Il ritiro: rinuncia o coraggio?

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ingpeo Utente donatore Donatore
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da ingpeo »

Il ritiro, e chi non ci ha mai pensato!
Anche per me qualche ritiro ma prima si passa per tutte le frasi "never give up!" che dicono che no... non è ancora il momento di ritirarsi. Ma ad un certo punto arrivo a dire che invece si, è il caso!
La classica giornata no mi è capitata, e la sensazione di non divertirmi neanche un po' l'ho conosciuta. E' proprio brutta!
Un conto è se risulta passeggera: possiamo riassumerla con la classica frase "la crisi arriva, la crisi se ne va", in questo caso basta tenere duro. Altre volte invece è ben presente. Beh, in quel caso, visto che non mi pagano e che corro perché ne ho voglia... se dopo aver cercato con il pensiero di autoconvincermi, di trovare tutte le possibili scappatoie mentali, ed ancora non mi sto divertendo. Allora stop.
Sul piano fisico invece sono più drastico: se si sta male ci si ferma. Posso gestire, vedere come va, capire quanto posso resistere, ma se rischio di star male sul serio allora stop!
Esempio ne è stato l'ultrabericus di quest'anno: 66km, giornata piovosa e fangosa. Una distanza per me ancora mai raggiunta. La giornata inclemente ha causato un sacco di ritirati. Io ho proseguito ristoro dopo ristoro, sempre al filo del cancello, accumulando ritardi che in condizioni meno estreme non avrei mai preso. Però son andato avanti nonostante un sacco di persone attorno a me dicevano "basta" ad ogni ristoro. Fino all'ultimo, dove l'ho detto io.
Diluviava, era buio ed io avevo finito la benzina. Però mi ero allenato, c'era ad aspettarmi chi mi aveva supportato nei mesi precedenti, tutta la giornata piovosa venendo pure a vedermi a metà percorso. Mancavano solo 9km...
Però a quell'ultimo ristoro, mentre meditavo sul da farsi e tentavo di mangiare e bere un po', ho avuto un paio di piccoli svarioni. Potevo farcela a finire? Probabilmente si, stando un po' troppo male però. E non me la sarei goduta stando male...
Mi sono ritirato.
Ancora oggi mi dispiace un po', ma continuo a pensare di aver fatto la cosa giusta. :asd2:
Alla successiva gara lunga, più corta ma decisamente più calda (ed io odio il caldo!), sono andato di nuovo in difficoltà ma ho tenuto duro di testa e non mi è arrivato quel momento con il semaforo rosso così evidente. Infatti l'ho portata a casa, soffrendo ma senza star male.
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StePo8 Utente donatore Donatore
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da StePo8 »

darioedante ha scritto: 25 set 2018, 10:09 Leggendo le firme di molti utenti, é pieno di incitazioni a non mollare mai, il ritiro non è un'opzione, never give up ecc.. ecc.
Bell'argomento :thumleft:
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da polipo »

Per me il ritiro per motivi fisici ti può evitare dei lunghi stop per infortunio. A me non è mai capitato perchè generalmente non vado proprio alla gara se non sono a posto. Mi è capitato di sentirmi vuoto e senza forze e ho tenuto duro con difficoltà fino alla fine; comunque conservo un ricordo brutto di quella mezza e nessuna sensazione di eroismo. Se mi dovesse ricapitare mi ritirerei senza esitazone. Prima di tutto divertirsi
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da jonathan »

purtroppo , e parlo per me, ciò che più rende difficile accettare la possibilità del ritiro è il pensiero che così facendo sprecherei mesi di allenamenti e sacrifici.
ovvio che poi si rischia di buttare via ancora più tempo a causa dei probabili infortuni a cui si andrebbe incontro
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da Luca14 »

Ciao a tutti. Ho toccato con mano recentemente il problema e devo dire che alla fine credo che il ritiro sia "coraggio". Quello che è mancato a me.
Maratona di Amsterdam 2018: parto con un dolore inguinale da casa, leggermente lenito dagli antinfiammatori presi nell'ultima settimana. Poiché la sfiga talvolta si accanisce, il sabato precedente la corsa raffreddore da cavallo e qualche linea di febbre. Ma come, parto da Firenze e vengo fino in Olanda e poi non corro? Pronti via e i primi 13 km sfilano bene, controllo il passo per non eccedere ben conscio dei miei problemi. Ma dopo il 13esimo km un coltello mi si pianta nell'addome e non mi abbandonerà più. Al posto di pronto soccorso del 30 km chiedo del ghiaccio e così proseguo fino alla fine. Cosa ho risolto a non fermarmi? Niente. Mi è solo mancato il coraggio di farlo. E mentre correvo pensavo pure di essere un eroe.
Risultato cronometrico finale improponibile ma, avendo corso per 30 km su una sola gamba la settimana successiva sono stato costretto a rivolgermi al pronto soccorso per un dolore lancinante al ginocchio (borsite).
Ecco i frutti del mancato ritiro e soprattutto del mancato coraggio!!!
buone corse
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da Dr.Kriger »

Se rischiamo di farci male, penso che non sia né rinuncia né coraggio, ma intelligenza. E se non lo facciamo direi che sia masochismo.
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ludovico_van
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da ludovico_van »

Difficile rispondere. è un argomento terribilmente soggettivo... più avanti, dopo altri contributi scriverò la mia...pescando dalle esperienze che ho fatto. Comunque penso dipenda tutto dall ' input che si è messo nella gara...
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jonathan
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da jonathan »

Aggiungo che molto spesso in gara non c'è la lucidità e l'obbiettività necessaria a prendere tale decisione.
Oggi a mente fredda penso che ieri avrei fatto molto meglio a ritirarmi al 35°Km quando ho iniziato a non star bene e ad avere i crampi.
Invece ho voluta finirla a tutti i costi perché ormai mancava poco , facendo un tempo pessimo e soprattutto stando anche molto male alla fine con gambe boccate e crisi ipotermica.
Durante la gara ero convinto della mia scelta, già a fine gara ero convinto di aver fatto una pirlata!
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tomaszrunning
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da tomaszrunning »

Qualche interessante testimonianza qui https://www.runningforum.it/viewtopic.p ... &start=510
Immagine
21K 1:35'41" 18/1/15 Torre del Lago
42K 3:27'06'' 14/12/18 Pisa
Pistoia Abetone 6:37'58" 26/06/22
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francescodiani
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Re: Il ritiro: rinuncia o coraggio?

Messaggio da francescodiani »

Una terza via: nè rinuncia, nè coraggio, ma "dovere".

Giusto alla mia 50ma Maratona è arrivata questa scelta: non ho concluso la 100km del Passatore e mi sono ritirato al 48mo Km sul Passo della Colla.
Problemi di nausea e capogiri. Mi han tenuto in infermeria alla Colla ma poi quando i valori sono risaliti mi hanno sconsigliato di ripartire. Nè io volevo rischiare di svenire in strada e prendere rischi ingiustificati. Oltre a me ho i miei cari che mi vogliono bene e i miei problemi di salute li conosciamo bene.
Nè sarebbe rispettoso verso il valore più importante della vita stessa. La corsa è sì una disciplina che esalta la vita, il suo benessere, il suo renderla piena ed impegnata ... finchè però non diventi un pericolo per mantenerla tale e, quindi, prevale il "dovere" di preservarla.
Nel caso specifico ho comunque portato a casa la medaglia di un’ultramaratona di 48 km e l’attribuzione ufficiale di Supermaratoneta con la mia 50ma Maratona.
È stata la prima volta che mi ritiravo, ma sono contento di aver preso una decisione “buona”. Per me, per chi mi vuole bene, per Chi la vita me l'ha donata.
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Correre è la mia terapia.
42,195 Km - 3h47'25" - Maratona Pisa 2018

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