Storie celebri e non...
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Re: Storie celebri e non...
Uscito ieri su Torinosette, mi è piaciuto, anche se questo giornalista ha spesso una vena un pò pessimista
La conquista dell'infelicità
(GABRIELE FERRARIS)
Mi sarebbe piaciuto avere il coraggio di vivere una vita vera per me stesso, non la vita che gli altri si aspettavano da me.
Non avrei voluto lavorare tanto.
Avrei voluto avere più coraggio nell’esprimere i miei sentimenti.
Mi sarebbe piaciuto restare in contatto con i miei amici.
Avrei voluto concedermi la possibilità di essere felice.
Li avrete letti anche voi, qualche giorno fa, su «La Stampa »: sono i «cinque rimpianti capitali» che tormentano chi sta sul limitare ultimo dell’esistenza.
Fateci caso. Sono rimpianti frutto di scelte.Ma non scelte forti. No. Scelte di comodo. Scelte indotte. Scelte non scelte. Scelte che sono potenti antidoti alla felicità.
La felicità - la felicità vera, non quella che ci dicono essere la felicità e invece è un i-pod, un’auto o un’altra cosa che si compra- è semplice.Tanto semplice da sembrare banale.
E’ l’ infelicità ad essere complicata. Ma noi siamo ingegnosi, la nostra intelligenza è la meraviglia dell’universo. E per quanto la conquista dell’infelicità sia impresa ardua, noi ci impegniamo. La vita si ostinerà ad offrirci occasioni, a mostrarci vie di salvezza, a sussurrarci che la strada è quella. Ma noi tireremo diritto: forse saremo distratti dai falsi obiettivi che ci hanno o ci siamo imposti; o paventeremo le conseguenze di un gesto coraggioso; o penseremo alle sensibilità che potremmo urtare, alle aspettative altrui che potremmo deludere; e vigliaccamente preferiremo deludere le nostre, di aspettative; ignorare le nostre, di sensibilità; o inseguire un successo miserabile, quattro soldi, un inchino ipocrita. Salvo poi ritrovarci a piangere e urlare, dal fondo della nostra solitudine e disperazione.
Il destino ci offre le sue occasioni: fare la cosa giusta, vincendo le nostre paure, le nostre chiusure mentali, i nostri schemi obsoleti, può salvarci la vita, e darle un senso. E allora facciamolo,e basta.
Non dobbiamo temere nulla, perché nulla abbiamo da perdere, se non la nostra infelicità.
La conquista dell'infelicità
(GABRIELE FERRARIS)
Mi sarebbe piaciuto avere il coraggio di vivere una vita vera per me stesso, non la vita che gli altri si aspettavano da me.
Non avrei voluto lavorare tanto.
Avrei voluto avere più coraggio nell’esprimere i miei sentimenti.
Mi sarebbe piaciuto restare in contatto con i miei amici.
Avrei voluto concedermi la possibilità di essere felice.
Li avrete letti anche voi, qualche giorno fa, su «La Stampa »: sono i «cinque rimpianti capitali» che tormentano chi sta sul limitare ultimo dell’esistenza.
Fateci caso. Sono rimpianti frutto di scelte.Ma non scelte forti. No. Scelte di comodo. Scelte indotte. Scelte non scelte. Scelte che sono potenti antidoti alla felicità.
La felicità - la felicità vera, non quella che ci dicono essere la felicità e invece è un i-pod, un’auto o un’altra cosa che si compra- è semplice.Tanto semplice da sembrare banale.
E’ l’ infelicità ad essere complicata. Ma noi siamo ingegnosi, la nostra intelligenza è la meraviglia dell’universo. E per quanto la conquista dell’infelicità sia impresa ardua, noi ci impegniamo. La vita si ostinerà ad offrirci occasioni, a mostrarci vie di salvezza, a sussurrarci che la strada è quella. Ma noi tireremo diritto: forse saremo distratti dai falsi obiettivi che ci hanno o ci siamo imposti; o paventeremo le conseguenze di un gesto coraggioso; o penseremo alle sensibilità che potremmo urtare, alle aspettative altrui che potremmo deludere; e vigliaccamente preferiremo deludere le nostre, di aspettative; ignorare le nostre, di sensibilità; o inseguire un successo miserabile, quattro soldi, un inchino ipocrita. Salvo poi ritrovarci a piangere e urlare, dal fondo della nostra solitudine e disperazione.
Il destino ci offre le sue occasioni: fare la cosa giusta, vincendo le nostre paure, le nostre chiusure mentali, i nostri schemi obsoleti, può salvarci la vita, e darle un senso. E allora facciamolo,e basta.
Non dobbiamo temere nulla, perché nulla abbiamo da perdere, se non la nostra infelicità.
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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- corsamatta
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Re: Storie celebri e non...
Una vera perla...bello ! Grazie Silvia
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Re: Storie celebri e non...
Proprio una perla di saggezza
Flo
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Re: Storie celebri e non...
Già giàheidy ha scritto:Proprio una perla di saggezza
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- corsamatta
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Re: Storie celebri e non...
Un filosofo si recò un giorno da un maestro zen e gli disse:
"Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi".
"Posso offrirti una tazza di tè?" gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.
"Ma cosa fai?" sbottò il filosofo. "Non vedi che la tazza è piena?"
"Come questa tazza" disse il maestro "anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos'altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?".
"Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi".
"Posso offrirti una tazza di tè?" gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.
"Ma cosa fai?" sbottò il filosofo. "Non vedi che la tazza è piena?"
"Come questa tazza" disse il maestro "anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos'altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?".
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- corsamatta
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Re: Storie celebri e non...
Canto senza parole.
Un anziano maestro camminò a lungo sulla montagna.
Al suo ritorno incontrò un amico che gli chiese: “Dove sei stato?”
“Ho girovagato qua e là”, disse il maestro.
“Conosco bene la montagna”, continuò l’amico, “che sentieri hai percorso?”
“Ho seguito il profumo dei fiori, il verde delle foglie. Ogni tanto mi sono fermato a osservare il volo degli uccelli o le timide gemme che spuntavano dai rami. Vivendo spontaneamente, fiori e alberi indicano perfettamente la Via”, concluse il maestro.
Un anziano maestro camminò a lungo sulla montagna.
Al suo ritorno incontrò un amico che gli chiese: “Dove sei stato?”
“Ho girovagato qua e là”, disse il maestro.
“Conosco bene la montagna”, continuò l’amico, “che sentieri hai percorso?”
“Ho seguito il profumo dei fiori, il verde delle foglie. Ogni tanto mi sono fermato a osservare il volo degli uccelli o le timide gemme che spuntavano dai rami. Vivendo spontaneamente, fiori e alberi indicano perfettamente la Via”, concluse il maestro.
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Re: Storie celebri e non...
Vorresti dirmi per dove debbo andare?
— Dipende molto dal luogo dove vuoi andare, — rispose il Gatto.
— Poco m’importa dove... — disse Alice.
— Allora importa poco sapere per dove devi andare, — soggiunse il Gatto.
—...purchè giunga in qualche parte, — riprese Alice come per spiegarsi meglio.
— Oh certo vi giungerai! — disse il Gatto, non hai che da camminare.
(Lewis Carroll - Alice nel paese delle meraviglie)
— Dipende molto dal luogo dove vuoi andare, — rispose il Gatto.
— Poco m’importa dove... — disse Alice.
— Allora importa poco sapere per dove devi andare, — soggiunse il Gatto.
—...purchè giunga in qualche parte, — riprese Alice come per spiegarsi meglio.
— Oh certo vi giungerai! — disse il Gatto, non hai che da camminare.
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Re: Storie celebri e non...
Un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura ad un uomo povero.
L'uomo povero gli sorrise e se ne andò con il cesto, lo svuotò e lo lavò. Lo riempì di fiori bellissimi, ritornò dall'uomo ricco e glielo consegnò.
L'uomo ricco si stupì e gli chiese: “perché mi hai dato questi fiori bellissimi se io ti ho dato spazzatura?”
L'uomo povero gli rispose:
Ogni persona dà agli altri ciò che ha nel cuore.
L'uomo povero gli sorrise e se ne andò con il cesto, lo svuotò e lo lavò. Lo riempì di fiori bellissimi, ritornò dall'uomo ricco e glielo consegnò.
L'uomo ricco si stupì e gli chiese: “perché mi hai dato questi fiori bellissimi se io ti ho dato spazzatura?”
L'uomo povero gli rispose:
Ogni persona dà agli altri ciò che ha nel cuore.
Flo
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Re: Storie celebri e non...
IL VECCHIO SAGGIO
Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato una mattina alle 8:00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane. Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbbliga a lasciare la sua casa. Dopo parecchie ore d’attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo ce la sua camera è pronta. Mentre si reca all’ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo appeso alla sua finestra come tenda.
"Mi piace molto" dice con l’entusiasmo di un bambino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.
" Signor Vinto lei non ha ancora visto la sua camera aspetti un attimo"
" Questo non c’entra niente" dice. " La felicità è qualcosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no non dipende dai mobili o dalle descrizioni- dipende, piuttosto, dal modo in cui la percepisco. " Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E’ una decione che prendo ogni mattina al mio risveglio" " Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano,oppure alzarmi è ringraziare il cielo per quelle che funzionano ancora." " Ogni giorno è un regalo e finchè potrò aprire i miei occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita." La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato.
Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato una mattina alle 8:00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane. Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbbliga a lasciare la sua casa. Dopo parecchie ore d’attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo ce la sua camera è pronta. Mentre si reca all’ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo appeso alla sua finestra come tenda.
"Mi piace molto" dice con l’entusiasmo di un bambino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.
" Signor Vinto lei non ha ancora visto la sua camera aspetti un attimo"
" Questo non c’entra niente" dice. " La felicità è qualcosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no non dipende dai mobili o dalle descrizioni- dipende, piuttosto, dal modo in cui la percepisco. " Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E’ una decione che prendo ogni mattina al mio risveglio" " Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano,oppure alzarmi è ringraziare il cielo per quelle che funzionano ancora." " Ogni giorno è un regalo e finchè potrò aprire i miei occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita." La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato.
Flo
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Re: Storie celebri e non...
Grazie Heidy, a nome mio e della persona alla quale la leggerò, e di cui ti ho parlato spesso durante le nostre corse...