Storie celebri e non...

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heidy
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da heidy »

Francobassai ha scritto:@Heidy: Grandioso Il Piccolo Principe, ricordo... "l'essenziale è spesso invisibile agli occhi" =D> :beer:
:asd2: :asd2: :thumleft:

E anche lo stralcio riportato all'inizio di questo 3D, l'episodio con la volpe :thumleft:
Flo

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runningmamy Utente donatore Donatore
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da runningmamy »

heidy ha scritto:"……..Ma non mi rispose. Disse:
"Quello che è importante, non lo si vede..."
"Certo..."
"È come per il fiore. Se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte,guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite".
"Certo..."
"È come per l'acqua. Quella che tu mi hai dato da bere era come una musica, c'era la carrucola e c'era la corda... ti ricordi... era buona".
"Certo..."
"Guarderai le stelle, la notte. È troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. È meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora,tutte le stelle, ti piacerà guardarle... Tutte, saranno tue amiche. E poi ti voglio fare un regalo..."
Rise ancora.
"Ah! Ometto, ometto mio, mi piace sentire questo riso!"
"E sarà proprio questo il mio regalo... sarà come per l'acqua..."
"Che cosa vuoi dire?"
"Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano,le stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d'affari erano dell'oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha..."
"Che cosa vuoi dire?"
"Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!"
E rise ancora.
"E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto.
Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra,così, per il piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: "Si, le stelle mi fanno sempre ridere!" e ti crederanno pazzo.
"T'avrò fatto un brutto scherzo..."
E rise ancora.
"Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere..."

Antoine de Saint Exupéry - Il Piccolo Principe
Che bello, Heidy, questo pezzo non me lo ricordavo! Mi viene voglia di rileggerlo tutto! :D
Puoi diventare grande, sai? E' tutto qui, nella tua testa! (J.K.Rowling, Harry Potter I )
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corsamatta
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da corsamatta »

=D> =D> =D> :D :wink:
"So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trust in who we are
And nothing else matters"


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heidy
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da heidy »

“Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una chioccia. L’uovo si schiuse contemporaneamente a quelle della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini. Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.

Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di qualche decimentro. Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide sopra di sè, nel cielo sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, in mezzo alle forti correnti d’aria, muovendo appena le robuste ali dorate.

La vecchia aquila alzò lo sguardo, stupita: “Chi è quello?”, chiese. “E’ l’aquila, il re degli uccelli” rispose il suo vicino. “Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perchè siamo polli.”

E così l’aquila visse e morì come un pollo, perchè pensava di essere tale.”

Tratto da Anthony De Mello “Messaggio per un’aquila che si crede un pollo.”
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Appuntalapis

Re: Storie celebri e non...

Messaggio da Appuntalapis »

Una pagina del mio diario, di qualche tempo fa:

Durante il trasloco ho riempito e svuotato decine di scatoloni e, oramai giunto esausto alla fine, salgo di nuovo in soffitta per controllare che non mi sia sfuggito qualcosa; questa casa avrà presto nuovi proprietari che di certo butteranno giù pareti e tramezze, non farebbero caso a qualche oggetto dimenticato.
Mia sorella dice che realizzeranno un bed and breakfast al posto di casa nostra, è lei che cura tutti i rapporti e le questioni legate alla vendita; io sono troppo sentimentale e non riuscirei di certo a concludere questo affare.
Fortunatamente sono rientrato qui per l’ultimo controllo, infatti avevo dimenticato uno scatolone in un angolo e pensare che è il più prezioso di tutti.

Quando eravamo bambini non più tanto piccoli, mia sorella in età da fate e principesse ed io tutto preso da guerrieri cosmici con superpoteri, mamma e papà ci portavano qui in soffitta la sera del nostro compleanno; potevamo stare alzati fino a tardi insieme a loro ascoltando la storia d’amore di una principessa e di un guerriero, (che quel racconto abbia influito sulla scelta dei nostri giochi?), e un giorno avremmo potuto raccontarla ai nostri figli perché l’avevano trascritta e chiusa dentro questa scatola così non sarebbe andata mai persa.
Solo poco tempo fa abbiamo scoperto cosa conteneva veramente; quasi ogni giorno entrambi scrivevano lettere l’uno all’altra, poesie o semplici pensieri che raccoglievano per raccontarsi fin dal primo istante.
Questa sera rovistando tra i fogli ho pescato una pagina del diario di nostro padre:

Il viale del parco è sporco di foglie, sporco dei colori che tra poco si addormenteranno pesantemente, infilati nelle carezze dell’aria fredda di dicembre; ma risuonano sotto i passi come una sinfonia allegra, quasi addomesticata ai rigori del tempo che sulla pelle traccia indelebili stagioni.
Lei conta le pieghe del palmo e un po’ le nasconde, non sa d’esser bella nel timore dei suoi anni. Eppure, nonostante l’età che la spinge a desiderare dei figli, è così suadente e perfetta tanto da allontanare spazi imprecisi, ricordi distratti di una ragazza che ha i segni materni le cui mani lavavano la terra.
Chi cammina sull’inverno, questa mattina è la donna di un capriccio fantasioso incastro di complessità in combutta con la morte, in combutta con la vita...
L’affanno è l’abito della paura e il respiro si arresta, poi ritorna e di nuovo si spinge oltre; non si fermano i brividi, i pugni stretti alle lacrime avvicinano i sogni di lei e del suo appuntamento con le ombre che non mutano il mutabile.
Patetico.
Ci vorrebbe un truccatore, un mestierante di pennelli o un impostore dei colori a rendere banale questa storia in un dipinto a muro. L’immagine sarebbe simile a piccole macchie in bellezza di azzurri e nocciola, senza sfumature, sull’intonaco color fuoco.
Sono già ad aspettarla, accompagnando la follia del suo mondo mentre la guardo venirmi incontro. Ancora non sa che desidero far l’amore con lei, toccare tutti i suoi pensieri e scrivermeli dentro, come se fosse abdicare con passo snello sul Braciere del Silenzio.


...
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Miro 69
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da Miro 69 »

So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io.
Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l'unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.
Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.
Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che "Dio è nella pioggia".
Superai l'esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.
Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell'anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l'unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All'interno di quel centimetro siamo liberi.
Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: "Le pianure di sale". Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.
Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra.
A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.
Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come "fiancheggiatore" e "risanamento" divennero spaventose, mentre cose come "Fuoco Norreno" e "Gli articoli della fedeltà" divennero potenti. Ricordo come "diverso" diventò "pericoloso". Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.
Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell'ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.
– Valerie.
21,097 Km -1h56'07"-Garda Trentino HM 2013
29 Km -2h57'18"- Corsa del Principe 2017
42,195 Km - 4h29'36"- XXI Maratona di Ravenna 2019


Ho letto di cose già vissute e pensato di cose già scritte.
Miro
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da runningmamy »

Non so perchè, mi è venuto in mente un racconto letto tanti anni fa,mi era piaciuto tanto, poi sono quelle cose sepolte nella memoria, che ad un certo punto magicamente tornano fuori.
La storia racconta di un tizio che compra una collezione di scatole, e quando va ad aprirle, da queste si "liberano" delle visioni di tramonti.
Vi metto solo un pezzo, perchè il racconto è un pò lungo.
qui c'è il racconto completo.

Il collezionista di tramonti (Tomas Saulius Kondrotas)

…non occorre semplicemente guardare il sole che cala. Bisogna invece VIVERE quella visione. Concentrare in uno – nel tramonto – tutti i propri sentimenti e pensieri. Qui é nascosto tutto il segreto perché non si può sentire così ogni tramonto. Un’altra difficoltà é che in un giorno si può vedere un solo tramonto. Esso non si ripeterà più una seconda volta. Perciò qui non può esserci alcun tentativo. O ti riesce oppure no. E basta.

Da quei giorni sono passati quindici anni, e posso dire che la mia speranza é stata soddisfatta. Anno su anno ho accumulato la mia raccolta, ogni giorno libero sono andato in cerca di tramonti. Ho selezionato, lasciando fuori o recuperando una cosa o l’altra, finché la mia collezione personale é diventata anch’essa bella, ordinata e compatta. Si può dire che sono diventato un virtuoso di quest’insolito genere di cose. Appena sbircio un tramonto so subito quanto vale e se si addice o no alla mia collezione…
:flower:
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heidy
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da heidy »

Non mi interessa cosa fai per vivere,
voglio sapere per cosa sospiri,
e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai,
voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l’amore,
per i sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna,
voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore,
se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita,
o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore,
il mio o il tuo;
se puoi ballare pazzamente
e lasciare l’estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirci di cautela,
di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso,
se puoi subire l’accusa di un tradimento e, non tradire la tua anima.
Voglio sapere se sei fedele e quindi di fiducia.
Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni
se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio,
e continuare a gridare all’argento di una luna piena: SI!
Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai,
mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due,
e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui,
voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me, e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove,
voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l’ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso,
e se veramente ti piace la compagnia che hai nei momenti vuoti.


Scritto da un’indiana della tribù degli Oriah (1890)
Flo

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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da heidy »

A ridere c'è il rischio di apparire sciocchi;
a piangere c'è il rischio di essere chiamati sentimentali;
a stabilire un contatto con un altro c'è il rischio di farsi coinvolgere;
a mostrare i propri sentimenti c'è il rischio di mostrare il vostro vero io;
a esporre le vostre idee e i vostri sogni c'è il rischio d'essere chiamati ingenui;
Ad amare c'è il rischio di non essere corrisposti;
a vivere c'è il rischio di morire;
a sperare c'è il rischio della disperazione e
a tentare c'è il rischio del fallimento.
Ma bisogna correre i rischi, perché il rischio più grande nella vita è quello di non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla, non è nulla e non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l'angoscia, ma non può imparare a sentire e cambiare e progredire e amare e vivere. Incatenata alle sue certezze, è schiava.
Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera.
--

Leo Buscaglia
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Re: Storie celebri e non...

Messaggio da runningmamy »

heidy ha scritto:Non mi interessa cosa fai per vivere,
voglio sapere per cosa sospiri,
e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai,
voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l’amore,
per i sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna,
voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore,
se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita,
o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro.
Voglio sapere se puoi sederti con il dolore,
il mio o il tuo;
se puoi ballare pazzamente
e lasciare l’estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirci di cautela,
di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani.
Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera.
Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso,
se puoi subire l’accusa di un tradimento e, non tradire la tua anima.
Voglio sapere se sei fedele e quindi di fiducia.
Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni
se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio,
e continuare a gridare all’argento di una luna piena: SI!
Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai,
mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due,
e fare quel che si deve fare per i bambini.
Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui,
voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me, e non retrocedere.
Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove,
voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l’ha fatto.
Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso,
e se veramente ti piace la compagnia che hai nei momenti vuoti.


Scritto da un’indiana della tribù degli Oriah (1890)
Bella da togliere il fiato... :flower:
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