Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
I duecentisti stanno per partire. Si respira una bella aria allegra.
Che sia una buona notte!
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
Buon viaggio thp!!!
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
In bocca al lupo ultrarunners di Rf. Dai dai dai!
dal 2012 5K 24'48 - 10K 52'40"- Mezza 1h57'45
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Adesso 7 al km e amen
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
In bocca al lupo e buon divertimento!
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
In bocca al lupo, pazzi che non siete altro!
Non importa quanto lentamente si va, finché non ti fermi
Confucio
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21k: 1:58:35 (La Mezza di Torino 18/03/2018)
Wings For Life World Run: 17,25km (Milano 06/05/2017)
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
Vi ringrazio amici.... purtroppo la mia gara termina al km 126.
Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
Che è successo antobart?
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Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
Complimenti a tutti finisher e non, perchè l'importante è averci provato B R A V I.
Chi tifa Juventus avvelena anche te, digli di smettere.
Ciao Davide cuore viola
Ciao Davide cuore viola
Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
grazie Zanna...thp.. mi sono fermato al 126esimo km (dopo 28:30 di corsa/marcia) per il raggiungimento dei miei limiti fisici e mentali, tuttavia, potrei dire che con l'inizio della seconda notte senza dormire stavo perdendo quel minimo di lucidità di marcia per proseguire con sufficiente sicurezza. Sentivo molto ma molto freddo, e talvolta non mi rendevo pienamente conto dove stavo mettendo i piedi. Non sono mai riuscito a dormire neanche con microsonno di 15 -20 minuti, né trovato i tempi per poterlo fare al rist. del 112esimo poiché le brandine erano occupate e sulla sedia sentivo freddo.
Re: Vie di San Francesco (VSF) Trail 200km-e tre dist inf. - Attigliano (TR) - 27-29/10/2017
Anche se in ritardo, arriva il mio commento.
Venerdì arrivo ad Attigliano poco dopo pranzo. La giornata è ibrida, non sole e neppure nuvole. Temperatura gradevole e paese in silenzio.
In piazza è già tutto pronto perché dopo poche ore partiranno quelli tenaci e testardi, quelli che faranno 200 km.
Ritiro il pettorale davanti i sorrisi accoglienti e caldi di raffaello e dei suoi collaboratori. Vado al centro polivalente per montare la brandina e rilassarmi un po', ci sono già alcuni duecentisti che cercano di dormire-dormivegliare. Nel dormiveglia scherzano tra loro come amici di lunga data, incuranti dello sforzo che sosterranno.
Verso le 17.30 mi avvio verso la piazza, la gente pian piano arriva.
Il briefing per i 200 è sincero, spiegando le difficoltà che i partecipanti incontreranno. Soprattutto, anzi più di tutto, la questione balise: pare che qualche "simpaticone" si diverta a farne sparire alcune e la notte non è gradevole.
Raffaello & co. ce la mettono tutta e, onestamente, si vede.
Il lavoro di balisaggio di 200 km, più le deviazioni delle gare "minori", non deve essere una passeggiata.
Altro punto d'attenzione è la corribilità: si passa da lunghi tratti corribili a impennate improvvise, discese non tecniche che ti portano a spingere e a sfarti i quadricipiti.
Partenza della 200 tra sorrisi, scherzi e tante tante risate. Tutti con una gran fiducia... qualcuno il sole se l'è portato da casa...
Cena alle 20 per tutti gli altri, con un briefing rapido che non fa una piega.
La notte scorre veloce e ristoratrice nonostante qualche motosega a 200 decibel.
La mattina mi preparo in un'oretta, con la solita colazione pre-gara (un tir di gallette di riso e un litro d'acqua). Partenza e via.
I primi sono già lontani dopo 500 metri, io mi accodo e poi passo due terribili ghibellini (so chi sono, so la tenacia che hanno e le loro capacità... li ritroverò davanti a me a breve).
I primi km sono piacevoli e corribili, qualche salita non impegnativa. Mi ristoro rapidamente e con costanza, voglio evitare la cocacola almeno fino a pranzo. Bevo piccoli sorsi d'acqua ogni 10 minuti e ai ristori un po' di te.
Attraversiamo colline gradevoli, dai caldi colori autunnuali. Al ristoro del km 27 riparto mentre stanno arrivando i due ghibellini...
La discesa prima e salita poi verso Amelia sono ripide e impegnative. È il mio ultimo tratto alle calcagna di Frontini e Canocchi (il e la ghibellini) che da lì prenderanno il via.
Pranzo ad Amelia: pasta al pomodoro buonissima, seduto su all'aria aperta e con un bel sole caldo. Mi godo, letteralmente, i venti minuti di pausa, cambiandomi anche la maglia e incremandomi daccapo con la santa fissan.
Riparto gonfio di acqua, pasta e caffè. Carico di una gran voglia di godermi il resto del viaggio.
E me lo godo (a parte una lunghissima e ripidissima salita che però ho ringraziato perché tutto fa parte dell'esperienza).
La parte sassi e sassoni è quella che odio. Perdo moltissimo tempo ma ho paura di rovinarmi le caviglie (cosa ahimè frequente per me). La visuale dalla croce merita un paio di minuti di sosta: 360 gradi liberi alla luce del tardo pomeriggio che volge al tramonto. Impagabile. Da sola vale tutta la fatica di oltre 60 km fatta fin lì.
Faccio la discesa col primo buio, frontale in testa. Attento a dove appoggio ogni singolo piede e mai ringrazierò abbastanza i bastoncini per tutte le volte che mi hanno salvato le caviglie.
Ancora bosco e pista scorrevole. Al ristoro successivo super pastina in brodo e verdure crude: la prima volta che le trovo in un trail e le apprezzo a mille. Scorpacciata di carote e finocchiella, bicchiere di cocacola e via.
Le gambe iniziano ad irrigidirsi, ma il tratto fino ad Alviano è buona parte in compagnia. Ci sorpassiamo e ci risorpassiamo.
Il castello di Alviano, che meraviglia! Un ristoro dentro il castello è un lusso per pochi fortunati.
Riparto velocemente, ormai voglio solo arrivare perché le gambe improvvisamente si stanno bloccando. Stringo i denti e penso alla bellezza di quanto visto.
Vado, mi distraggo e perdo una balisa. Mi fermo dopo circa duecento metri. Mi accorgo dell'errore e mi incazzo. Di brutto. Con me stesso. Torno indietro.
Adrenalina e paura di mandare tutto in rovina.
Le gambe si sbloccano, il corpo torna fresco.
Corro come se fossero i primi km della mattina.
Arrivo. Stanco.
Medaglia e bastone. Il grande sorriso dei pochi presenti.
Un senso di godimento assoluto. Un grande ringraziamento a Raffaello, a tutti quanti, per lo sforzo profuso per far sì che noi dilettanti potessimo divertirci e soffrire col sorriso. Con la consapevolezza di non essere mai davvero soli e di avere sempre sorrisi (vecchi e giovani) e uma battuta scherzosa e leggera ad ogni ristoro.
Last but not least: doccia bollente!!! Non sarà il massimo per il recovery, ma vuoi mettere anche qui che godimento.
Ora, a mente fredda, consiglio a tutti di provarla almeno una volta nella vita. L'Umbria d'autunno merita, e lo dice un toscano del Chianti che di bei paesaggi collinari ne sa qualcosa.
Diciamo che l'accoppiata da pittori paesaggisti può essere la 100 km Valdorcia ad Aprile e San Francesco a Ottobre.
Venerdì arrivo ad Attigliano poco dopo pranzo. La giornata è ibrida, non sole e neppure nuvole. Temperatura gradevole e paese in silenzio.
In piazza è già tutto pronto perché dopo poche ore partiranno quelli tenaci e testardi, quelli che faranno 200 km.
Ritiro il pettorale davanti i sorrisi accoglienti e caldi di raffaello e dei suoi collaboratori. Vado al centro polivalente per montare la brandina e rilassarmi un po', ci sono già alcuni duecentisti che cercano di dormire-dormivegliare. Nel dormiveglia scherzano tra loro come amici di lunga data, incuranti dello sforzo che sosterranno.
Verso le 17.30 mi avvio verso la piazza, la gente pian piano arriva.
Il briefing per i 200 è sincero, spiegando le difficoltà che i partecipanti incontreranno. Soprattutto, anzi più di tutto, la questione balise: pare che qualche "simpaticone" si diverta a farne sparire alcune e la notte non è gradevole.
Raffaello & co. ce la mettono tutta e, onestamente, si vede.
Il lavoro di balisaggio di 200 km, più le deviazioni delle gare "minori", non deve essere una passeggiata.
Altro punto d'attenzione è la corribilità: si passa da lunghi tratti corribili a impennate improvvise, discese non tecniche che ti portano a spingere e a sfarti i quadricipiti.
Partenza della 200 tra sorrisi, scherzi e tante tante risate. Tutti con una gran fiducia... qualcuno il sole se l'è portato da casa...
Cena alle 20 per tutti gli altri, con un briefing rapido che non fa una piega.
La notte scorre veloce e ristoratrice nonostante qualche motosega a 200 decibel.
La mattina mi preparo in un'oretta, con la solita colazione pre-gara (un tir di gallette di riso e un litro d'acqua). Partenza e via.
I primi sono già lontani dopo 500 metri, io mi accodo e poi passo due terribili ghibellini (so chi sono, so la tenacia che hanno e le loro capacità... li ritroverò davanti a me a breve).
I primi km sono piacevoli e corribili, qualche salita non impegnativa. Mi ristoro rapidamente e con costanza, voglio evitare la cocacola almeno fino a pranzo. Bevo piccoli sorsi d'acqua ogni 10 minuti e ai ristori un po' di te.
Attraversiamo colline gradevoli, dai caldi colori autunnuali. Al ristoro del km 27 riparto mentre stanno arrivando i due ghibellini...
La discesa prima e salita poi verso Amelia sono ripide e impegnative. È il mio ultimo tratto alle calcagna di Frontini e Canocchi (il e la ghibellini) che da lì prenderanno il via.
Pranzo ad Amelia: pasta al pomodoro buonissima, seduto su all'aria aperta e con un bel sole caldo. Mi godo, letteralmente, i venti minuti di pausa, cambiandomi anche la maglia e incremandomi daccapo con la santa fissan.
Riparto gonfio di acqua, pasta e caffè. Carico di una gran voglia di godermi il resto del viaggio.
E me lo godo (a parte una lunghissima e ripidissima salita che però ho ringraziato perché tutto fa parte dell'esperienza).
La parte sassi e sassoni è quella che odio. Perdo moltissimo tempo ma ho paura di rovinarmi le caviglie (cosa ahimè frequente per me). La visuale dalla croce merita un paio di minuti di sosta: 360 gradi liberi alla luce del tardo pomeriggio che volge al tramonto. Impagabile. Da sola vale tutta la fatica di oltre 60 km fatta fin lì.
Faccio la discesa col primo buio, frontale in testa. Attento a dove appoggio ogni singolo piede e mai ringrazierò abbastanza i bastoncini per tutte le volte che mi hanno salvato le caviglie.
Ancora bosco e pista scorrevole. Al ristoro successivo super pastina in brodo e verdure crude: la prima volta che le trovo in un trail e le apprezzo a mille. Scorpacciata di carote e finocchiella, bicchiere di cocacola e via.
Le gambe iniziano ad irrigidirsi, ma il tratto fino ad Alviano è buona parte in compagnia. Ci sorpassiamo e ci risorpassiamo.
Il castello di Alviano, che meraviglia! Un ristoro dentro il castello è un lusso per pochi fortunati.
Riparto velocemente, ormai voglio solo arrivare perché le gambe improvvisamente si stanno bloccando. Stringo i denti e penso alla bellezza di quanto visto.
Vado, mi distraggo e perdo una balisa. Mi fermo dopo circa duecento metri. Mi accorgo dell'errore e mi incazzo. Di brutto. Con me stesso. Torno indietro.
Adrenalina e paura di mandare tutto in rovina.
Le gambe si sbloccano, il corpo torna fresco.
Corro come se fossero i primi km della mattina.
Arrivo. Stanco.
Medaglia e bastone. Il grande sorriso dei pochi presenti.
Un senso di godimento assoluto. Un grande ringraziamento a Raffaello, a tutti quanti, per lo sforzo profuso per far sì che noi dilettanti potessimo divertirci e soffrire col sorriso. Con la consapevolezza di non essere mai davvero soli e di avere sempre sorrisi (vecchi e giovani) e uma battuta scherzosa e leggera ad ogni ristoro.
Last but not least: doccia bollente!!! Non sarà il massimo per il recovery, ma vuoi mettere anche qui che godimento.
Ora, a mente fredda, consiglio a tutti di provarla almeno una volta nella vita. L'Umbria d'autunno merita, e lo dice un toscano del Chianti che di bei paesaggi collinari ne sa qualcosa.
Diciamo che l'accoppiata da pittori paesaggisti può essere la 100 km Valdorcia ad Aprile e San Francesco a Ottobre.
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