[Diario] Road to UltraTrail

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Gamba, il tuo consiglio è saggio e ben accetto e lo so anche io che dovrei fare così, ma oramai è diventata una consuetudine alzarmi la mattina e andare a correre. E' pià facile che salti la colazione ma a correre non riesco a rinunciare.
E' una brutta malattia? Come ne esco fuori? :(
Sarò costretto a correre per tutti i restanti giorni della mia vita? (magari :mrgreen: )
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Riepilogo della settimana 08-14 aprile, ossia della settimana di scarico perchè domenica ho la prima gara obiettivo stagionale, il Trail Difesa di San Biagio.
Lunedì: 40' di CL (7 km circa)
Martedì: 40' di CL (7 km circa)
Mercoledì: 40' di CL (7 km circa)
Giovedì: 35' di CL (6 km circa)
Venerdì: 30' di CL (5 km circa)
Sabato: 20' di CL + Allunghi (4 km circa)
Domenica: Trail di Montescaglioso (PZ): Nonostante si tratti della 41° corsa consecutiva, la sveglia alle 4:30 e le 2h30' di viaggio finalmente corro sentendo le gambe riposate. La riduzione di km della settimana è quindi servita! In attesa di scrivere il racconto completo sulla gara, posso anticipare che il percorso è veramente bello, anche se a tratti molto duro. Purtroppo per l'eccessiva pioggia dei giorni scorsi (e il relativo fango onnipresente sul percorso) hanno dovuto tagliare un paio di km e la gara è diventata 18,5 km. Ma mi sono divertito molto e ho pure prestato aiuto a due concorrenti in difficoltà. Sono molto soddisfatto della gestione della gara, se non fosse stato per quel salto nei primi km che avrei potuto evitare, correndo magari senza il dolore al solito adduttore... ](*,)
A presto per il racconto :D
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

RACCONTO DEL TRAIL DIFESA DI SAN BIAGIO
Del Trail Difesa di San Biagio ne avevo sentito parlare molto bene negli anni passati: me le avevano descritto come una gara molto dura perchè ricca di salite e discese tecniche, ma anche molto bella perchè il percorso è sviluppato all'interno della zona naturalistica appunto chiamata Difesa San Biagio.
Quello che mi ha frenato gli altri anni è stato in particolare la distanza da casa (215 km e 2h30' di vaggio solo andata), ma lo scorso anno, quando stavo andando a Gravina di Puglia a fare il Trail delle 5 Querce, sono passato davanti all'uscita di Montescaglioso e mi sono detto che proprio lontano lontano non era...
E così a gennaio l'ho inserito nelle mie gare obiettivo annuali, scegliendola come mia prima gara di trail del 2019.
Le gare organizzate dalla società di casa, I Bitlossi Monte Run, sono due: la breve da 12 km e la lunga da 21. Naturalmente opto per la 21, mentre il mio compagno di squadra Tullio si iscrive alla breve.
Quest'anno la gara fa parte del Campionato di corsa in montagna Fidal Sud, che si svolge tra Calabria, Basilicata, Campania e Puglia, e il numero di iscritti alla gara lunga passa dai circa 40 dello scorso anno ad oltre 150 atleti!
Arrivo al giorno della gara con qualche dubbio sulla tenuta perchè non so ancora come le gambe reagiranno ai 40 giorni di corsa consecutivi fatti. Spero che lo scarico dell'ultima settimana sia servito a farmi recuperare un po' di energie. Altrimenti pazienza, la considerò come un buon allenamento.
Con la sveglia che suona prima delle 5, parto da casa alle 5:30, passando poi a prendere l'amico Tullio a Rende alle 6.
Le ore di viaggio trascorrono velocemente e man mano che ci allontaniamo dalla Calabria ci lasciamo dietro anche freddo, pioggia e nebbia.
Arrivati sul posto troviamo una splendida giornata, con cielo azzurro e senza un alito di vento. E incontriamo subito quello che sarà il nostro compagno per tutta la gara: il fango!
Parcheggiata l'auto, andiamo a ritirare il pettorale e già sentiamo il terreno morbido e appiccicoso sotto i nostri piedi.
La gara lunga dovrebbe partire alle 9, ma vista la fila presente capisco subito che subirà un po' di ritardo.
Così con calma torno verso la macchina, mi cambio e mi dirigo nuovamente verso la zona partenza. Avevo portato maglia termica, fascia in pile, manicotti, ma sento già caldo e decido di correre solo con la canotta. La maglia termica però ma la porto dietro nel mio fidato zainetto.
Dopo aver fatto 1 km di riscaldamento e aver salutato l'amico Leo di Running Forum (che lo scorso anno avevo conosciuto al Trail delle 5 Querce e che era uno di quelli che mi avevano consigliato questa gara), scambio l'in bocca al lupo con Tullio (la cui gara partirà alle 9:45) e mi dirigo vicino all'arco di partenza.
Purtroppo ci viene comunicato che per questiodi di sicurezza circa 2 km del tracciato sono stati eliminati perchè impraticabili e troppo pericolosi. Peccato!
Dopo le indicazioni sul percorso dello speaker, intorno alle 9:10 avviene la partenza.
Il primo chilometro è un'ammucchiata perchè si parte subito in curva, poi si attraversa un boschetto su single track in fila indiana e poi si sale sempre su single track su una piccola collinetta.
Nei due successivi km invece la strada si allarga e si riesce a correre bene, tant'è che li corro ad una media di 4'30''/km.
Ma è proprio nell'ultimo tratto di discesa che, per sorpassare l'atleta che avevo davanti, scelgo una traiettoria diversa da quella percorsa dagli altri atleti, ma mi ritrovo dopo una decina di metri a non poter proseguire su quella striscia di fango e a provare a fermarmi per spostarmi sul percorso seguito dagli altri. Solo che la scarpa sul fango non si ferma e scivolo. Non mi resta che saltare per evitare di cadere e così faccio, ma atterro con tutto il peso sulla gamba sinistra, avvertendo subito una fitta all'adduttore che mi dà problemi da fine gennaio.
Faccio un check up veloce e sento che il fastidio c'è, ma è sopportabile così continuo a correre.
I successivi due km sono sempre di discesa e li corro poco sopra i 5/km, consapevole del fatto che dopo tutta la discesa che sto facendo prima o poi ci sarà pure la salita. E che salita!
Tra il 6 e il 7° (a quanto ricordo almeno) c'è il tratto più pericoloso del percorso: un pendio di 10-15 metri di altezza su terreno completamente fangoso. Fortunatamente gli organizzatori hanno messo una corda per facilitare la discesa e così, in fila indiana, mi metto in coda in attesa del mio turno di discesa. Nonostante io mi stessi reggendo alla corda con le mani, sento i piedi continuare a scivolare verso il basso, come se fossi sul ghiaccio. A metà discesa mollo la corda, che con tutte le persone attaccate non mi fa stare in equilibrio, e scendo da solo dalla scarpata.
Subito dopo questo tratto si ricomincia a correre ma ad un certo punto un atleta sbaglia strada e, quando se ne rende conto, vorrebbe rientrare nel percorso ma essendo un paio di metri più in basso dal nostro sentiero non riesce a salire. Mi fermo quindi ad aiutarlo e ripartiamo, con i suoi ringraziamenti che continueranno anche dopo il traguardo.
Vedo davanti a me, non molto distanti, sia il mio amico Leo sia la forte Valentina Maiolino, in un gruppetto di 6-7 atleti.
Intorno al 7° km si attraversano anche dei ruderi di antiche costruzioni, dei quali ci sono i cartelli esplicativi ma purtroppo non ho il tempo di fermarmi a leggerli...
Dall'8° al 9° si scende invece nel famoso "tunnel", in pratica un fosso di scolo dell'acqua piovana (senza acqua fortunatamente) circondato completamente da alberi e arbusti, tanto da essere costretti a correre nella penombra, con continui cambi di direzione e cercando di evitare di sbattere con la testa a rami ed alberi e di inciampare a sassi e radici onnipresenti.
E' in questo tratto che cade Valentina. Io non assisto alla caduta perchè oltre ad essere una trentina di metri più dietro ho due atleti davanti e in aggiunta avviene dopo una curva che mi occupa la visuale. Quando arrivo nelle vicinanze i due atleti che erano vicino a lei l'hanno già aiutata a rialzarsi e già corrono tutti e tre nuovamente, anche se ad andatura un po' ridotta, tant'è che da dietro mi raggiungono altri atleti. Sento che la ragazza dice di stare bene e in effetti prosegue nelle corsa.
Usciti finalmente dal tunnel il percorso prevede un centinaio di metri di strada in cemento e di una certa ripidità. Qui affianco Valentina e le chiedo come sta. Mi fa vedere il sangue al ginocchio e mi dice che ha sbattuto pure la testa. Le propongo di mettere un po' della mia acqua sulla ferita e così facendo almeno vediamo che si tratta solo di una ferita superficiale.
Abbandonato il cemento, si sale un altro po' in mezzo agli alberi e poi si scende su un fianco esposto della collinetta fino ad arrivare al 10° km, punto più basso del percorso a quota 63m slm.
Poi si inizia a salire. Nell'11° km il dislivello positivo è poco oltre i 100 m e la mia andatura è sopra i 9'/km, sono costretto ad alternare corsa e camminata veloce.
Dal km 12 al 13,5 invece, nonostante la pendenza media del 5%, riesco incredibilmente a correre per lunghi tratti e senza fatica. Riesco anche a conversare con l'amico Leo che ho nel frattempo raggiunto nuovamente e che mi indica in basso il tratto del percorso che è stato tagliato quest'anno.
Inizia quindi la discesa, perfettamente corribile e per niente tecnica, per una distanza di circa un chilometro e mezzo. Peccato che appena inizio a scendere inizio ad avvertire mal di pancia e sono costretto a rallentare, anche grazie al solito adduttore che più allungo la falcata più mi dà fastidio.
Perdo di vista gli atleti che avevo raggiunto in salita (tra i quali Leo) e quando al 15° km si ricomincia a salire quasi esulto dalla felicità perchè entrambi i miei fastidi spariscono.
La "salita della morte", così battezzata dallo speaker in pre partenza, l'avevo già intravista da lontano: si tratta di un ripidissimo km in cui si passa da 140 a 280 m di dislivello.
Mi arrampico sul sentiero, a tratti anche aiutandomi con le mani alle piante presenti, e pian piano arrivo in cima. Nei tratti in cui la pendenza si addolcisce riesco addirittura ancora a correre, superando atleti che invece si sono lasciati andare al solo passo.
Al km 17,2 si raggiunge la strada asfaltata che porta alla zona adibita a partenza, si attraversa e si scende dall'altro versante parallelamente ad essa. Il traguardo appare vicino e si sente anche la voce dello speaker, ma gli organizzatori hanno pensato bene di allungare un altro po' la sofferenza. Così si sale verso il traguardo ma poi si attraversa nuovamente la strada e si continua a salire nel bosco dall'altro versante.
Ci sono altri 500m di salita che faccio tutta correndo e sorpassando pure un paio di persone; poi, quando sono all'ultimissima salita e sto per mollare perchè tanto dietro non c'è nessuno e quello davanti a me riesce ancora a tenere una certa andatura, vedo Marco Barbuscio già cambiato e tranquillo, gli chiedo al volo se è stato lui a vincere e lui mi conferma la cosa e mi incita a resistere che il traguardo è vicino.
L'incitamento mi ridà energia e continuo a correre, sul rettilineo finale provo pure ad accelerare per raggiungere il ragazzo che mi precede, ma va in progressione anche lui e quindi non riesco ad agguantarlo, precedendomi al traguardo di soli 2 secondi.
Dopo il traguardo incontro subito il mio amico Leo che è arrivato un minuto prima di me, gli faccio i complimenti e poi mi dirigo in zona buffet/riconsegna chip.
Di solito non ho tanta fame dopo una gara ma stavolta, non avendo potuto correre al massimo in alcuni tratti per via dei dolori, appena mi porgono il piatto di orecchiette con carne (di agnello credo) me la divoro velocemente. E dopo essermi andato a cambiare in macchina tornerò a fare il bis.
Giudizio sulla gara ampiamente positivo: bel percorso, duro come piace a me e senza tratti di corsa in piano in cui sono veramente scarso. Diversi ambientazioni di corsa: dal fitto bosco al tunnel tra la vegetazione, dalla discesa con la corda al versante esposto, dalla ripida corribile discesa alla salita quasi da arrampicata. Più le gare sono varie più mi piacciono e non posso quindi non annoverare il Trail Difesa di San Biagio tra le gare da rifare in futuro. Ottima anche l'organizzazione, con percorso sempre perfettamente segnalato e con volontari ogni 3-400 metri, spesso anche pronti a fornire acqua ai corridori. E buonissime anche le orecchiette del ristoro finale (il primo piatto almeno, perchè il secondo era un po' peggio), mentre immangiabile la pizza (e se trovo immangiabile una cosa io...). Non ho assaggiato invece ne la frutta ne i dolci presenti, sarà per l'anno prossimo magari...
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da calcatreppola »

Bel racconto! Grazie... e complimenti!
Meglio una lotta disperata che una disperazione senza lotta
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Grazie a te, @calcatreppola!
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da gambacorta »

ben fatto Victor, stai andando bene e ti stai divertendo, avanti così :thumleft:
…”quando l’uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare” … cit. EF
fai correre anche tu il :pig: scopri->qui<-come!
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Grazie, Gamba! Detto da un ultratrailer come te fa molto piacere! :D
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da zolla »

Bel diario, letto tutto con molto interesse e condividendo la filosofia di fondo. Continuerò a seguirlo.
5 km: 22:24 - 16/10/2022
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da victor76 »

Ti ringrazio, zolla! :beer:
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Re: [Diario] Road to UltraTrail

Messaggio da Gaietta »

Complimenti victor, finalmente ho letto il tuo racconto, bravissimo :thumleft:
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