TCS NYC Marathon - New York (US) - 04/11/2018

[Scut]

Butta il cronometro e divertiti perché davvero non ho mai vissuto dei momenti così belli finora!

[lp26]

A NY puoi evitare di pensare al cronometro! Pensa a divertirti, pensa a gustarti ogni metro che corri, così scopri i vari stili di NY, Dalle casette a Brooklyn, fino ai grattacieli di Manhattan, passando per il Bronx etc...

[Fiurellen]

@fiurellen la NYCM mi ha sempre dato l'idea di uno show, un evento, mentre la BM di un affaire per runners duri e puri. poi probabilmente se guardiamo alla media dei primi X tempi manco e' cosi', ma rimane la mia impressione. quindi pur non ricadendo nella categoria di cui sopra, Boston mi attira di piu'. e poi costa meno e ho qualche vaghissima speranza di un BQ.

Sono d'accordo con te! Anch'io vivo esattamente cosi' la maratona di Boston, la vedo come la maratona per i veri runner, la faro' un giorno se e solo se me la saro' guadagnata. Io probabilmente vivo quella di NY in un modo diverso da altri anche perche' ci vivo e vedo la citta' tutti i giorni.
Ad esempio vivevo in un modo simile MA AL CONTRARIO la maratona di Milano quando vivevo li', e' proprio l'opposto di NY, ci ho vissuto 11 anni e l'ho corsa una sola volta, prendendomi gli insulti dei milanesi perche' bloccavamo il traffico, assurdo, mai piu'.

[elisa udine]

bellissimo Scut! quante emozioni!!!!

[fader]

Eccomi anche io appena tornato in Italia. L'ho corsa da infortunato a seguito di un incidente. Poco male, l'arrivo è stato più bello.
Fantastico Brooklyn con il gospel, le suore (o almeno mi sembravano) che cantavano, i gruppi rock.
Assordante Manhattan con tutti che chiamavano il mio nome, e che mi hanno aiutato a superare i dolori che ad un certo punto erano maggiori della fatica.
Maledetta l'acqua gelata che ad un ristoro mi ha mandato ko lo stomaco (cavolo, questo è il primo consiglio che darò a chiunque correrà questa gara..Un the caldo mi avrebbe salvato la vita).
Lunghissima la first avenue che è più in salita di quanto pensavo(me l'avevano detto ma non gli ho voluto credere).
Ma che emozione Central Park, quando ormai ho capito che ce l'avrei fatta.
Sono arrivato lontano da quanto avevo preparato, ma è stato bello poter esserci.

È vero, Questa maratona è un fenomeno italiano ma è proprio questo che mi ha fatto avvicinare a questo mondo provenendo da anni di mezze. Ho amato gli allenamenti e vedere il corpo che riusciva a oltrepassare i limiti, ho amato tutti i dettagli che non si possono trascurare in una distanza del genere.
Beh, grazie a new York mi sono avvicinato alla lunga distanza e mi è piaciuta e non la lascerò (anche perché devo correrne almeno un'altra in forma )

[ele75]

Ciao a tutti e complimenti per i grandissimi tempi che avete fatto
Anche io nel mio piccolo sono tornata camminando sulle nuvole dalla felicità, dopo aver fatto Roma ed Edimburgo ho scelto di fare per la prima volta tre maratone in un anno e che l'ultima di queste fosse New York, il mio obiettivo dichiarato era 4 ore e 45, che avrebbe voluto dire migliorare di due minuti le prime due, tutti però mi dicevano che sarebbe stata dura perchè il percorso è mosso e difficile. Beh! Non ci credevo nemmeno io ma è arrivato un inaspettato 4 ore 40' 36”, 7 minuti meglio di Edimburgo, nonostante 1 mese di stop per un problema ad un polpaccio ad ottobre.
Visto che non potevo sapere se in futuro rifarò questa esperienza, avevo deciso di fare tutto quello che il TO offriva, non volevo lasciare nessuna opportunità anche se non ero abituata a correre nei due giorni precedenti alle maratone, al venerdì ho corso intorno al laghetto del Reservoir a Central Park l'allenamento programmato con Orlando Pizzolato, per poi andare a ritirare i pettorali all'Expo e sentire l'adrenalina iniziare a circolare per la garetta del sabato mattina, la Dash to the finish line.
La notte non ho dormito, troppo agitata per farlo, alle 4 io e la mia compagna di stanza eravamo già in piedi e alle 4,30 ero a fare colazione con tutta calma, tanto avevo tantissimo tempo prima di partire per prendere il ferry. Dopo quella che mi è sembrata un'eternità, sono arrivata al villaggio blu e ho steso un telo termico a terra per sedermi a mangiucchiare qualche biscotto che mi ero portata dietro, visto lo stato di agitazione totale non era proprio il caso di provare le barrette che ti offriva l'organizzazione o i bagel giganti.
Dopo aver sentito il primo colpo di cannone e poi il secondo, aprono la nostra griglia, l'ultima, all'ultima lettera disponibile, dietro di noi il silenzio lasciato dai 52.000 di New York. Lascio i vestiti di troppo ben piegati nel sacco che tiene una volontaria, mi ringrazia e mi fa gli auguri, entro in griglia ed ecco il terzo botto, mi incammino con gli altri verso la start line, quarto botto, guardo l'altro lato del ponte e della wave 4 non rimane nessuno, noi invece dobbiamo ancora partire, sono le 11.14 quando calpesto la linea ed inizio il mio viaggio più bello.
Il ponte sembra non finire mai e il vento accompagna i nostri passi, poi ecco che tutto esplode in un boato assurdo, è Brooklyn che fa sentire la sua voce in un tripudio di incitamenti e musica, colori e cartelli di ogni tipo, ironici, motivanti, divertenti. Il ritmo non si trova perchè c'è da superare, scartare, evitare contatti da tutte le parti, è pieno di gente che cammina o che si ferma di colpo costringendomi a fermarmi e ripartire, ma sapete che c'è? Mi sto divertendo un casino, pagherò dopo gli scatti nei pochi varchi per passare, penso, però scatto lo stesso. Ad un certo punto i tre gruppi della wave 4 si riuniscono, una transenna mi divide da due runners con la giacca del mio TO, mi avvicino e li saluto mentre li supero, uno ha la macchina fotografica e mi chiama dicendo aspetta, ti faccio una foto, e io che fatico a fermarmi e fremo per ripartire, dove vai così? Mi chiede, e io avviandomi gli grido, boh? Io provo ad andare, ciao.
E continuo a superare per tutto il percorso, divertendomi come una bambina, non mi era mai capitato di superare tanta gente, di solito superano me. Arrivo al Queensboro Bridge con le parole di Pizzolato in testa, quel ponte ti stronca e da lì mancano ancora 17 Km, mica è finita. Le gambe però girano e in salita supero ancora tanta gente, la 1th passa in un frastuono che mi esalta, quando poi costeggio Central Park in quella interminabile salita aspettando la svolta a destra che porta dentro il parco, sento solo il mio nome ripetuto di continuo, stringo i denti e accelero, inizio ad emozionarmi ma non è ancora finita, mancano due miglia che passano in fretta fino a Columbus Circle, ecco l'ultimo tratto, accelero ancora e mi lancio verso un traguardo che ho sognato per diversi mesi e che ora è lì ad attendermi, quasi non ci credo, sono strafelice ma appena mi mettono al collo la medaglia e mi fanno le congratulazioni, mi dispiace che sia già finita.
Prendo il ristoro, mangio la mela più buona che ricordi, cammino in mezzo ad un sacco di gente felice come me e ricevo il poncho, caldo e comodo, è davvero finita.
Pacche sulle spalle e congratulazioni piovono da tutte le parti per tutta la sera, anche mentre mi godo una fantastica bistecca o mentre viaggio in metro, perchè basta avere la medaglia al collo per essere al centro di tante attenzioni, per i newyorkesi hai fatto qualcosa di grande che loro non riuscirebbero a fare e quindi meriti la loro ammirazione, è quasi imbarazzante per una schiappa come me vedere che mi chiedono il tempo e apprezzano il mio risultato. Spiace dirlo ma da noi non capita spesso, tante volte se dico che ci ho messo 4 ore e 47 mi dicono “va beh, hai camminato”.
Il giorno dopo il sogno continua, a New York puoi, anzi devi, portare con orgoglio la medaglia sopra la giacca per tutto il giorno, arriverà a casa così, la tolgo solo al metal detector della Freedom Tower, dove il TO ci aspetta per la foto ricordo, e a quello dell'aeroporto. Ora il viaggio è davvero finito, ma resterà nella mia mente e nel mio cuore per lungo tempo, fino a quando potrò fare il bis credo, perchè sarà difficile scalzare quel pubblico e quella maratona dal primo posto della mia personale classifica. Scusate se mi sono dilungata, ma anche tutte queste parole non bastano a descrivere quanto mi frulla in testa. Alla prossima.

[warcraft]

Molto bello anche il tuo racconto ele75,così come quelli precedenti,le stesse sensazioni le ho provate anch'io nell'attesa della partenza,su tutto il percorso,all'arrivo,il dopo gara con i complimenti di tutti colori che si incontrano....c'è poco da fare,sono stati bravi loro,nel tempo a costruire un evento mediatico del genere,inimitabile ed unico,durante il quale anche il runner meno "competitivo"si sente trattato allo stesso modo dei campioni,si sente una volta tanto un "vincente" e non ci trovo assolutamente nulla di male che tanti Italiani trovino tutto questo talmente appagante da fare sacrifici economici per poterci essere....e continueranno ad andarci sempre di più senza curarsi degli snob del running che preferiscono le gare "dure e pure"....

[oscar56]

I racconti fioccano ed è come vedere tanti film, bellissimo leggervi.

[lp26]

Ciò che dice Warcraft è verissimo: la gente intorno a te, ti fa sentire SEMPRE più importante: son stati fatti 42! Non è proprio una scemenza! Loro riescono a trasmetterti un entusiasmo pazzesco!!! In vita mia ho fatto un bel numero di gare: triathlon, corsa, nuoto, ciclismo. Ho avuto la fortuna di essere anche pro nel nuoto e ho portato a casa anche medaglie. Però in questi anni ho notato che da noi si celebrano i vincenti per (al massimo) qualche ora. Poi finisce lì. Se poi sei solo un anonimo partecipante nessuno ti caga. Ho partecipato per anni ad una traversata di circa 14 km di un lago... Tutti i nuotatori che portavano a termine la gara ricevevano la medaglia.Infondo anche qui l'impresa non è da poco... Però tornavi subito nel tuo anonimato. L'emozione provata a NY, da quando mi è stata messa al collo la medaglia è stata di... ESALTAZIONE DELLA PERSONA! I congrats o congratulation ricevuti non si contano! Gente che, per esempio, mentre ero al bar il giorno dopo, con la medaglia con me, si è alzata per darmi la mano e congratularsi! O al JFK, mentre eravamo in fila, i poliziotti venivano a complimentarsi e a chiedere informazioni varie... In quel momento ti senti ancora più importante e carico e vedi che il loro modo è sincero! Non frega a nessuno che tu abbia la medaglia perchè sei arrivato primo, secondo, centesimo o ultimo! Per loro sei un grande! Gli americani potranno esser criticati per tante cose, ma da questo punto punto di vista, noi dobbiamo imparare tanto! Ah, e finalmente ho potuto ascoltare l'inno dal vivo e ho potuto vedere con i miei occhi quanto loro siano veramente attaccati alla loro bandiera! Giuro che in quel momento il loro silenzio (e quindi rispetto) faceva tremare le gambe

[SimoGila]

bravissimi tutti, leggendo i vostri racconti, nonostante un anno passato le emozioni tornano a galla ancora vivissime

è stata la prima... ma non l'ultima (spero)! quest'anno per me si corre Firenze e il mantra è sempre lo stesso "if you can make it there you can make it anywhere"