Ciao leggendo la tua storia mi ci rivedo. Ti dispiacerebbe dirmi che trattamento ti ha insegnato a fare da solo sul perone e sul vasto laterale?Andrew. ha scritto:ciao a tutti
cronaca della mia bandelletta:
dopo piccole avvisaglie sottovalutate per ignoranza, mi fermo ad aprile con fastidio molto molto acuto dopo la corsa che poi scompare nel giro di un paio di giorni. appena riprovo a correre non riesco a chiudere il terzo kilometro.
mi fermo per un mese abbondante.
indirizzato dalla società da valido fisioterapista (segue noto triatleta e ultrarunner della zona), mi affido con fiducia.
visita pressochè nulla, conferma la bandelletta, ad occhio mi dice che il bacino è perfettamente in asse, non palpa o massaggia nulla, prospetta 3 infiltrazioni di cortisone, fascia sottorotulea e corrici tranquillo sopra.
la cosa non mi soddisfa (soprattutto la fasciasottorotulea) ma mi affido con fiducia seguendo attentamente tutte le indicazioni.
ogni tentativo di ripresa come da sua indicazione naufraga fra il secondo e il terzo kilometro, fastidio molto acuto.
altro stop di un mese abbondante.
rx sotto carico ok.
visita da ortopedico in centro ritenuto valido x ginocchia: smuove energicamente in tutte le direzioni l'articolazione del ginocchio, tira, comprime, palpa quasi fastidiosamente. esclude il minimo problema meniscale, conferma infiammazione della bandelletta, consiglia eco ma spiega che la diagnosi è fondamentalmente funzionale, prescrive ionoforesi e tecar, al persistere del problema onde d'urto.
eco evidenzia lieve ispessimento della bandelletta, resto tutto ok.
mi rivolgo a centro di riabilitazione sportiva dove sottopongo tutto e vengo visitato da fisioterapista (che puntualmente critica apertamente il lavoro del collega infiltratore). rileva bacino leggermente fuori asse, piede dx che tende a supinare eccessivamente x compensare e genera eccessiva tensione nella fascia lata. ergo la bandelletta si infiamma, ipse dixit.
mi fa fare esame baropodometrico e mi spedisce fra le mani dell'osteopata del centro. concordano sulla sua diagnosi, decidono per 3 sedute di tecar x sfiammare e ammorbidire tutta la fascia lata e poi alcune manipolazioni dell'osteopata. escludono la necessità di plantari.
nel frattempo lavoro per conto mio su core e foam roller a quintali.
quattro manipolazioni da osteopata, scricca qui e scricca la, ammorbidisce la fascia lata, manipola lo psoas e spiega dettagliatamente esercizi di rinforzo prima di ricominciare con la corsa.
seguo tutto scrupolosamente.
mi da il via e provo a ricominciare, al quarto kilometro il fastidio si riacutizza e capisco che non è cambiato molto.
nel frattempo (e siamo a ottobre) ho ottenuto un appuntamento da ortopedico (contattato a luglio) che si occupa di rieducazione posturale, figlio di noto massaggiatore sportivo, entrambi professionisti stimati.
espongo tutto, non critica nessuno ma spiega: cortisone sfiamma ma non agisce sulla causa. noi dobbiamo trovare la causa e agire su quella. il suo business sono i plantari quindi mi aspettavo il pippone sul plantare miracoloso.
breve visita e rileva: piede piatto di secondo grado, leggera pronazione, bacino leggermente fuori asse e perone bloccato. manipola il perone e a sua detta lo sistema. mi dice di provare a correre max 30 minuti con scarpe con supporto per pronazione e mi rivede dopo due settimane.
ma quindi tutti quegli scrocchi alla schiena che faceva l'osteopata a cosa sono serviti se il bacino è sempre fuori asse ?
corro 5 km con mizuno inspire, fastidio gli ultimi minuti ma più leggero delle altre volte. soprattutto quasi nessun fastidio a scendere le scale dopo la corsa.
dopo due giorni riprovo altri 5 km e il fastidio è più lieve.
corro a giorni alterni, non aumento il kilometraggio, ritmo sempre intorno ai 5 min/km (alla fine ero fermo da sei mesi) e dopo alcune uscite il fastidio è praticamente assente.
torno da lui ed espongo la situazione. mi tratta nuovamente, perone, L4 e fascia lata. mi spiega dove ho un trigger point al fondo del vasto laterale, me lo fa sentire, lo tratta e mi spiega come trattarlo da solo. rileva il polpaccio dx leggermente contratto secondo lui conseguenza dell'uso delle scarpe con supporto a cui non ero abituato. mi dice di continuare a correre, con cautela e intelligenza nell'aumento del kilometraggio e buoni recuperi. mi rivede fra tre settimane e se le cose vanno bene sarà l'ultima.
non so se ne sono uscito, questa mattina ho fatto 7 km e tutto ok.
se continuo a non aver problemi la mia idea sarebbe di aumentare un kilometro al mese, arrivare a 10 e li fermarmi per almeno un paio di mesi. poi iniziare con leggero potenziamento e vedere come va. cosa ne dite ? avete consigli e indicazioni per una ripresa corretta ?
grazie a tutti
ciao
Grazie.