Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?

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mantissa
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Messaggio da mantissa »

questo però è il risultato della propria tecnica di corsa in funzione della scarpa che si indossa, credo.
perché con una tecnica adeguata il piede dovrebbe comunque atterrare "correttamente" anche con una A3, con in più, però, la presenza di un tacco (morbido) che mantiene il tallone elevato da terra e allevia un po' il lavoro del polpaccio. mentre con una tecnica di corsa sballata la funzione della A3 è alleviare l'impatto, mentre quella di una minimale è cercare di "correggere" il tuo passò sennò ti ci stronchi direttamente. al singolo sta di scegliere se lavorare in un verso o nell'altro, fermo restando che il lavoro di correzione si può fare, anche se diversamente, pure con una A3.

logico però che le contaminazioni fra stile e scarpa siano vicendevoli: una A3 tende sia a sporcare lo stile (anche nella maniera che tu dici) che a "proteggerlo" nella maniera di cui sopra.
il tutto va sempre considerato in relazione a sé, partendo dal presupposto che teorie assolutamente esatte e universali non esistono in nessun campo, tantomeno qui.

di per me sono dell'idea che sia meglio prevenire lavorando sullo stile di corsa - e in questo l'approccio minimale può aiutare molto. ma c'è da considerare anche che questa non è cosa che interessi a tutti, in termini ampi, o che sia anche solo alla portata di ogni podista per ragioni molto varie (strutturali, per esempio, o anche cognitive, perché no).
come diceva Autumn le A3 in un certo senso "democratizzano" la corsa e la rendono più accessibile - con tutte le conseguenze positive o negative del caso. fermo restando che la causa di traumi e infortuni non la si può dare in assoluto al tipo di scarpe che uno indossa.
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andrebarca78
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Re: Le abbiamo in pochi...e raramente i più veloci, perchè?

Messaggio da andrebarca78 »

Marcos ha scritto:Pero' una cosa secondo me va detta.
Che la corsa sia un gesto naturale e' vero. Questo pero' non significa che chiunque possa scendere dal divano su cui ha passato gli ultimi 5 anni e mettersi a correre un po' di chilometri.
Eppure e' quello che spesso si vuole far credere, o comunque in molti pensano: "la cosa importante e' iniziare con le scarpe giuste". Come se il peso, la tecnica di corsa, l'efficienza fisica, ecc non contino nulla... Vuoi correre ? Anche se fino a oggi il tuo sport era il bevitore di birra basta che ti metti delle scarpe super-ammortizzate ed essendo un gesto naturale non hai bisogno di altro.
Sto estremizzando e l'ho scritta in modo un po" provocatorio, ma purtroppo questa tendenza la noto un po' troppo spesso e secondo me e' un modo di pensare sbagliatissimo.
My 2 cent. 8)
..con me sfondi un aporta aperta su questo aspetto!!
Una frase che cito sempre a chi inizia a correre...ad esempio per dimagrire è:
"...ricordati che si dimagrisce per correre...non...si corre per dimagrire"
:D
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andrebarca78
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Re:

Messaggio da andrebarca78 »

mantissa ha scritto:questo è vero.
d'altra parte è anche vero che il concetto di scarpa con un differenziale di 8-12mm, al netto di un gesto di corsa non totalmente errato e sul tallone, aiuta a tenere elevato rispetto alla punta il tallone stesso, facendo affaticare meno il tendine di Achille e il polpaccio.
con una minimale (differenziale 0-4mm) a parità di distanza del tallone da terra il polpaccio lavora più intensamente (non c'è il tacco a sostenere) e in maniera "naturale"; da qui un processo di adattamento che si potrebbe anche semplicemente chiamare allenamento.
questo per ricapitolare.

la presenza di un tacco "ingombrante" può avere diverse valenze: di sostegno e di protezione soprattutto. questo al netto dello stile di corsa.
se da una parte è vero che un differenziale accentuato previene l'affaticamento dei polpacci, è anche vero che non aiuta uno sviluppo di stile di corsa adeguato/efficiente, ma può far tendere ad adagiarsi nei propri "errori". per contrario è però chiaro che il solito tallone ingombrante protegge chi ha un pessimo gesto di corsa e che correndo senza protezione si stroncherebbe dopo mezzo chilometro.

alla fine la scarpa è un aiuto e una protezione, di qualunque categoria essa sia.
se uno vuole correre non gli resta che alzarsi e partire, facendo comunque un po' di attenzione - e la scelta della scarpa rimane una cosa, credo, molto importante.
per me il fatto che un commesso indirizzi un neofita tendenzialmente su di una A3/A4 - discorso affrontato qualche intervento fa - è quasi palese, per le ragioni appena scritte. poi sta al podista autodidatta informarsi, capire cosa fa di più al suo caso, e decidere se lavorare più o meno sul proprio gesto.
...mah, è un po' come dire (estremizzando), io voglio guidare, ma non voglio imparare, allora mi compro un carro armato, almeno non mi faccio male..
Sbaglio? :)
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mantissa
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Messaggio da mantissa »

è un po' come dire so guidare ma non conosco tutta la segnaletica.
la multa ci può stare ma non è detto che arrivi al 100%.
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ubald
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Re:

Messaggio da ubald »

mantissa ha scritto:questo però è il risultato della propria tecnica di corsa in funzione della scarpa che si indossa, credo.
perché con una tecnica adeguata il piede dovrebbe comunque atterrare "correttamente" anche con una A3, con in più, però, la presenza di un tacco (morbido) che mantiene il tallone elevato da terra e allevia un po' il lavoro del polpaccio. mentre con una tecnica di corsa sballata la funzione della A3 è alleviare l'impatto, mentre quella di una minimale è cercare di "correggere" il tuo passò sennò ti ci stronchi direttamente. al singolo sta di scegliere se lavorare in un verso o nell'altro, fermo restando che il lavoro di correzione si può fare, anche se diversamente, pure con una A3.

logico però che le contaminazioni fra stile e scarpa siano vicendevoli: una A3 tende sia a sporcare lo stile (anche nella maniera che tu dici) che a "proteggerlo" nella maniera di cui sopra.
il tutto va sempre considerato in relazione a sé, partendo dal presupposto che teorie assolutamente esatte e universali non esistono in nessun campo, tantomeno qui.

di per me sono dell'idea che sia meglio prevenire lavorando sullo stile di corsa - e in questo l'approccio minimale può aiutare molto. ma c'è da considerare anche che questa non è cosa che interessi a tutti, in termini ampi, o che sia anche solo alla portata di ogni podista per ragioni molto varie (strutturali, per esempio, o anche cognitive, perché no).
come diceva Autumn le A3 in un certo senso "democratizzano" la corsa e la rendono più accessibile - con tutte le conseguenze positive o negative del caso. fermo restando che la causa di traumi e infortuni non la si può dare in assoluto al tipo di scarpe che uno indossa.
no, macchè, introdurre un differenziale elevato porta a forzare per atterrare di avampiede e comunque avanza il punto naturale di atterraggio. Non è mai indifferente introdurre qualcosa che cambia la meccanica di corsa del nostro corpo. Poi, ricordiamoci che c'è chi corre anche a piedi nudi con un appoggio di tallone, non estremo, diciamo di mesopiede arretrato: finchè lo si fa con atterraggio del piede sotto il baricentro, è tutto corretto. Infatti, badiamo bene, quando parliamo di corsa naturale non dobbiamo fare riferimento ad un solo tipo di appoggio del piede, che può cambiare in base a varie caratteristiche fisiologiche oltre che alla velocità del passo. Certo la corsa naturale non è quella camminata accelerata, con atterraggio pesante sul tallone a gamba estesa, a busto dritto e braccia raccolte che spesso si vede per strada!
Le A3 hanno portato molti a correre senza spendere energie nel badare allo stile (o con piedi ormai molto poco forti e non più elastici, cosa che rende molto difficile correre con lo stile che sarebbe proprio della natura umana), ma la traumaticità articolare rimane elevata anche con l'ammortizzazione, visto che risulta insufficiente allo scopo e comunque si scarica in fretta.
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mantissa
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Messaggio da mantissa »

ecco, di questo non sono del tutto convinto: ovvero che il differenziale accentuato porti ad avanzare assolutamente il punto di impatto col terreno.
per il resto sì, è normale che l'ammortizzazione di una A3 non sia strettamente sufficiente a preservare da infortuni. questo sarebbe altrimenti un discorso per assurdo perché qualunque pratica sportiva ti porta a subire dei traumi a prescindere dai supporti che si usano e dalla raffinatezza della propria tecnica. pensare che esista qualcosa che ti preservi totalmente dai traumi è illogico: come già detto esistono vari sistemi e tecniche per migliorare protezione ed efficienza, e a ognuno sta scegliere la propria via, visto che lo scopo della pratica sportiva dovrebbe essere tendenzialmente il benessere.
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Re:

Messaggio da Marcos »

mantissa ha scritto:è un po' come dire so guidare ma non conosco tutta la segnaletica.
la multa ci può stare ma non è detto che arrivi al 100%.
E quindi a uno che vuole imparare a guidare non gli consigliamo di imparare la segnaletica ma di coprire la targa per non prendere la multa ?
PB
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Messaggio da mantissa »

no, dài. non andiamo per paradossi, era solo una similitudine.
è come dire so guidare (so correre) ma non conosco tutta la segnaletica (approfonditamente la tecnica).
la multa (l'infortunio) ci può stare ma non è detto che arrivi al 100%.

è ovvio che uno voglia minimizzare i rischi, perché chi è che ama farsi male (prendere multe)?
ma non siamo fatti tutti uguali, e a ognuno i suoi metodi, scendendo a patti con quelle che sono le proprie caratteristiche, voglie, peculiarità, eccetera eccetera.
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Re:

Messaggio da Marcos »

mantissa ha scritto: ma non siamo fatti tutti uguali, e a ognuno i suoi metodi, scendendo a patti con quelle che sono le proprie caratteristiche, voglie, peculiarità, eccetera eccetera.
Provocavo :mrgreen:

Vero, la cosa migliore alla fine è sempre quella per cui ognuno scelga quello che ritiene sia il meglio per sè.
Rimane il fatto però che lo "status quo" delle scarpe super-ammortizzate è una barriera comunque molto alta e difficile da scalfire.
Anche adesso su runner's world italia c'è un articolo sulla tecnica di corsa fatto abbastanza bene, dove si spiega giustamente come si dovrebbe correre a livello postura, appoggio ecc.
http://www.runnersworld.it/moduli/artic ... 013_04.pdf

Però alla fine c'è il classico angolo "dell'esperto" (un medico dello sport che collabora con la rivista) il quale se ne esce con questa frase:
Che ruolo può avere la corsa minimalista o a piedi nudi?
«Gli studi di noi medici sono pieni di persone che s’infortunano per il solo fatto di
camminare sulla spiaggia a piedi nudi o con le infradito. La verità è che siamo tutti
disabituati al movimento. Anche i bambini di oggi non sono più abituati alle attività
motorie. Dunque le scarpe minimaliste possono avere un ruolo solo se usate
con grande moderazione, mai per l’allenamento vero».

Perchè bisogna dire certe stronzate spacciandole per verità assoluta ???
:twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted: :twisted:
PB
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Messaggio da mantissa »

bèh, in effetti le minimaliste dovrebbero aiutare proprio in quel ruolo di allenamento che si va via via perdendo, un poco alla volta.
mah.

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