Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Discussioni e domande sugli infortuni e sui metodi per superarli

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AL 2011
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da AL 2011 »

Andrew. ha scritto:ciao a tutti
cronaca della mia bandelletta:
dopo piccole avvisaglie sottovalutate per ignoranza, mi fermo ad aprile con fastidio molto molto acuto dopo la corsa che poi scompare nel giro di un paio di giorni. appena riprovo a correre non riesco a chiudere il terzo kilometro.
mi fermo per un mese abbondante.
indirizzato dalla società da valido fisioterapista (segue noto triatleta e ultrarunner della zona), mi affido con fiducia.
visita pressochè nulla, conferma la bandelletta, ad occhio mi dice che il bacino è perfettamente in asse, non palpa o massaggia nulla, prospetta 3 infiltrazioni di cortisone, fascia sottorotulea e corrici tranquillo sopra.
la cosa non mi soddisfa (soprattutto la fasciasottorotulea) ma mi affido con fiducia seguendo attentamente tutte le indicazioni.
ogni tentativo di ripresa come da sua indicazione naufraga fra il secondo e il terzo kilometro, fastidio molto acuto.
altro stop di un mese abbondante.
rx sotto carico ok.
visita da ortopedico in centro ritenuto valido x ginocchia: smuove energicamente in tutte le direzioni l'articolazione del ginocchio, tira, comprime, palpa quasi fastidiosamente. esclude il minimo problema meniscale, conferma infiammazione della bandelletta, consiglia eco ma spiega che la diagnosi è fondamentalmente funzionale, prescrive ionoforesi e tecar, al persistere del problema onde d'urto.
eco evidenzia lieve ispessimento della bandelletta, resto tutto ok.
mi rivolgo a centro di riabilitazione sportiva dove sottopongo tutto e vengo visitato da fisioterapista (che puntualmente critica apertamente il lavoro del collega infiltratore). rileva bacino leggermente fuori asse, piede dx che tende a supinare eccessivamente x compensare e genera eccessiva tensione nella fascia lata. ergo la bandelletta si infiamma, ipse dixit.
mi fa fare esame baropodometrico e mi spedisce fra le mani dell'osteopata del centro. concordano sulla sua diagnosi, decidono per 3 sedute di tecar x sfiammare e ammorbidire tutta la fascia lata e poi alcune manipolazioni dell'osteopata. escludono la necessità di plantari.
nel frattempo lavoro per conto mio su core e foam roller a quintali.
quattro manipolazioni da osteopata, scricca qui e scricca la, ammorbidisce la fascia lata, manipola lo psoas e spiega dettagliatamente esercizi di rinforzo prima di ricominciare con la corsa.
seguo tutto scrupolosamente.
mi da il via e provo a ricominciare, al quarto kilometro il fastidio si riacutizza e capisco che non è cambiato molto.
nel frattempo (e siamo a ottobre) ho ottenuto un appuntamento da ortopedico (contattato a luglio) che si occupa di rieducazione posturale, figlio di noto massaggiatore sportivo, entrambi professionisti stimati.
espongo tutto, non critica nessuno ma spiega: cortisone sfiamma ma non agisce sulla causa. noi dobbiamo trovare la causa e agire su quella. il suo business sono i plantari quindi mi aspettavo il pippone sul plantare miracoloso.
breve visita e rileva: piede piatto di secondo grado, leggera pronazione, bacino leggermente fuori asse e perone bloccato. manipola il perone e a sua detta lo sistema. mi dice di provare a correre max 30 minuti con scarpe con supporto per pronazione e mi rivede dopo due settimane.
ma quindi tutti quegli scrocchi alla schiena che faceva l'osteopata a cosa sono serviti se il bacino è sempre fuori asse ?
corro 5 km con mizuno inspire, fastidio gli ultimi minuti ma più leggero delle altre volte. soprattutto quasi nessun fastidio a scendere le scale dopo la corsa.
dopo due giorni riprovo altri 5 km e il fastidio è più lieve.
corro a giorni alterni, non aumento il kilometraggio, ritmo sempre intorno ai 5 min/km (alla fine ero fermo da sei mesi) e dopo alcune uscite il fastidio è praticamente assente.
torno da lui ed espongo la situazione. mi tratta nuovamente, perone, L4 e fascia lata. mi spiega dove ho un trigger point al fondo del vasto laterale, me lo fa sentire, lo tratta e mi spiega come trattarlo da solo. rileva il polpaccio dx leggermente contratto secondo lui conseguenza dell'uso delle scarpe con supporto a cui non ero abituato. mi dice di continuare a correre, con cautela e intelligenza nell'aumento del kilometraggio e buoni recuperi. mi rivede fra tre settimane e se le cose vanno bene sarà l'ultima.

non so se ne sono uscito, questa mattina ho fatto 7 km e tutto ok.
se continuo a non aver problemi la mia idea sarebbe di aumentare un kilometro al mese, arrivare a 10 e li fermarmi per almeno un paio di mesi. poi iniziare con leggero potenziamento e vedere come va. cosa ne dite ? avete consigli e indicazioni per una ripresa corretta ?

grazie a tutti
ciao
Ciao leggendo la tua storia mi ci rivedo. Ti dispiacerebbe dirmi che trattamento ti ha insegnato a fare da solo sul perone e sul vasto laterale?
Grazie.
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Andrew.
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Andrew. »

ciao AL
il perone me lo ha trattato lui per restituirgli mobilità mentre il trigger point al fondo del vasto laterale lo ha trattato prima con una manipolazione poi con una "mano per massaggi" usando arnica in gel come lubrificante.
il trigger point è come una piccola contrattura, palpando senti la zona indurita (non me ne vogliano gli esperti per una descrizione così sommaria).
nel mio caso è circa quattro dita sopra il ginocchio spostato verso l'esterno coscia. mi ha spiegato che posso usare una mano per massaggi come la sua (si trova anche al decathlon), una palla da biliardino oppure una nocca. metto un pò di arnica in gel per non abradere la pelle e sfrego energicamente e in profondità la piccola zona interessata per un minuto.
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AL 2011
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da AL 2011 »

Grazie Andrew, proverò!!!
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Muzak
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Muzak »

Ma se uno non si ferma e visto che il dolore scompare dopo qualche giorno il richisco qual'è? ossia si può strappare sfilacciare rompere la bandeletta?
Lo chiedo perchè dicono appunto di non fare riposo assoluto ma di abbassare attività e riprendere lentamente...
5 km - 00:22:20
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luigigaristo
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da luigigaristo »

io sono fermo da due settimane (anche se la mia è un'autodiagnosi), il dolore è scomparso, sto facendo streching e rullo ma ho paura a provare a correre...
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Bark_Psychosis

Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Bark_Psychosis »

Muzak ha scritto:Ma se uno non si ferma e visto che il dolore scompare dopo qualche giorno il richisco qual'è? ossia si può strappare sfilacciare rompere la bandeletta?
Lo chiedo perchè dicono appunto di non fare riposo assoluto ma di abbassare attività e riprendere lentamente...
Si può infiammare e reinfiammare fino a inspessirsi e a quel punto la sindrome si cronicizza, e son dolori.
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Muzak
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Muzak »

Quando dite rullo lo fate proprio sulla bandeletta o su altri muscoli?!
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Bark_Psychosis

Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Bark_Psychosis »

Si fa sulla fascia lata, il muscolo che si attacca proprio sulla bandeletta. Rilassandola (occhio che le prime volte sarà assai doloroso) si scaricherà la tensione sulla bit e se ne favorirà la disinfiammazione


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Muzak
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Muzak »

Cavolo ieri ho massaggiato con il FOAM dopo mi sentivo come non mi sentivo da tempo veramente sciolto e rilassato (in quella zona...).
Anche oggi sono adnato a correre e per i 5 km non ho sentito minimamente niente....
(domenica avevo fatto 30 km e durante aveva tenuto dopo ero un pò piegato: gamba di legno...).
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luigigaristo
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da luigigaristo »

io sto usando il rullo con tutte quelle "pretuberanze" :) e le prime volte era un calvario, ora è quasi piacevole...
GC: luigigaristo
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