l'indice glicemico, com'è noto ai più questo valore rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in carboidrati.
Tanto più semplice è la loro struttura e tanto più alto risulta l'indice glicemico, e viceversa. Il Vitargo, pertanto, in teoria dovrebbe presentare un indice glicemico inferiore rispetto agli altri carboidrati contenuti negli integratori energetici.
Il motivo di questa relazione risiede nei maggiori tempi di digestione necessari per scomporre le sue lunghe catene, il che garantirebbe un flusso costante di glucosio, prevenendo eccessivi picchi glicemici ed insulinici.
Nonostante le premesse teoriche, sul proprio sito internet l'azienda comunica che, pur non esistendo dati specifici, i valori di glucosio ed insulina registrati dopo assunzione di vitargo, lasciano suppore un indice glicemico superiore rispetto alle maltodestrine, pari a circa 137 (valore evidentemente calcolato prendendo come riferimento a 100 l'indice glicemico del pane bianco, secondo il quale il glucosio mostra un indice glicemico pari a 140; di conseguenza il vitargo presenterebbe un indice glicemico sovrapponibile a quello del glucosio puro).
Evidentemente la struttura del vitargo è più ramificata rispetto a quella delle maltodestrine, il che facilita l'azione delle amilasi esponendo alla loro azione una maggiore superficie specifica del carboidrato.
Tutte queste caratteristiche giustificano la grande efficacia del Vitargo nel ripristino delle riserve muscolari ed epatiche di glicogeno dopo un intenso sforzo fisico.
Nel corso di diversi studi tale proprietà si è dimostrata di gran lunga superiore rispetto a quella di altri comuni integratori di carboidrati.
Tratto da
http://www.my-personaltrainer.it/integr ... targo.html