[DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

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Ultra runner Naz 82
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

100 MILES OF ISTRIA 2018: UN VIAGGIO-TABU' IRRINUNCIABILE (3°PARTE ed ULTIMA PARTE)

A Buzet, sembra di essere ad una corrida. Ogni atleta che entra e che esce viene osannato da un Olè ed un applauso.
In base vita, rivedo un sacco di facce conosciute. Gli amici trentini, il francese Audran che fa stretching, Borko che cerca di mangiare...alcuni atleti della 110 e soprattutto un gruppo di amici che sono in fase pre-gara della 67km, la terza delle quattro distanze dell'evento. Il socio Gabry, Adriano e Roby, mi chiedono come sto e sdrammatizzando un pò gli racconto delle mie disavventure serali. Finalmente lo stomaco sta meglio. Mi tolgo le scarpe e vado a prendere da mangiare. Un piatto pieno con metà patate bollite e metà di riso alle verdure. Nel frattempo, tiro fuori la roba che mi servirà per la seconda parte di gara. Mangiando, scherzo con gli spettatori amici e viene a trovarmi anche Maurizio, in veste di spettatore e supporter all'occorrenza. Mi cambio la maglietta (rischio la canottiera), mantengo manicotti (ormai luridi) e pantaloncini (non proprio pulitissimi...), mi metto il capellino, un pò di crema solare e poi cambio scarpe e calze...metto i rifornimenti in zaino per la seconda parte e mi verso mezza redbull e acqua in una borraccia. Tutto ok, se non fosse che dopo circa 40 minuti di pausa, mentre sto uscendo...dimentico il pettorale!
Il buon Maurizio lo va a recuperare sul tavolo dove mi ero messo, lo rimetto e salutando lui e le ragazze del CP, riparto.
Sono le 7.45 del mattino, soleggiatissimo e fa già caldo.
Riparto di buona lena, talmente buona che supero subito un atleta, il russo Afanasenkov, un cagnaccio con i baffoni e maglia verde fluo che mi porterò dietro per un bel pezzo.
Lo supero, ma sul lato erboso lungo il canale, gli indico che sono andato dal lato sbagliato, le indicazioni non sono chiarissime su quel bivio. Ritorno indietro e superando il ponticello, mi metto sul lato giusto. Risupero il russo e via...corro bene, anche dopo la prima rampa, ma ecco che fanno il loro fantastico ritorno i guadi...ahimè quest'anno pure impetuosi, visto che ce n'è tanta di acqua. I sassi su cui saltare sono immersi nell'acqua. Purtroppo, con le scarpe che mi ritrovo (Cascadia vecchie), ho davvero poco grip. Ci metto un pò a superarli e infatti mi faccio riprendere sia dal russo che da una coppia di ungheresi/sloveni che si prendono rischi e passano facile...superiamo un atleta intento a strizzarsi le calze e poi via avanti, in questo brulicare di campi e distese infangate. Il duo si allontana e io mi ritrovo con il russo alle calcagna. Purtroppo non ho le scarpe ideali per la fangazza, peccato perché da asciutto, questo pezzo è molto veloce, un altro atleta intanto ci passa. Finalmente ecco il paesino di Kotli, sulle sponde del fiume, con il suo sparuto numero di case, ci saluta e invece di immetterci nella forestale per Bencici, ci fanno fare una strada asfaltata in salita per almeno un paio di km, che io alterno fra camminata veloce e corsa...fa caldissimo, bevo e mi bagno e sono appena le 9 del mattino.
Finito lo strappo su asfalto e dopo un pò di corsa vera fra vari saliscendi, si entra su single track fangosissimo, dove non so dove mettere i piedi, faccio fatica a stare in piedi e torno a sbraitare contro il mondo. Questo tratto è nuovo rispetto alle edizioni precedenti.
Riesco a superare le sabbie mobili sotto Hum e nel mentre una coppia (lui e lei) di tedeschi, sopraggiungono. Sopra le nostre teste si scorge la sagoma della "più piccola città del mondo", come viene definita dai croati. La cittadella fortificata di Hum. Da lì ancora un tratto di asfalto e uno piccolo di bosco e poi l'ultima rampa dura e soleggiata su strada, dove distanzio il russo e mi metto in scia dei crucchi. Si entra a sinistra quest'anno per arrivare in paese, ed eccoci al ristoro, dopo che una mamma ed un bambino italiani mi salutano e dopo che a un volontario dico "Ammazza quanto fango c'era!" Al ristoro mangio frutta e bevo tanto, redbull compresa. Riempio una borraccia e via. Seduto e ritirato, ribecco il ragazzo russo nr. 92, quello con un solo bastone.
Il tratto per Butoniga, inizia con discese che mi piacciono tanto, un ragazzo svedese e il duo crucco vanno avanti, mentre faccio una pausa pipì. Il duo lo riprendo subito e resto con loro dietro di poco e un ragazzo inglese nr. 91, Rich Cross. Sul tratto duro in salita su asfalto lo distanzio bene e resto con davanti lo svedese e la coppia tedesca dietro. Il tratto fra minuscoli gruppi di case e campi, lo tiriamo assieme, un pò io e un pò la coppia tedesca, che in un frangente guadagna qualcosa. Poi Rich ritorna, sulla discesa e ulteriore salita per Draguccio. Uno splendido borgo istriano, con una grande storia. Traci, Austriaci e Veneti si sono succeduti in particolare, nella sua storia e hanno lasciato varie cose. Nel borgo del drago, superiamo sul vialetto centrale diverse case e prima di aggirare la chiesa principale, fuori da una casetta, uno stuolo di bei gatti istriani ci guarda straniti. Inizia la parte veloce, e glielo dico a Rich e infatti inizia un tratto velocissimo, fra discese di terra e in parte sassi e campi. Quanti campi. Dopo un passaggio fra case, dove saluto i sempre "amichevoli" cani (meno male son legati), finalmente ecco un altro gruppetto di case più denso, è l'abitato di Juradi, dove vedo una vecchia spia silente dell'epoca titina, una Zastava bianca lasciata in mezzo ad una corte di una casa. Dove c'è una netta discesona su asfalto spaccagambe per raggiungere il pianoro fra i campi. Fa ancora più caldo. Ogni tanto metto in bocca qualcosa (gel, parmigiano o un pezzo di barretta), ma sempre meno. Ora si va avanti principalmente a liquidi. E dove ci sono corsi d'acqua o fontane è doveroso bagnarsi. Salutato un gruppo di ciclisti, mi immetto nel lungo e noiosissimo drittone fra i campi. A tratti asciutto, a tratti (parecchi) fangosissimo e quindi per evitare la melma, si va su e giù a bordo dei campi. Sto su e giù viene interrotto solo dal mordi e fuggi di Rich, che prima sta con me e poi sparisce. Su una salita breve ed arcigna, salgo con regolarità e saluto un vecchio istriano, esclamandogli in croato "Che caldo", lui annuisce e se la ride. Il suo sguardo trapela, divertimento ed orgoglio, perché atleti di mezzo mondo stanno attraversando i suoi campi, che per decenni sono stati compagni solitari delle sue stagioni.
Si ritorna sulla palta, indurita o morbida che sia. Fra i campi, percepisco che sto riprendendo qualcuno ma che da dietro sta rinvenendo qualcuno. Supero un atleta rumeno in difficoltà e gli chiedo se è tutto ok. Con me Rich e Gabriele Cimarosti, che mi fa specie sia già qui (e infatti a Motovun alzerà bandiera bianca)...sulla salita successiva li distanzio un pò e plof, finisco fino al ginocchio in un pozzangherone di fango. Sporco soprattutto gambe e bastoncini e imprecando ai 4 venti, vado avanti. Ritornano Gabriele e Rich e con loro finalmente vedo il tratto della diga. Un pò di salita per arrivare sulla carraia che sfocia sul curvone di una strada che immette nella diga e finalmente ci corro sopra...un bimbo mi fa da apripista ed eccoci. 19h15' per arrivare a Butoniga.
Dopo 117 km e circa 4900m D+. Qui mi lavo mani, gambe e in parte i bastoncini. Rivedo un sacco di gente e cerco di arraffare qualcosa fra dolce e salato e finalmente mi bevo una birra. Mi mangio un cubetto di parmigiano e sono a posto. Riparto verso mezzogiorno e mezza e il tratto a fianco del canale è un forno. Mi faccio superare da chi era con me al ristoro, faccio fatica anche a camminare. Ci sono 25 gradi, pazzesco. Appena inizia a salire il sentiero, mi metto sotto un albero e mi riposo un quarto d'ora. Riparto all'una e finalmente mi sento meglio o comunque non spossato. Riparto pompando con i bastoni e bevendo a più non posso. Sul tratto che arriva in cima a Zamask a 411 metri slm, che supera prima una casa solitaria e poi arriva in mezzo al borgo di Zamask appunto (dove mi bagno di gran classe sotto la fontanella, in mezzo ai bimbi che corrono qua e là) riprendo il russo baffuto e lo supero in discesa. Siamo sulla discesa che porta ai piedi del colle di Montona. Il tratto finale è una distesa di liquame fangoso, su cui sbraito ed impreco...finalmente sulla carraia, metto nel mirino un altro atleta che sto riprendendo. Il tratto pianeggiante cerco di corricchiarlo come posso, appena la strada si inerpica pian piano fra i terrazzamenti, prendo un gel e mi carico per la salita a tratti corribile a tratti dura, che porta a Montona. Finalmente dopo i filari, ecco un tratto di strada che ci porta in mezzo al paese. Un tipo sloveno vestito di bianco mi sta alle calcagna. Intanto cerco di fare più veloce possibile il tratto fino in cima al colle e quindi al paese. In mezzo a nutriti gruppi di turisti, entro nella piazzetta centrale e...non c'è il ristoro! Come sempre splendida è Montona, semplicemente una gemma da valorizzare e visitare... Peccato che il ristoro sia stato spostato circa un km più in basso...riparto veloce e poco prima del ristoro vedo Marta. Arrivo al ristoro, dopo 21h50' con 129 km circa e quasi 5600m D+. Mentre mi alimento fra frutta, liquidi e formaggio, Marta mi dà una mano a recuperare i liquidi per le borracce e arrivano il russo baffuto e un Manuel Viezzi in gran spolvero e in seminconscienza da caldo. Mi alzo, saluto Marta e si riparte subito correndo...
Tratto veloce fra i filari e poi...fango ancora!
Sulla successiva carraia, mi riprende lo sloveno in bianco e dopo poco non lo vedo più. Sul tratto asfaltato che passa l'abitato "dei tartudi" di Levade, mi trovo a corricchiare fra lo sloveno e Manuel. Non sto benissimo, ma non demordo, arriverà la crisi anche per gli altri. Manuel mi supera e dopo che Marta mi saluta passando in macchina, sulla rampa su strada, ci immettiamo fra i campi e poi sulla salita che da Levade porta in cima alla collina che sovrasta Portole. La salita è caldissima, fra un nugolo di case, saluto degli istriani che stanno lavorando in cortile e poi fra i ruderi delle case vecchie, si inizia a salire sempre più. Sulla salita, supero un atleta che non vedevo dalla sera del giorno prima. Un danese, un certo Johansen nr. 69, in crisi totale. Cammina piano e tutto storto. Il tipo aveva tirato come un pazzo il giorno prima ed ora era alla frutta. Arriverà (incredibile) a Umag, appena in 34h e 8 minuti...
Il tratto è duro ed arcigno, superata una salita prima boscosa e poi aperta e dopo aver salutato una spettatrice, si sale ancora fra una piccola pineta, che finisce con il valicare il colle. Finalmente si scende. Vedo che davanti a me ci sono diverse persone vicine che corricchiano per arrivare al ristoro. Manca poco...superato il centro del paese di Oprtalj (Portole), si scende in picchiata e poi si risale leggermente, a fianco del cimitero (ce ne sarà un altro poco più in là, al ristoro :D ...) e infine si scende nuovamente fino al tendone bianco. Tendone bianco che vedo avvicinarsi lemme lemme. Finalmente vedo Marta e corricchiando arrivo al ristoro di Portole in 23h28', dopo circa 136 km e mezzo e quasi 6000m D+.
Mi fermo con Manuel e rivedo i trentini ed altra gente lasciata ai ristori precedenti. Mangio frutta, bevo quello che riesco...altra redbull e via. Inizio a vedere sempre più gente della 110 e della 67 intanto. Resto con un paio della 110, ma dopo il primo tratto su carraia, mi sento male e mi butto giù un attimo all'ombra di un muretto. 10 minuti e mi sento meglio, anzi quasi bene. Riparto alla grande, supero chi mi aveva superato e dopo un guado e relativa pausa pipì, distanzio il primo gruppo di gente della 110 e della 67. Su un tratto di terrazzamenti nei pressi dell'abitato di Antonci, prima del paese di Piemonte d'Istria, un gruppo di ragazzini in perfetto italiano mi chiede un autografo e una foto assieme, ovviamente mi fermo e li saluto. Inizio ad aumentare la velocità ed attraverso Piemonte d'Istria con ottime gambe, saluto i volontari di un punto di controllo e riparto in salita, dopo la chiesa di questo bellissimo paese, spingendo a tutta. Piemonte d'Istria era un comune di oltre 1500 abitanti fino al secondo dopoguerra. Patria di tanti esuli, la sua bellezza velata di tristezza, è rimasta e pervade gli occhi di chi l'attraversa. Fa ancora caldo, dopo il tratto in salita asfaltata che dà alla fontana storica del paese, prendo un gel e bevo per la volata fino al ristoro. In salita riprendo altri della 110, della 67 e addirittura della 42. Scollino l'ultimo asperità facendo zigzag e poi in discesa supero anche Manuel (incredulo su quanto andassi forte in quel punto) ed altri atleti, alcuni anche della mia gara.
Sulla carraia velocissima faccio elastico con un russo della 100 miglia, dalle ottime gambe. Tiriamo a più riprese ed ecco che dietro spunta fuori la sagoma di Grisignana. Dopo un tratto in leggera salita e dei campi, la carraia si immette fra delle case, ci siamo. Il russo è poco avanti a me. Si scende sotto una porta in pietra e dopo un tratto in discesa, ecco la salita per il centro del paese. Eccoci, saluto Marta e finalmente c'è il ristoro spostato a lato strada, fuori dalla parte storica, pavimentata in ciottoli. 25h35' per circa 148 km e oltre 6300m D+. Mi fermo, mangio frutta e bevo, tantissimo. Manuel arriva un pò dopo. Intanto rivedo altra gente e riparto con un rumeno nr. 51, Istvan e i due amici trentini, Franco Fraccaro e Luca Molinari. Il tratto è di una noia mortale, dopo un pò di asfalto, ci si immette sulla Parenzana, che dopo una galleria fangosa, è un'infinita carraia, piana e in leggera salita o discesa. Faccio un pò di tira e molla con Istvan, una ragazza della 110 ed altra gente. Il russo con cui avevo battagliato prima di Grisignana ed un ungherese, pompano di brutto. Finalmente, dopo aver corricchiato ed alcune volte camminato, si scende su discesa un pò più tecnica. Qui mi lancio, supero un finlandese della 100 miglia che è accompagnato da una ragazza della 67 ed aumento. Sul tratto boscoso, ho davanti Istvan e dietro Manuel.
Finalmente, dopo un tratto ruvido, con le ultime luci della sera, arriviamo a Buje. Superiamo il tratto del campo di calcio e poi sulla salita asfaltata, vedo anche gli altri che ci precedono. Dopo le scalette e il passaggio pedonale, inizia il tratto al 10% (come cita il cartello), che per 2-300 metri sale fino alla stradina che ci porta alle scalette e poi al ristoro. Finalmente, dopo 26h 54', siamo al 155° km abbondante ed ultimo ristoro. Mancano ancora 13 km circa e 140 D+. Mangio wafer per disperazione bevendo cola e acqua. Mi cambio maglia e me ne metto una di cotone :mrgreen: , inizia a fare freddo...con la maglietta della 24h di Belluno del 2016, mi fermo a farmi mettere un pò di spray ghiaccio sulle gambe. Nel frattempo i trentini sono già ripartiti, anche se erano dietro nel tratto precedente e Manuel, che ha vomitato l'universo, non riesce più ad ingerire nulla.
Ci mettiamo la frontale e via, sono da poco passate le 20, sono le 20.06-07 e dopo la rampa in asfalto si inizia a scendere. Io ed Istvan corriamo bene davanti e Manuel ed altra gente ci segue. Si riavvicinano dopo che mi fermo un attimo per l'ennesima pausa pipì.
Ci siamo. E' il momento. E' arrivato il momento di chiudere in bellezza.
Dopo un trattino fangoso, inizio ad aumentare il ritmo. Prendo le prime 10 persone, nessuno o quasi della 100 miglia. Il tratto è prima su pietra e poi su erba lungo il canale, infinito, che porta ad Umag. Supero i trentini e dopo il cavalcavia che sovrasta l'autostrada, aumento. Supero un'altra dozzina di persone. Il single track è morbido, mi ricordo che nei pressi c'è una fattoria. Mi metto in testa le 28h e non demordo. Supero altra gente, supero la fattoria in leggera salita e poi di nuovo giù prima sul canale e poi fra i campi. Un tratto in semi asfalto, dove supero altra gente e anche Istvan. Capisco che manca ancora un pò. Dopo un pò di bosco evitiamo un tratto pieno di uliveti e poi ancora in mezzo a delle proprietà private. Non ricordo quando possa arrivare il momento in cui sferrare l'ultimo attacco sul pezzo di argine finale. Ma dopo un giro in mezzo ad una proprietà privata, eccolo! Lo scorso anno c'erano anche i cartelli che scandivano gli ultimi km, quest'anno no.
Aumento un pò e supero altri gruppi di persone. Le luci di Umag, sono sempre più vicine. Aumento ancora.
La luce fioca della mia frontale di scorta, scorge non benissimo i buchi fra l'erba ma ormai è finita o quasi. Supero il primo rialzo ed ecco il ponticello e dopo altri 2 sorpassi (saranno una sessantina in tutto negli ultimi 13 km, peccato non moltissimi quelli della mia gara...) arrivo a Umag, una volontaria mi indica di passare a destra e poi a sinistra e mi ricordo tutto ciò dall'anno precedente. Passo la strada, passo l'incrocio ed eccomi sul tratto finale. Saluto tutti, c'è anche Marta. 28h53' e i 168 km e 6540m D+, sono terminati. 59° assoluto su circa 400 partenti, in una gara dell'Utwt, manco male. Un'altra grande esperienza, anche questa volta l'Istria rimane un tabù come gara, per via della notte difficile. Ma rimane anche una grande prova di resilienza. Attendo gli altri all'arrivo e percepisco di essere andato bene, perché per oltre 10 minuti non arriva nessuno della 100 miglia. Arrivano assieme Istvan e i trentini, li saluto e poi via in doccia, dove si fa un pò di bar sport.
Anche questa è portata a casa!! Istria grazie ancora ed arrivederci al prossimo anno!!!
Ultima modifica di Ultra runner Naz 82 il 27 apr 2018, 13:30, modificato 1 volta in totale.
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calcatreppola
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da calcatreppola »

Bellissimo Naz, grazie, come sempre. Ispiri proprio uno come me che corricchia solo per fare trails e fai vedere che in fondo oltre al risultato c'è tanto altro in queste corse. Però hai anche allenamento, testa, gesto atletico. bello... ti auguro ancora tanti chilometri felici!
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Malox91 »

Condivido il pensiero di Calcatreppola.
Grazie per condividere questi racconti!
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da frankly »

Complimenti Naz, sei un mito
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da oscar56 »

Fantastico è dire poco. Ma spiegami una cosa, ho notato che trangugi di brutto nei ristori ma come reagisce il tuo stomaco? Forse è perchè sono talmente tante le calorie spese rispetto al normale che la tua digestione è diventata più veloce di conseguenza per reintegrarle?
dal 2012 5K 24'48 - 10K 52'40"- Mezza 1h57'45
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Adesso 7 al km e amen :thumleft:
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Grazie mille a tutti!! :wink: appena ho un attimo, correggo qua e là gli errori ortografici dell'ultima parte.
@oscar: cerco di mangiare e di bere costantemente, ma a parte nelle basi vita, in cui mangi del cibo caldo e hai il tempo per consumarlo, ai ristori "normali" mangio come capita, spesse volte anche poco, se ho lo stomaco sottosopra dalle nausee...in una gara così lunga, mangiare "in corsa" diventa essenziale. Non farlo significa, rischiare di saltare definitivamente in qualsiasi momento!
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da JJruns »

Grande Nazareno! Che bellezza i tuoi racconti. E che forza... =D> =D> =D> :beer: :beer: :beer:
Corri! :D
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pietro1115
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da pietro1115 »

letto tutto d'un fiato......grazie della condivisione
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da Ultra runner Naz 82 »

Grazie di nuovo a tutti!! Ho appena corretto qua e là un pò di orrori (più che errori) ortografici della terza parte. Ora dovrebbe essere accettabile! Stay tuned, a presto nuovi Ultra racconti! :wink: :beer:
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Re: [DIARIO] My endurance life - Vita di un Ultrarunner

Messaggio da victor76 »

Finito di leggere anche io. Sempre grandissimo, Naz!
5 km: 21'20'' (4'16''/km) ---10 km: 43'54'' (4'23''/km)
21 km: 1h35'29'' (4'32''/km) --- 30 km: 2h37'57'' (5'15''/km)
42 km: 4h07'29'' (5'52''/km)
--- 6 ore: 50,506 km (7'08''/km)

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