TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Appuntamenti, esperienze, domande sulla più classica delle gare: la maratona

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ARIJAN
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da ARIJAN »

Tornato oggi da New York!
42 km sono sempre 42 km ovunque tu li faccia... New York la consiglio a tutti..... il pubblico è la differenza!!!
Ognuno la vive come vuole... io me la sono goduta tutta... guardando le facce del pubblico che ti incita per 42 km e guardando le facce dei runner che non credevano ai loro occhi!! Esperienza indimenticabile che spero di rifare già il prossimo anno.
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Beppogo Utente donatore Donatore
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da Beppogo »

@ARIJAN complimenti =D>
Se ti perdi almeno 3 volte nel negozio svedese di mobili, ti convalidano il cammino di Santiago

A scanso d’equivoci, amo il cammino
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pippotek Utente donatore Donatore
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da pippotek »

shasha74 ha scritto: 4 nov 2019, 18:07 ....però io come prima estera ho scelto Atene....la madre.
Ho letto che ci sarà Baldini e che la vuole correre in 2h59'59" :-"
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da shasha74 »

remember.... :mrgreen:
Vado dritto e sicuro, prendo la strada che non fa nessuno. Giuro che vado piano e quando arrivo, promesso, ti chiamo.
dal 11/10/15 36x42
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cris65
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da cris65 »

tornato ora da NYC.

Ho iniziato a correre 3 anni fa, a 51 anni, con il segreto obbiettivo di partecipare alla maratona di New York.
Piano piano, dopo percorsi intermedi di qualche mezza e qualche maratona, muro compreso, ho capito che era possibile.
Sono stato estratto alla lotteria e ho trascorso i mesi restanti continuando ad allenarmi con carichi progressivi con grande motivazione,
costanza e grande felicità, pensando che "ciò che ci da gioia non è la destinazione ma il viaggio", ma non credevo che la destinazione
potesse avere un emozione così forte.

Sono state 3.33.26 di immensa gioia,e veramente di forti emozioni,
quindi mi fa sorridere sentire che 42 km sono uguali ovunque.



Un saluto.
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dopaminoagonista Utente donatore Donatore
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da dopaminoagonista »

Eccomi qua.
Scusate il ritardo e l'assenza di questi giorni, ma è stata una trasferta per me fisicamente MOLTO impegnativa, non solo il giorno della gara, ma anche i due giorni precedenti, il giorno dopo e i due viaggi di andata e ritorno. Ora finalmente mi sto riprendendo.

Io finora non avevo mai corso gare all'estero per cui non posso fare paragoni. Quello che posso dire però è che la maratona di New York è semplicemente fantastica.
In tutta la mia vita non avevo mai vissuto un'esperienza del genere; più che una corsa è stata una festa pazzesca lunga 42 Km!
È vero che avevo letto parecchi commenti in proposito ma le parole non possono bastare per descrivere l'emozione che si prova, bisogna assolutamente viverla.
Migliaia di persone assiepate ai lati di tutti i 42 Km ti sostengono, ti incitano, ti applaudono come se fossi un eroe, gridando, cantando, storpiando il tuo nome all'americana, facendo un tifo incredibile dall'inizio alla fine con un entusiasmo e una passione davvero indescrivibili.
Per una volta è bastato l'incitamento di questa città unica al mondo a donarmi tutta la dopamina di cui avevo bisogno, insieme a lunghi momenti con la pelle d'oca e il sorriso stampato sulle labbra. E a farmi raggiungere un obiettivo che viste le premesse della vigilia sembrava inimmaginabile.

Provo a raccontare brevemente la mia gara, poi nei prossimi giorni sul blog pubblicherò tutte le foto e una cronaca dettagliata di una domenica mattina vissuta molto intensamente che resterà per sempre un ricordo indelebile dentro di me.

Mi sveglio alle 4:00 (i miei preparativi sono sempre un po' lunghi, questa volta più del solito, tanto che sono abituato a scrivermi una lista delle cose che devo fare e che devo prendere con me) tutt'altro che riposato. Tutti i Km percorsi per le strade di New York venerdì e sabato, su e giù dalla metro, si fanno sentire. I muscoli delle gambe sono duri e li sento già stanchi ancora prima di partire.
Impiego più di un'ora a prepararmi, poi prima colazione e alle 5:15 sono sul pullman che mi porta all'imbarco del ferry, che mi porta Staten Island, dove prendo un altro pullman, col quale finalmente giungo all'entrata del villaggio.
Il cielo è terso. L'umidità bassissima. C'è poco vento e l'aria è frizzantina. In poche parole giornata spettacolare, cosa si vuole di più dalla vita?
Prima di partire consegno la borsa (per riaverla poi indietro dopo il traguardo), faccio un paio di volte la fila ai bagni, seconda colazione e cerco @Fiurellen in mezzo alle migliaia di persone, ma purtroppo non riusciamo a beccarci.
Entro nel mio corral prima che chiuda e dopo un po' ci spostiamo ai piedi del ponte di Verrazzano. Il colpo d'occhio è davvero impressionante. Migliaia di runner a perdita d'occhio in tutte le direzioni, davanti a noi la struttura enorme del ponte che sembra salire verso il cielo e sullo sfondo i grattacieli di downtown Manhattan a chiudere la cartolina.
Visto il mio stato di forma non ottimale, l'idea iniziale è di chiuderla entro le 3h20' (partendo però piano sulla salita iniziale), un ritmo per me teoricamente abbastanza conservativo, con lo scopo di godersela senza pensare troppo al cronometro.

Colpo di cannone della prima wave e la marea umana inizia a muoversi andando ritmicamente su e giù. Io ho già i brividi e come al solito appena si comincia a correre tutte le ansie della vigilia e i mille acciacchi che mi perseguitano in un attimo spariscono, evaporano come se non fossero mai esistiti. Mi guardo intorno, sono felice di far parte di questo mare di persone e vengo pervaso da una sensazione di benessere assoluto, di chi non vorrebbe trovarsi in nessun altro luogo e in nessun altro momento e ne è consapevole. Ma è solamente l'inizio.
Sui ponti com'è risaputo non ci sono spettatori per motivi di sicurezza, ma bastano gli altri runner a fare festa per celebrare il momento. Mi godo la compagnia e respiro l'eccitazione di chi mi circonda; il primo miglio si sale e sarà l'unico che correrò al ritmo stabilito. Già al secondo miglio mi accorgo che le gambe girano da sole ad una velocità molto superiore al previsto. Provo a tirare il freno a mano ma c'è poco da fare, anzi mi sembra quasi di faticare di più se mi sforzo di rallentare. Boh.. sarà la discesa mi dico.

Poi si entra a Brooklyn e inizia la sarabanda. Il calore del pubblico è veramente impressionante. La gente si sporge dalle transenne, urla, sbraccia, non ti lascia solo un secondo. Anche la musica è quasi continua grazie all'alternarsi di band dal vivo di vario genere lungo il percorso.
Io corro tutta la gara nella corsia più esterna, quella più vicina alla gente. Probabilmente così faccio più strada, ma chi se ne frega, non posso pensare di non nutrirmi di tutte queste emozioni e voglio godermele il più possibile, anzi non capisco come possano gli altri runner non fare tutti lo stesso.
Batto un cinque a chiunque che me lo chieda, tutti gridano il mio nome, è tutto un "Go Edua'do!!", io li indico con la mano e sorrido, anzi rido di gusto come da tempo non mi succedeva.
A volte mi diverto ad incitare io il pubblico. Faccio degli urli di gioia, grido "let's gooooooooooooo!!!" mentre apro le braccia e le stendo all'indietro come fanno i bambini quando giocano e si divertono, oppure "come on Brooklyn!!" muovendo su e giù le braccia. Di risposta ottengo delle specie di boati che mi fanno salire ogni volta la pelle d'oca.
Molti si sporgono per passarti ogni cosa che pensano possa esserti utile: fazzoletti, bottigliette, frutta, barrette e alimenti di ogni genere. Io spesso li prendo per gentilezza anche se non mi servono, poi magari li restituisco più avanti. A un certo punto uno mi passa una cosa strana, quando ce l'ho in mano la guardo: è una crocchetta di patate!! Ma cosa me ne faccio?? :D
Molti agitano dei cartelli, alcuni veramente assurdi mi fanno sorridere, tipo "black toenails are sexy", "you're NOT almost there" al 5°Km, oppure "it's the last fucking bridge" uscendo dal Bronx.
In tutto questo a volte mi ricordo che devo anche correre, ma mi accorgo anche che in verità lo sto facendo alla grande. Secondo i piani dovrei tenere un ritmo gara di circa 4:44/Km, invece senza rendermene conto sto marciando ai 4:24/Km! Può sembrare una condotta di gara sconsiderata (e lo è) ma non me ne frega niente, le gambe girano da sole in preda all'entusiasmo, mi sto divertendo un casino e non sento la fatica, per cui non ho voglia di impormi di rallentare, controllare il ritmo e pensare a risparmiare energie.

Mi limito a "lappare" diligentemente ad ogni miglio; ogni volta che butto un occhio al Garmin leggo previsioni di tempo finale assurde, tra le 3h e le 3h5', ma non ci faccio caso più di tanto. Ci penserò più avanti.
Ad ogni miglio c'è anche un ristoro, e delle due sono addirittura troppi! Si rischia di fermarsi più del necessario, perdere del tempo e bere troppi "sali" che potrebbero anche dar fastidio allo stomaco.
L'unico problema incontrato finora è che ad un ristoro vengo urtato involontariamente da dietro da una ragazza (che subito si scusa), mi verso del gatorade in un occhio, mi si muove una lente a contatto e non vedo più niente. Per fortuna riesco a sistemarla, ma tornerà a darmi problemi più avanti.

Attraversato Brooklyn e il Queens c'è la salita del secondo ponte più impegnativo, il Queensboro che porta a Manhattan. Siamo già al 25°Km, approfitto dell'improvviso silenzio per fare un check della situazione e concentrarmi un po' sulla corsa.
Adesso i quadricipiti cominciano a farmi male sul serio. Tutti i Km camminati negli ultimi due giorni stanno chiedendo il conto ed è piuttosto salato, ma c'è poco da fare, dovrò portarmeli dietro fino al traguardo. Insieme al dolore al dorso del piede sinistro che mi perseguita da qualche settimana, il bicipite femorale sinistro reduce da una contrattura, un'enorme vescica che si sta formando sulla pianta del piede (sempre il sinistro), le ferite che stanno spuntando sulle dita di entrambi i piedi a causa dello sfregamento con le scarpe e i dolori ai polpacci, anch'essi piuttosto incavolati e maldisposti a proseguire.
Oltre naturalmente al Parkinson. Mi accorgo di aver saltato la seconda presa di mezza pastiglia prevista intorno al 20°, ma decido di non prenderla affatto, sento di non averne bisogno: per una volta, grazie al sostegno continuo della gente e agli effetti della corsa, la dopamina non mi manca.

Comincio dunque a pensare un po' alla corsa e per la prima volta mi rendo conto che il sub 3h10' è a portata di mano! Anzi, ho anche un margine di alcuni minuti da potermi gestire nella seconda parte di gara.
Poi però man mano che si scende dal ponte si sente progressivamente aumentare il rumore e cominciano a salirmi i brividi. Si entra a Manhattan in mezzo ad un boato assordante, il tifo e l'eccitazione della gente in questo punto sono il doppio rispetto a prima e il livello delle emozioni che mi trasmettono ormai è fuori scala. Dimentico subito tutto e ricomincio ad interagire col pubblico e a divertirmi. Oltretutto qui siamo a Manhattan e anche il contesto in cui ci troviamo contribuisce a rendere la corsa estremamente leggera e piacevole.
Come se non bastasse al 29° Km mi aspettano poi moglie e figlia con un cartello "Go Papà", mi fermo ad abbracciarle e baciarle entrambe e riparto più carico di prima.

Le cose iniziano a cambiare una volta entrati nel Bronx (33°Km). Qui comincio a far fatica e devo sforzarmi per tenere il ritmo e per convincere le gambe ad andare avanti a correre. Ma è soprattutto quando si rientra a Manhattan che mi accorgo che la benzina è finita e che sto inesorabilmente rallentando. Cerco di caricarmi continuando a correre vicino al pubblico che non smette mai di incitare, ma ormai la spia della riserva è già accesa da un pezzo e le energie sono al lumicino. Per fortuna so che all'incrocio con la 95ma mi aspettano di nuovo moglie e figlia e questo mi dà la spinta per andare avanti.

La salita della 5th avenue al 38°Km mi mette alla prova, ma inaspettatamente è il tratto successivo quello che soffro di più, cioè dentro Central Park, anche se siamo in discesa (che poi per i quadricipiti è peggio). So che prima dell'arrivo bisognerà uscire dal parco per poi rientrarci, ma mi sembra che questo tratto non finisca più (in effetti sono quasi 3 Km di parco), il tempo finale previsto ora balla a cavallo delle 3h10' e a questo punto ci tengo a strappare questo risultato inatteso. Inoltre è qui che mi si sposta di nuovo la lente, provo a rimetterla a posto ma esce fuori e casca per terra per cui da questo momento ci vedrò poco e farò fatica anche a leggere i tempi sul GPS.

Quando finalmente si esce da Central Park siamo ormai al 42°. Continuo a correre senza pensare a niente in modalità risparmio energetico e in qualche modo riesco a tenere il ritmo nonostante tutto. Sento che ormai niente mi impedirà di arrivare al traguardo, nemmeno gli ultimi 400 metri in salita una volta rientrati a Central Park. Qui oltre a tutto il resto ci sono anche le tribune zeppe di persone che fanno il tifo, il sostegno e il calore del pubblico mi raggiungono nuovamente e mi permettono un minimo di sprint finale che mi consente di chiudere pochi secondi sotto le 3h e 10'.

La soddisfazione per il risultato finale conseguito (3h09'54", 100° italiano, 1° bolognese) si somma alla gioia per tutte le incredibili emozioni vissute in questi 42 Km e nonostante la stanchezza mi sento letteralmente al settimo cielo.

Ora anch'io so cos'è veramente la maratona di New York e capisco perché chi la corre poi vuole tornarci ancora e ancora: io se potessi rifarei tutto dall'inizio anche subito! :D

Un'ultima nota per chi dice che questa non è una maratona veloce, "da tempo": è vero, c'è parecchio dislivello (circa 280 metri D+), ma io penso che nell'equazione bisogna tener conto anche della spinta che ti dà il pubblico, che è una caratteristica unica di questa corsa, o per lo meno è maggiore rispetto ad altrove. Poi è vero che si tratta di un aiuto soggettivo e magari c'è qualcuno a cui non gliene importa nulla (mentre il dislivello ovviamente è oggettivo).
Però io sono convinto che se ad esempio avessi corso una maratona completamente piatta da solo in mezzo al nulla della bassa padana non sarei mai riuscito a raggiungere questo risultato!

LET'S GOOOOOOOOOOOO!!! :thumleft: :thumleft: :thumleft: :winner:
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da Conca »

Edoardo..sei un mito! Anzi sei unico!
Grandissimo in tutto!
Let's go!
1:20:50 13 ott 19 Mezza Treviso

2:57:14 1 dic 19 Valencia
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da pippotek »

racconto fantastico per una gara fantastica. E complimenti per il super-PB!
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da Fiurellen »

Grandissimo Edoardo! :rambo:
Bellissimo leggere il tuo racconto, mi ha fatto venire la pelle d’oca ( e c’è anche chi riesce a dire che fare NY è come fare Reggio Emilia... senza aver mai corso NY, bah) e davvero un peccato non esserci trovati in griglia, sarà per la prossima sicuramente o qui o in Italia, chi lo sa! :thumleft:

PS aggiorna il PB in firma che è da sfoggiare con orgoglio!!! :hail:
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2020
Mar: OSR 30
Apr: Breakneck trail marathon
May: Bear Mountain 50K
Nov: NYC Marathon
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Pablo70
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Re: TCS NYC Marathon - New York (US) - 03/11/2019

Messaggio da Pablo70 »

Dopamino chapeau!!!
Letto tutto d'un fiato il tuo bellissimo racconto.
Sei andato perfino in contrapposizione al fatto che non sia una gara da personale, :hail:
aldilà di quello che rappresenta la maratona di New York.
Non mi reputo un maratoneta, anzi, l'ho fatta due volte in vita mia ho sofferto tantissimo in tutte e due e avevo intenzione di non farla mai più, poi leggo un viaggio come il tuo e........... :-"
Pablo
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