali come un treno svizzero, ed ora già li intravedo da distante: gli ultratrailer del “sì, vabbè, posso anche correre 120Km in montagna, ma le scarpe vorrei non sporcarmele nemmeno un po’!”, mentre passeggiano su e giù dalla riva del torrente alla ricerca di un guado possibile quanto inesistente. Mi faccio largo scaraventandomi dritto in acqua con la grazia fanciulla di un elefante in una cristalleria, lasciandomi alle spalle i cocci basiti di chi non ha capito che la vita è tutto un gioco e che tornare bambini è fondamentale perché tutto questo abbia un minimo di senso.Tzè!
Tra l’altro, considerazioni retoriche a parte, il meteo sta prosaicamente volgendo al peggio, non ci vuole l’apparizione del colonello Bernacca che da una nuvola mistica o parlandomi da un roveto ardente mi riveli il fatto che da lì a poco inizierà a piovere: tira un forte vento, la temperatura si è (vivaddìo!) abbassata drasticamente e quelle scarpe ingenuamente preservate dai tanti timorosi, verranno inevitabilmente infradiciate a breve!
Un rapido inventario del mio stato psicofisico alla forcella Col dei Bos mi fornisce un incoraggiante responso: fisicamente sto bene come può star bene uno che corre in montagna da più di 90° Km e mentalmente sono in un perenne stato nirvanico di equilibrio tra benessere interiore e felicità, una bolla di orgasmico priapismo emotivo che non scoppierà più fino al traguardo di Cortina (altro che Viagra).
Il col Gallina lo lascio che comincia a far buio, la salita all’Averau la affronto ancora in maglietta leggera ed in assenza di frontale, ma arrivato in cima faccio l’ultimo cambio perché il tempo continua a peggiorare ed è davvero brutto, tuoni e lampi ovunque, la strada da fare è ancora tanta e se devo morire fulminato da una saetta attirata dalle punte dei miei bastoncini, vorrei farlo indossando il look adatto, che siamo qui anche per mantenere un’immagine decente e difendere un certo stile!
Vagamente perplesso quanto affascinato dalle luci folgoranti dei lampi (ok, lo ammetto, mi stavo cagando in mano ) mi ritrovo a sottostimare il vero problema della situazione, ancorché già vissuto al mio battesimo LUT: le nuvole basse, che non solo non ti fanno vedere ad un palmo di naso, ma fanno rimbalzare il fiato e la luce della frontale contro i tuoi occhi, donandoti la percezione visiva di un Mister Magoo qualsiasi.
Un casino totale! Viaggio per un po’ sulle creste in totale solitudine ed in "modalità U-Boot”: testa china sul sentiero in direzione della prossima balisa, stando attentissimo a dove mettere i piedi,ed una volta raggiunta la bandierina rossa, si alza il periscopio nel mare di nebbia e ruotando la testa di 360°si cerca la successiva su cui puntare per arrivare in fondo a questa Caccia al Tesoro in alta quota. Appassionante quanto vagamente inquietante, ma tant’è, questo passa il convento…
Forcella Giau. Fatta con alle spalle 105 Km ed un fottìo di D+. Che dire?
Forcella Giau. Ho detto tutto.
Forcella Giau. Ecco, già sapete.
Forcella Giau. Devo aggiungere qualcosa?
Forcella Giau. Che me la ricorderò finché campo.
Forcella Giau. Stop.
Ma poi, superata anche questa, mi fumo la sigaretta post coito di una lunga, leggera perché senza pesi né pensieri, discesa verso Boscodemmerda® e le luci di una sonnacchiosa Cortina: corro, continuo a correre pregustando il momento in cui tutto questo si trasformerà in un bellissimo ricordo e al contempo sentendo già la nostalgia di ciò che è stato, perfettamente consapevole purtuttavia che non esistono traguardi che segnano la fine definitiva di un viaggio (niente, non sono riuscito a creare un neologismo diverso!) ma solo gonfiabili sotto cui passare, prendere con gratitudine un sorriso ed una birra, per proseguire oltre il prossimo Oltre.
Ma questa è già un’altra storia, forse la prossima.
Trotterello giulivo i pochi km di discesa che precedono forcella Lerosa e come una qualsiasi Alice che precipita inconsapevole nella profondità della tana del Bianconiglio , mi infilo del tutto ignaro nello stargate di Forcella Lerosa, un tunnel infinito fatto di ventate calde e crisi di sonno, ancora peggiori di quelle notturne, dove sai quando ci entri, ma non sai quando, se, dove e come ne uscirai: porcaputtana, se non fossi già impiccato di mio con i tempi dei cancelli e se, soprattutto, non avessi il terrore di essere risvegliato solo grazie alle pedate nel sedere dalle scope, intente a togliere dal sentiero cadaveri e balise, mi butterei in un angolo a dormire qualche minuto. Invece non posso far altro che continuare a parlare con me stesso, convincendomi che se voglio arrivare a realizzare il mio sogno erotico di una doccia calda e del sedile reclinato di un auto dove poter chiudere gli occhi, le scarpate nel culo me le devo dare da solo e lasciarmi alle spalle anche questo fantasma.
Scollinato il mio personale Golgota, esco dal bozzolo in cui mi sto autostrozzando e mi metamorfizzo definitivamente in qualcosa in grado di volare, non solo perché dotato di ali proprie, ma anche perché abile nello sfruttare le “termiche interiori” che lo sospingono verso l’agognata meta.
Tolgo dalle orecchie l’ovatta delle mie tante seghe mentali e, come Ulisse, cedo al richiamo della mia amatissima sirena, tuffandomi a corpo morto tra le sue accoglienti braccia: la val Travenanzes non si spiega, si vive e basta; lei può rosolarmi sotto il sole come una braciola sulla graticola o lasciarmi a terra fradicio come un pulcino fradicio (ça va sans dire), su cui ha rovesciato secchiate d’acqua e grandine violenta come sassate, ed io continuerò ad amarla senza chiederle nient’altro che questo: poterla amare.
Ed eccoli, me li aspettavo puntuali come un treno svizzero, ed ora già li intravedo da distante: gli ultratrailer del “sì, vabbè, posso anche correre 120Km in montagna, ma le scarpe vorrei non sporcarmele nemmeno un po’!”, mentre passeggiano su e giù dalla riva del torrente alla ricerca di un guado possibile quanto inesistente. Mi faccio largo scaraventandomi dritto in acqua con la grazia fanciulla di un elefante in una cristalleria, lasciandomi alle spalle i cocci basiti di chi non ha capito che la vita è tutto un gioco e che tornare bambini è fondamentale perché tutto questo abbia un minimo di senso.Tzè!
Tra l’altro, considerazioni retoriche a parte, il meteo sta prosaicamente volgendo al peggio, non ci vuole l’apparizione del colonello Bernacca che da una nuvola mistica o parlandomi da un roveto ardente mi riveli il fatto che da lì a poco inizierà a piovere: tira un forte vento, la temperatura si è (vivaddìo!) abbassata drasticamente e quelle scarpe ingenuamente preservate dai tanti timorosi, verranno inevitabilmente infradiciate a breve!
Un rapido inventario del mio stato psicofisico alla forcella Col dei Bos mi fornisce un incoraggiante responso: fisicamente sto bene come può star bene uno che corre in montagna da più di 90° Km e mentalmente sono in un perenne stato nirvanico di equilibrio tra benessere interiore e felicità, una bolla di orgasmico priapismo emotivo che non scoppierà più fino al traguardo di Cortina (altro che Viagra).
Il col Gallina lo lascio che comincia a far buio, la salita all’Averau la affronto ancora in maglietta leggera ed in assenza di frontale, ma arrivato in cima faccio l’ultimo cambio perché il tempo continua a peggiorare ed è davvero brutto, tuoni e lampi ovunque, la strada da fare è ancora tanta e se devo morire fulminato da una saetta attirata dalle punte dei miei bastoncini, vorrei farlo indossando il look adatto, che siamo qui anche per mantenere un’immagine decente e difendere un certo stile!
Vagamente perplesso quanto affascinato dalle luci folgoranti dei lampi (ok, lo ammetto, mi stavo cagando in mano ) mi ritrovo a sottostimare il vero problema della situazione, ancorché già vissuto al mio battesimo LUT: le nuvole basse, che non solo non ti fanno vedere ad un palmo di naso, ma fanno rimbalzare il fiato e la luce della frontale contro i tuoi occhi, donandoti la percezione visiva di un Mister Magoo qualsiasi.
Un casino totale! Viaggio per un po’ sulle creste in totale solitudine ed in "modalità U-Boot”: testa china sul sentiero in direzione della prossima balisa, stando attentissimo a dove mettere i piedi,ed una volta raggiunta la bandierina rossa, si alza il periscopio nel mare di nebbia e ruotando la testa di 360°si cerca la successiva su cui puntare per arrivare in fondo a questa Caccia al Tesoro in alta quota. Appassionante quanto vagamente inquietante, ma tant’è, questo passa il convento…
Forcella Giau. Fatta con alle spalle 105 Km ed un fottìo di D+. Che dire?
Forcella Giau. Ho detto tutto.
Forcella Giau. Ecco, già sapete.
Forcella Giau. Devo aggiungere qualcosa?
Forcella Giau. Che me la ricorderò finché campo.
Forcella Giau. Stop.
Ma poi, superata anche questa, mi fumo la sigaretta post coito di una lunga, leggera perché senza pesi né pensieri, discesa verso Boscodemmerda® e le luci di una sonnacchiosa Cortina: corro, continuo a correre pregustando il momento in cui tutto questo si trasformerà in un bellissimo ricordo e al contempo sentendo già la nostalgia di ciò che è stato, perfettamente consapevole purtuttavia che non esistono traguardi che segnano la fine definitiva di un viaggio (niente, non sono riuscito a creare un neologismo diverso!) ma solo gonfiabili sotto cui passare, prendere con gratitudine un sorriso ed una birra, per proseguire oltre il prossimo Oltre.
Ma questa è già un’altra storia, forse la prossima.
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
Ripartiamo da 0!
10Km - 50:49 (VE10KM 25/10/15)
21,097Km - 1:50:49 (Brugnera 13/03/2016)
42,195 - 4:57:48 (Roma - 10/04/2016)
Skyrace/Trail - Ore di libertà
10Km - 50:49 (VE10KM 25/10/15)
21,097Km - 1:50:49 (Brugnera 13/03/2016)
42,195 - 4:57:48 (Roma - 10/04/2016)
Skyrace/Trail - Ore di libertà
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Re: Lavaredo Ultra Trail e Cortina Trail - Cortina d'Ampezzo (BL) - 23-25/06/2017
@fatdaddy un racconto spassosissimo
complimenti!
complimenti!
Che fai vuoi mollare? se mollerai adesso lo farai per tutta la vita!