[DIARIO] i miei primi 10 k

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dave51
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da dave51 »

Anche io faccio così, mi lancio in gare "non competitive" a fine mese me avrei una sui 10k. Attualmente per me fare 10km è un allenamento lungo, di solito durante la settimana corro dai 5 gli 8 km dipende dal tempo e dalle mie sensazioni. Nel fine settimana corro anche su percorsi con salite e discese allungando un pò la distanza.
zolla
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da zolla »

tristimonia ha scritto: 5 set 2019, 13:52 .....
Spero di poterlo raccontare. Vi farò sapere.

P.S. la gara che ho scelto è pure in salita. Ma la vita non è tutta in pianura.
Sono curioso, non avendo mai partecipato a competizioni da quando corro (anche se la voglia mi sta venendo), di leggere le tue impressioni.
E concordo assolutamente con la frase finale.
5 km: 22:24 - 16/10/2022
Lucarati
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da Lucarati »

Grande! :thumleft: :thumleft:
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tristimonia
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da tristimonia »

Domenica pomeriggio sono incappato, in maniera del tutto casuale, in due libri. Dal primo: "tutti sono prescelti se, invece di domandarsi: "che cosa sto facendo qui?", decidono di fare qualcosa che risvegli nel cuore l'entusiasmo (…) E’ la voglia di credere che la vita sia un miracolo a far sì che i miracoli avvengano, (…) è la decisione dell'uomo di compiere il proprio destino che gli consente di essere veramente un uomo”.

E’ buffo come il destino a volte ci faccia incontrare persone, gesti e parole che illuminano di una luce speciale avvenimenti che altrimenti passerebbero inosservati nella grigia corrente della vita. Solo un anno fa avrei riso in faccia chi mi avesse detto che avrei partecipato ad una gara podistica. Un anno fa avrei riso di tutti voi che mi circondate, allegri e schiamazzanti, giovani e meno giovani, molti che potrebbero essere miei figli, qualcuno più che mio fratello maggiore. Mi sovvengono ora le parole - se non le parole, certamente i pensieri celati dietro gli sguardi di pietosa convenienza: "Ma tu sei fuori di testa! Chi si mette a correre a 57 anni suonati?", "Sei pazzo, con la gamba che ti ritrovi?"

Già, la gamba, i problemi fisici, e quegli altri. E’ la vita che ti consuma mentre tu la consumi, in alcuni giorni è un logoramento ottuso e buio. Ma la scelta era tra ascoltare gli acciacchi, i giorni malandati, i problemi urlanti nel cervello, di fare (e questa frase è del secondo libro) come gli "sventurati ciechi che entrano nella morte senza aver neppure sospettato la meraviglia del mondo, digiuni del miracolo della passione suscitata dal sapere che siamo vivi”, e vivere il resto dei mei giorni con un minuscolo, ma persistente rimorso, oppure…

Oppure fare silenzio di tutto, mettersi le scarpette e correre.

Ho scelto, mi sono messo le scarpe, ci ho provato e ci provo, continuerò a provarci domani. Domani l'altro chissà, può darsi che ho da campare soli altri cinque anni, a che serve mettersi a pensare se il prossimo anno correrò ancora?

La frase del primo libro l’ho riportata retrospettivamente in quello che è accaduto sabato scorso, in quel soleggiato angolo di periferia. La mia prima gara. Già iscritto, col mio bel numero spillato, mi guardo intorno. Sono circondato da una selva vociante e multicolore. Si formano gruppetti di concorrenti con le canotte uguali, ridono e scherzano tra loro. Chi si sistema il numero, chi si spalma creme sulle gambe, chi mastica barrette energetiche. La scritta “Che ci sto facendo qui?” è stampata a chiare lettere sulla mia faccia. Non conosco nessuno, nessuno mi conosce. Sono come invisibile.

C’è un’aria di sano divertimento, non avverto minimamente la tensione di un evento sportivo. Pensavo di essere emozionato, con il cuore che batte all’impazzata, invece sono completamente rilassato, mi trovo a mio agio. Sono in pace. Non devo dimostrare niente a nessuno, voglio solo arrivare al traguardo senza fermarmi. La mia prima vittoria – essere lì – l’ho già ottenuta. In modo del tutto inaspettato mi risuona una frase letta proprio su questo forum, “conosci te stesso”. Sì, forse la frase del tempio di Apollo è la vera meta da raggiungere, lo scopo da perseguire.

Ci ritroviamo compressi poco prima della partenza, pensavo che tutti rimanessero in religioso silenzio, invece continua il vociare da mercato, chi si chiama, saluta, agita le mani. Partenza. Mi sistemo tra gli ultimi, poco prima dei partecipanti alla passeggiata. Si formano gruppetti, molti continuano a discorrere come fossero al bar. Dopo il primo km. comincia la salita, il gruppo si sgrana. Ancora continuo a guardarmi attorno, è tutto così nuovo. Mi riprometto di non cercare di seguire chi non ha il mio passo, affronto la salita con tranquilla determinazione. La pendenza aumenta, qualcuno si mette a camminare. Ormai ho la mia andatura, so che posso tenerla senza problemi. Conosci te stesso.

Dopo un paio di km. la salita si distende, sulla destra compare la tavola lapislazzuli del mare. La strada si dipana lieve tra le colline, davanti a me lo scorrere dei concorrenti è come un flusso sanguigno, una linea di vita pulsante che attraversa il verde tessuto della natura. In maniera del tutto inconsapevole mi ritrovo a ruota di un gruppo di concorrenti che hanno il mio stesso passo, comincio a capire la differenza tra correre da soli o in compagnia. Scambio qualche battuta con il mio sconosciuto vicino, e nel gruppo è tutto un discorso spezzettato che rimbalza dall’uno all’altro, alternato all’assoluta libertà di chi vuol restare in silenzio.

Dopo il ristoro, che avviene per me in maniera rocambolesca – e mi stupisco di non avere abbastanza sete da finire il bicchiere d’acqua – cominciano le discese. Mi si affianca una ragazza che automaticamente mi sprona ad aumentare l’andatura, e lascio il gruppo iniziale. Insieme ci rincorriamo fino quasi al termine del lungo pendio, mancano due km. e del gruppo iniziale non c’è più nessuno, duecento metri davanti a me sono un paio di concorrenti, che mi sembrano inarrivabili.

All’ultimo km. mi accorgo che la ragazza non mi è più accanto. Ho ancora fiato ma le gambe sono diventate pesanti, solo ora capisco dove sono andate a finire tutte quelle salite iniziali, ogni passo diventa più faticoso. C’è un ultimo falsopiano da affrontare, chiamarla salita sarebbe un insulto anche in bicicletta, ma ora per me è un Everest, ogni passo deve essere messo davanti l’altro con la tigna. Raggiungo uno dei due concorrenti che ho davanti, ma non perché sono più veloce: tutti quanti hanno rallentato. Davanti a me l’altro, un ragazzone che avrà trent’anni. Non lo raggiungerò mai. E improvvisamente si mette a camminare. Sorpassandolo vedo che ha la faccia congestionata. E allora mi rendo conto che l’ultimo km. è per molti il km. della volontà pura, quando il corpo non ha più voglia di discorrere.

Un paio di svolte e da un megafono una voce urla duecento metri. Lontano come un francobollo, vedo lo striscione dell’arrivo. Le gambe vorrebbero irrigidirsi, le ginocchia dicono basta, i polpacci urlano. Conosci te stesso. Non mi fermo. E non mi voglio voltare, non voglio vedere cosa c’è dietro. A circa cinquanta metri mi volto. Una figura indistinta, forse è distante, forse a pochi metri. Accelero come sparato da una molla e non ho tempo nemmeno di stupirmi. Sul traguardo alzo le braccia e sul viso stavolta c’è scritto: “non so neanch’io come, ma l’ho fatto”.
zolla
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da zolla »

Bello e suggestivo. Spero di poter scrivere anch'io, un giorno non lontano, delle righe simili...
5 km: 22:24 - 16/10/2022
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dave51
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da dave51 »

Bel resoconto dell'esperienza. Perchè un conto è correre, un conto è correre in gara, se riesci a divertirti gareggiando è il massimo.
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Flanik
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da Flanik »

grazie per la tua condivisione !
Aiuta a ripercorrere emozioni e momenti che rimangono nel cuore !
Buone corse !
Running prealpino RP- Triathlon Brescia Dttri
5k: 22.07 Corritalia 2019
10k: 44.37 Bam Brescia 2022
21k : 1h 47.25 Bibione half marathon 2019
30k : 2h 56.20 Cortina- Dobbiaco 2022
42k: 4h 24' 12'' BAM Brescia Marathon 2023
Bio: 1970 1.72 , 73,5 Kg
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tristimonia
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da tristimonia »

“senti tirare i muscoli posteriori perché la tua gamba sinistra è diversa dalla destra. Dal giorno dell’incidente il tuo ginocchio lavora male, la cartilagine si è ridotta e quella rimasta è rovinata”, dice il mio medico.
“Ma l’incidente è avvenuto più di quarant’anni fa” rispondo.
“E da allora il tuo corpo ha cercato di compensare come meglio poteva. La tua postura ne ha risentito, e questo, assieme ai danni oggettivi al ginocchio, fa sì che provi dolore dopo una corsa di una decina di Km”.

Piego il viso in una smorfia di disappunto, che il medico respinge con un gesto della mano. “E’ inutile girare attorno le parole. Il succo del discorso è questo: tu corri, il ginocchio ti duole. E’ così, e non puoi farci niente. Questa non è una faccenda che si risolve con un intervento, né con farmaci o sedute varie. Lo stato fisico della tua gamba è questo e non lo puoi cambiare. Se il tuo desiderio è continuare a correre, fallo pure. Ma sappi che avrai sempre questo problema”.
Cerco di ribattere, ma non mi viene in mente niente di sensato. Il dottore continua: “Ricordati bene una cosa: nessun medico, ortopedico o fisiatra ti dirà se puoi o non puoi correre. La decisione spetta unicamente a te. Se tu sei disposto a sopportare il fastidio, va bene. Ma sei tu che decidi”.
Rimango in momento in silenzio. Il mio medico, oltre ad essere un ex maratoneta, mi conosce da anni, e non direbbe nemmeno una mezza parola solo per farmi contento. Raccolgo la busta con tutti le cartelle cliniche e le radiografie e lo saluto.

Sei tu che decidi”.
Da qui a gennaio, ho deciso di partecipare a qualche gara podistica, prima di scegliere se tesserarmi e fare le cose più seriamente, o tornare ad essere un runner occasionale. Mi sono dato questo tempo perché devo sapere. Devo capire. Questi tre mesi saranno dedicati ad un’indagine su me stesso. Devo capire se con questo dolore, che non è insopportabile, ci si può convivere, come un difetto del proprio corpo che è diventato così familiare da non farci più nemmeno caso. Devo capire se la corsa fa per me ma soprattutto se io – la mia gamba sinistra almeno – è fatta per la corsa. Quello che più opprime la mia volontà è che la decisione spetterà solo a me, non potrò - in maniera senz'altro più comoda - sbolognare a nessuno la responsabilità di decidere per me.

Il medico mi ha solo consigliato di limitare la distanza. Al disotto della maratona posso fare tutto. Come già scrissi, ho già scelto quella che ritengo la mia distanza critica: 10 Km. E così, seguendo il mio intendimento, sabato scorso ho partecipato alla mia seconda gara podistica. Una 10 Km. competitiva, a poca distanza dalla mia città. Durante il viaggio in auto medito su come prendere parte alla gara senza avere né tessera Fidal, né certificato (a prescindere da quello che deciderò, a gennaio farò in ogni caso il certificato medico agonistico, per una mia sicurezza).

Arrivo sul luogo della gara ad un quarto d’ora alla partenza. Il luogo d’iscrizione è immerso nella gioiosa confusione che già conosco. Tuttavia, prima di risolvere la questione ho un altro impellente problema. Senza indugi infilo la porta del vicino circolo e chiedo del bagno. Dietro la porta indicatami dalla barista c’è una fila di persone. Attendo pazientemente il mio turno meditando sulle durate degli altrui bisogni, quindi mi fiondo al tavolo d’iscrizione.
L’addetto mi guarda per mezzo secondo, chiedendomi svogliatamente se mi voglio iscrivere. Probabilmente ha già messo via i pettorali e non ha voglia di ritirarli fuori. “Certamente” - rispondo - ”solo che ho dimenticato il certificato a casa”. Prima che l’altro possa ribattere, aggiungo: “Beh, magari potrei correre senza numero”. Il tizio, confortato per non faticare oltre, non alza nemmeno la testa: “fa come ti pare”. Perfetto. Mi reco verso l'arco gonfiabile, immergendomi nel caravanserraglio della partenza. Mi rendo conto che non sono il solo ad aver dimenticato il certificato. Mentre cerco di vedere se c’è qualche canotta con il nome della mia città, viene dato il via. Inaspettato. E va bene, partiamo. Mi piazzo dopo l’ultimo, ascoltando gli immancabili lazzi di chi ormai si conosce da anni.

Dopo il primo Km. mi rendo conto che non è il mio passo, sto procedendo un po’ troppo tranquillo: così vado in cerca di qualcuno che mi faccia strada. Incremento leggermente il ritmo e ad un centinaio di metri vedo un paio di concorrenti che fanno al caso mio. Decido che saranno loro le mie lepri. Mi accodo ad una distanza di una cinquantina di metri. Ho con me solo un cronometro, e già dal secondo Km. mi rendo conto che sto viaggiando a 5.40, un buon ritmo, che è mia intenzione mantenere.
All’ottavo Km. cominciano i cambi di ritmo, e dalla gara precedente so che qualcuno mollerà, mentre qualcun altro aumenterà. Da parte mia attendo l’ultimo Km., perché non sono sicuro di reggere la tirata per due Km. Al nono Km. aumento di quel poco che riesco a dare, e saluto le mie due lepri. Ad una ventina di metri vedo un gruppetto misto. Mi impongo di raggiungerli. A cinquecento metri dall’arrivo li supero. Arrivo al traguardo da solo, primo degli ultimi, fermando il tempo a 55’. E’ la dodicesima volta che raggiungo i 10 Km. Non ho faticato eccessivamente e mi sono divertito.

Oggi è lunedì e il ginocchio sinistro fa il suo dovere di malato. In più si è aggiunto il destro, solo quando cammino. Negli ultimi tempi non ho fatto più di tre uscite alla settimana, e non più di otto, nove Km. Tuttavia, lo sforzo fatto si fa sentire. Domani, a due giorni dalla gara, avrei potuto correre. Credo che me ne starò buono fino a che il dolore nel destro non passa. Forse anche tutta la settimana, nell'ottica di una giusta comprensione di quello che sto vivendo. Vi farò sapere.
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tristimonia
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da tristimonia »

Nell'ottica di assimilare la distanza di 10 K, che è quella con la quale vorrei provare a partecipare ad altre garette nel 2020 - e al meglio delle mie possibilità di tempo - sto cercando di seguire un programma con tre uscite settimanali.

Ho individuato tre giorni, martedì, giovedi e domenica.
Distribusco le uscite in questo modo:

martedì: 8 Km (che con il tempo potranno aumentare fino a 10) a respirazione un pochino impegnata, ma senza avere il fiatone;

giovedì: 8 Km con cinque variazioni di ritmo, ogni 500 m. (500 lenti - 500 veloci etc.);

domenica - uscita "lunga" di 10 km.(che con il tempo potranno aumentare fino a 15) di corsa con respirazione facile.

Riguardo ai ritmi di allenamento, durante la mia prima (e per ora unica, dato che la prima in assoluto era di 8.5) gara sui 10 km ho tenuto un ritmo di 5.30 al km, quindi considero corsa con respirazione facile 6.20/6.40 al km., mentre quella con respirazione impegnata (martedì) 5.45 al km.
Nell'uscita con variazioni di ritmo, nei tratti veloci ho un ritmo di circa 5.15/5.20.

Lo ammetto, sono allergico a tabelle e ripetute. D'altronde non ho grandi pretese, se non quella di scendere entro la fine del 2020 di qualche minuto. Sono sicuro che sui 10 km. posso rosicchiare quei 55' fino al limite dei 50'. E in ogni caso non è quello il mio obiettivo primario.

Per ora va bene, dopo ogni uscita le ginocchia sono indolenzite ma nessun dolore tale da bloccarmi.

Ho un dubbio: se l'uscita di "qualità" è quella con le variazioni (giovedì), è giusto inserirla due giorni dopo l'uscita con respirazione impegnata (martedì), e tre giorni prima del lungo "lento" (domenica)?

Se avete consigli, sono ben accetti.
zolla
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Re: [DIARIO] i miei primi 10 k

Messaggio da zolla »

Per i tuoi obiettivi la scansione è la modalità delle uscite é perfetta. Di fatto comunque anche gli intervalli sono una sorta di ripetute, io però porterei l'intervallo di corsa veloce a 800-1000 m, il recupero va bene di 500 m. Cerca di "ascoltarti" quando corri, il tuo corpo sarà il miglior suggeritore che tu possa avere e, se vuoi capire qualcosina di più delle varie metodologie ed effetti dell'allenamento, ti suggerisco il libro "Voglio correre" di Arcelli, ottimo (ma ho saltato a pié pari la parte sull'alimentazione).
5 km: 22:24 - 16/10/2022
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