Hermes, la mia storia
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Hermes, la mia storia
In questa sezione non poteva mancare la mia storia. Una storia di corsa, certo, ma anche una storia d'amore. Amore per una disciplina, per una filosofia, per un modo di vivere, l'unico che conosco. Una storia di fantasia, lo ammetto, ma solo perché, in fondo, i sogni possono soltanto essere ricordi oppure desideri. Una storia lunga anni, lustri, secoli, che attraversa tante vite e altrettante altre storie, storie che magari qualcun altro, in questo stesso momento, sta raccontando, leggendo o ascoltando.
Tutto ebbe inizio moltissimi anni fa, quando le persone solevano spostarsi, anche per i tragitti più lunghi ed impegnativi, a piedi o, per i più fortunati, in sella ad un qualche animale da soma. Non si usavano auto, moto o mezzi pubblici come oggi. All'epoca neppure esistevano. Nonostante queste limitazioni, a me piaceva spostarmi sempre a piedi, ma non per questo ero meno determinato ad arrivare comunque prima di tutti gli altri. E per farlo, non mi restava altro che correre, sempre, dovunque e comunque. Non importava dove stessi andando, o perché, se fosse un posto vicino o lontano, se fossi in ritardo o in anticipo, se fosse per gioco o per dovere. Ovunque stessi andando, io ci andavo correndo.
Gli anni passavano e, senza che facessi nulla affinché ciò accadesse, quello che ero solito fare ogni giorno per piacere oltre che per necessità, iniziò ad attirare la curiosità e l'attenzione di sempre più persone. Gente semplice, a volte anche strana, ma non per questo meno meravigliosa, che come me, a volte insieme a me, foss'anche per pochi metri, condivideva la mia strada ed il mio passo. Loro non sapevano nulla di me, né io di loro, se non che eravamo tutti accomunati semplicemente dal piacere di fare ciò che in quei pochi istanti di vita comune, nella maggior parte dei casi gli unici, condividevamo: correre!
Non so come arrivammo a quel punto. Neanche me ne accorsi tanto fu lento il cambiamento, per quanto al tempo stesso ineluttabile: molte persone che avevano iniziato a seguirmi e che poi avevano imparato ad andare per la loro strada, erano diventate davvero veloci. Tanto da nascere in loro il desiderio di sfidarsi, gli uni con gli altri e tutti contro sé stessi, in gare su distanze più o meno lunghe per vedere chi sarebbe stato il migliore, il più veloce. Forse ero stato io l'artefice di quel nuovo mondo, di quel nuovo modo di confrontarsi, di mettersi alla prova. E forse, proprio per questo, ci andavo a nozze! Qualunque fosse la competizione che venissi chiamato a disputare, ero sempre ben lieto di andarci ed, ovviamente, di vincerla!
Feste di paese, manifestazioni, eventi locali e nazionali: ovunque ve ne fosse occasione, veniva organizzata una corsa, la quale diventava sempre, inesorabilmente, il fulcro dell'evento. Fin quando, un giorno, decisero che fosse più giusto che la corsa divenisse l'evento. Furono fissate delle regole, delle distanze, dei percorsi. La chiamarono "Maratona" e quel giorno era il giorno delle prime Olimpiadi!
Fu un successo, di atleti, di pubblico, di critica. Tutti ne parlavano. Corridori e altri sportivi nelle più varie discipline, dal lancio della staffa (giavellotto) alla corsa sulle stanghe a pedali (ciclismo), dalla lotta alla ginnastica sugli anelli, dal nuoto ai duelli con la spada, divennero i nuovi beniamini di grandi e piccoli tifosi. Lo sport era salute, era vita, era agonismo, era benessere, era gioia, era condivisione, era competizione, era fatica, era successo, era... meraviglioso.
[P.S.: Questa è vera!! ]
E cosi finisce la mia storia, iniziata tanto tempo fa e proseguita attraverso gli anni e le genti. Una storia che trova la fine in un racconto, ma non nella corsa di cui narra o nella strada già percorsa, di certo non in quella ancora da percorrere. Io sono Hermes, e questa è la mia storia!
Keep run!
Tutto ebbe inizio moltissimi anni fa, quando le persone solevano spostarsi, anche per i tragitti più lunghi ed impegnativi, a piedi o, per i più fortunati, in sella ad un qualche animale da soma. Non si usavano auto, moto o mezzi pubblici come oggi. All'epoca neppure esistevano. Nonostante queste limitazioni, a me piaceva spostarmi sempre a piedi, ma non per questo ero meno determinato ad arrivare comunque prima di tutti gli altri. E per farlo, non mi restava altro che correre, sempre, dovunque e comunque. Non importava dove stessi andando, o perché, se fosse un posto vicino o lontano, se fossi in ritardo o in anticipo, se fosse per gioco o per dovere. Ovunque stessi andando, io ci andavo correndo.
Gli anni passavano e, senza che facessi nulla affinché ciò accadesse, quello che ero solito fare ogni giorno per piacere oltre che per necessità, iniziò ad attirare la curiosità e l'attenzione di sempre più persone. Gente semplice, a volte anche strana, ma non per questo meno meravigliosa, che come me, a volte insieme a me, foss'anche per pochi metri, condivideva la mia strada ed il mio passo. Loro non sapevano nulla di me, né io di loro, se non che eravamo tutti accomunati semplicemente dal piacere di fare ciò che in quei pochi istanti di vita comune, nella maggior parte dei casi gli unici, condividevamo: correre!
Non so come arrivammo a quel punto. Neanche me ne accorsi tanto fu lento il cambiamento, per quanto al tempo stesso ineluttabile: molte persone che avevano iniziato a seguirmi e che poi avevano imparato ad andare per la loro strada, erano diventate davvero veloci. Tanto da nascere in loro il desiderio di sfidarsi, gli uni con gli altri e tutti contro sé stessi, in gare su distanze più o meno lunghe per vedere chi sarebbe stato il migliore, il più veloce. Forse ero stato io l'artefice di quel nuovo mondo, di quel nuovo modo di confrontarsi, di mettersi alla prova. E forse, proprio per questo, ci andavo a nozze! Qualunque fosse la competizione che venissi chiamato a disputare, ero sempre ben lieto di andarci ed, ovviamente, di vincerla!
Feste di paese, manifestazioni, eventi locali e nazionali: ovunque ve ne fosse occasione, veniva organizzata una corsa, la quale diventava sempre, inesorabilmente, il fulcro dell'evento. Fin quando, un giorno, decisero che fosse più giusto che la corsa divenisse l'evento. Furono fissate delle regole, delle distanze, dei percorsi. La chiamarono "Maratona" e quel giorno era il giorno delle prime Olimpiadi!
Fu un successo, di atleti, di pubblico, di critica. Tutti ne parlavano. Corridori e altri sportivi nelle più varie discipline, dal lancio della staffa (giavellotto) alla corsa sulle stanghe a pedali (ciclismo), dalla lotta alla ginnastica sugli anelli, dal nuoto ai duelli con la spada, divennero i nuovi beniamini di grandi e piccoli tifosi. Lo sport era salute, era vita, era agonismo, era benessere, era gioia, era condivisione, era competizione, era fatica, era successo, era... meraviglioso.
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"Meglio rimorsi che rimpianti"
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Re: Hermes, la mia storia
Bellissimo!
"se sono libero è perché continuo a correre..."
“NON PUÒ PIOVERE PER SEMPRE”
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Re: Hermes, la mia storia
Evviva!
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fai correre anche tu il porcellino di Running Forum, scopri qui come! viewtopic.php?t=46765
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- Novellino
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Re: Hermes, la mia storia
Fantastico racconto!!
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- Aspirante Maratoneta
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Re: Hermes, la mia storia
Grazie ragazzi!! Ogni tanto mi sento ispirato e mi vien voglia di scrivere qualcosa. Visto il tema, mi faceva piacere condividerlo con la community!!
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- Ultramaratoneta
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Re: Hermes, la mia storia
Davvero bravo, gran fantasia!
1K 3'45 26/11/14
5K 21'04 RdC Dalmine 25/05/16
10K 43'57 Bergamo 04/02/18
Mezza 1h34'39 Treviglio 28/02/16
SLR 2h01'03 24/04/16
Maratona 3h35'21 Milano 08/04/18
Sprint 1h20'18 DJTri Milano 09/06/19
Olimpico 2h57'19 Peschiera 14/09/19
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Re: Hermes, la mia storia
Grazie Jena, lo prendo come un complimento!!
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Re: Hermes, la mia storia
Bel diario, Hermes! Continua così!
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