NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

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unalieno

Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da unalieno »

Alina che bella immagine! Mi immagino già al magraid la sera fuori dalle tende a sentire i racconti epici davanti ad un fuoco! :)
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StefanoG Utente donatore Donatore
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da StefanoG »

Salve,
io con la società podistica della mia zona eravamo anche quest'anno a fare il primo ristoro a 34 km dalla partenza.
E io segnavo i pettorali e i tempi.
Il primo è passato alle 15.00, considerando che erano partiti alle 12.00 ed era fresco come una rosa, corsa rilassata come se dovesse andar a prendere il giornale.
Sabato prossimo ritrovo un amico alla 100km del Passatore, che per il primo anno ha fatto la NoveColli e... è stato il primo romagnolo 26ore,
Al 34o Km ci siam messi a parlare e mi ripeteva: vado piano vado piano.
Ed io: Tra andar forte e fermarsi o andar piano e finirla io scelgo la seconda...

GRANDISSIMI!!! anche perchè c'era un tempo da lupi, forse non ha piovuto ma doveva esser un bel freddo lassù la notte

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Alina
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da Alina »

grazie Alieno.. purtroppo ho appena chiesto all'organizzazione di posticipare l'iscrizione.. non posso muovermi da casa oltre la mezza giornata dal 04 giugno...

si ci sono immagini impresse dentro di questa corsa folle che vanno oltre ogni immaginazione ..bisogna viverle, ora comprendo perchè il sogno..anche solo metà è davvero dura e va affrontata con giusta preparazione per non ritrovarsi svuotati già dal primo colle..
non ho i tempi percorsi, non ho le maratone contate, l'unica cosa che conta è la passione che spinge le gambe..
unalieno

Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da unalieno »

che peccato, mi spiace!
be' quelle immagini ti restano, poi ci sarà un'altra occasione per raccontarle e magari in cambio ti racconterò cosa ti lascia dentro il Magraid
stefanoide
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da stefanoide »

Finalmente le classifiche!

http://www.novecollirunning.it/2013.html
panatone.g
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da panatone.g »

10/15 10k Montestella 43'16''
11/11 21k Garda 1h32'32''
04/16 42k Roma 3h24'46''
04/10 50km Romagna 4h26'35''
04/12 100k Seregno 9h15'22''
09/11 24h Lupatotissima pista 199,133km
05/14 Nove Colli Running 23h50'59''
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pele66
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da pele66 »

Amici del forum, il mitico palla oltre a fare un gran tempo si permette al Barbotto di scherzare con gli scariolanti.

Immagine

Immagine

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Questo si che e`correre in modo genuino
panatone.g
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da panatone.g »

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panatone.g
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da panatone.g »

Ecco il mio racconto:

Titolo: Più di così...
Questo titolo è nato solo negli ultimi km, mentre per metà gara l'unico mio pensiero era “MAI PIU' “
Ora mi ritrovo a casa, a mezzo servizio con il ginocchio sinistro, a cercare di mettere nero su bianco le emozioni provate in una gara del genere, anche se sarebbe più logico chiamarla sfida.
Pensare a una gara appena terminata, mi dovrebbe far venire in mente immagini di luoghi attraversati, facce amiche incontrate lungo i 202,4km, gesti e rituali ripetuti all'infinito, eppure sono qui con il foglio bianco sul tavolo e la penna in mano che latita a scorrere, quasi avessi paura di semplificare una realtà come la NCR che solo il nome evoca timori reverenziali più che giustificati.
Ma proviamoci.
L'avvicinamento alla NCR e stata completamente stravolta da come avevo programmato. Mi conosco, quindi 2 settimane prima di una competizione importante, evito qualunque occasione che mi possa compromettere problemi fisici e salutistici. No a tapis roulant nelle giornate ventose, no alla corsetta con un minimo di pioggia, no ad allenamenti in salita e no a gare competitive .
No, no, no, quanti no, ma quando il sabato mattina, 7 giorni prima della NCR, mi sono svegliato, mi veniva quasi da piangere. Un colpo d'aria patito la sera prima in un allenamento tranquillo di un'ora, mi fece sentire come se fossi stato investito da un tir: raffreddore, mal di ossa, giramenti di testa, brividi di freddo e soprattutto il male che temo di più, LA TOSSE. Pazienza, bisogna fare di necessità virtù, ne approfitterò per cercare di riposarmi il più possibile, memore del pre-gara negativo nella 24h di Torino.
Passo il sabato e la domenica come un derelitto sul divano, mentre in settimana compio lo stretto necessario, lavorare. I sintomi via via scemano e arrivo al venerdì con “solo” la tosse.
L'organizzazione del viaggio prevede week-end lungo a Cesenatico, quindi sveglia alle 05 del venerdì mattina e guida direzione mare. Arriviamo (io, le moglie e il bambino) intorno alle 12 all'hotel Anthos. Sbrigo la burocrazia e subito in stanza a svuotare le valigie. L'idea era andare in spiaggia e riposarsi su una sdraio, ma il meteo è inclemente e ci fa desistere da tutto ciò. Optiamo allora per un pranzo frugale, poi pisolino pomeridiano tutte e 3 nel lettone. Mi sveglio dopo 3 ore con il solito rituale, tossisco e a seguito un'imprecazione.
Breve giretto sul lungomare con il ritrovo di amici che ci seguiranno alla cena pre-gara. Oramai la mia cena pre-gara è standard, pizza margherita e piatto di pasta, possibilmente al ragù. Stop a tutto il resto, e stop al caffè.
Tutto procede bene e già alle 23:00 sono sotto le coperte e quando mi sveglio alle 07, con tosse e imprecazione ovvio, mi sento veramente riposato, ottimo penso tra me e me, credo che la prossima notte in gara non soffrirò più di tanto la sonnolenza.
Finisco di preparare le 4 sacche che lascerò sul percorso (io a differenza di tanti altri amo farmi del male più del dovuto, quindi gareggio senza assistenza) e subito a far colazione. Anche qui standard, latte tiepido con nesquik e 20 biscotti portati rigorosamente da casa.
Alle 09:30 siamo pronti ad andare al porto, peccato che dopo le 09 non ci sia più nessuno che ci porti sulla linea di partenza. Mi devo rassegnare a guidare l'auto per raggiungere il punto più vicino al porto.
Arrivati al porto, mi dirigo subito al briefing, che ovviamente è già iniziato.
Mi siedo vicino al pettorale n'50 e scambiamo 2 chiacchiere. Per lui è la sua 1ª NCR, si chiama Bardelli Riccardo e mai avrei pensato che finisse più in là nel mio racconto.
Terminato il breafing, come lo scorso anno, mi assento dalle foto di rito per dedicarmi alla preparazione che sfiora l'hard.
Quest'anno siamo 126 partenti e quando inizia l'appello partendo dai numeri più alti, avendo io il n'25, ho ancora molto tempo per dedicarmi alla preparazione. L'adrenalina è alta e quest'attesa non fa che incrementarla.
Ore 12, partiti. Questa gara, a differenza di altre gare ha 2 partenze, una alle 12 con davanti la macchina dell'organizzazione che non si potrà superare per i prossimi 20km ( viaggerà tra 11,5km/h e 12km/h) e l'altra alle 14 con “liberi tutti” ai piedi del 1° colle.
Dopo la 1ª ora della 1ª partenza l'andatura è regolare, mentre la 2ª ora è corsa ogni tanto con passo irregolare, tanto che in alcuni punti si sfiora i 4'30''/km. Io non amo i cambi di ritmo e quindi vedo la macchina dell'organizzazione allontanarsi anche se corro costante. Vabbè. Come ricordo per queste 2 ore c'è l'incontro e la stretta di mano che ho avuto con Militello di “striscia la notizia”, appostato fuori dallo stadio di Cesena in attesa di fare il suo solito servizio giornalistico.
Finalmente raggiungo il punto da dove si ripartirà alle 14 e chiedendo l'ora, dato che corro senza orologio, e mi dicono che sono le 13:50, quindi potevo risparmiarmi un po' di energie se solo avessi rallentato durante la 2ª ora. Vabbè.
Al ristoro c'è la pasta ma la evito assolutamente, mi avrebbe ucciso le gambe fin da subito. Peccato aveva un bell'aspetto.
Ore 14, ripartiti. Siamo circa una ventina che ripartono subito e affrontiamo di corsa il 1° colle. Dopo 500mt mi assesto intorno alla 10° posizione. Come lo scorso anno, il 1° colle lo voglio correre, poi al 2° vediamo.
Il caldo e il sole ci sono ma sono sopportabili, mentre la tosse e il mal di testa, venuto a furia di tossire, non mi danno tregua. Non avendo assistenza devo tenermi il mal di testa almeno fino al barbotto, è lì che nella sacca ho messo i moment. Potrei chiederne una pastiglia a qualcuno, ma la scelta di correre da solo comporta anche questi rischi.
Scollino il 1° colle e sempre correndo arrivo ai piedi del 2° colle. Lo scorso anno incominciai a camminare da qui, quindi quest'anno voglio vedere se posso migliorarmi.
Continuando la corsa affronto il 1° tornante e continuo a correre. Al 2° tornante mi devo arrendere all'evidenza. Troppo ripida la salita per la mia preparazione e i miei gusti, quindi decido di camminare. Cammino fino in cima mentre il sole si nasconde dietro a delle nubi che si fanno via via più minacciose.
Scollino, bevo al ristoro e riparto correndo. Non ho un riscontro con l'orologio ma ho la sensazione di essere in ritardo rispetto alla gara dello scorso anno.
Corro con scioltezza e quando termina la discesa mi rendo conto che qualcosa in me è mutato. Ho un raffreddore che mi ostruisce il naso e ad ogni ristoro dovrò soffiarmelo con i tovaglioli dei ristori. Il mal di testa è sparito e la tosse si è calmierata . Correre con il naso otturato porta ad un problema non di poco conto. Correndo con la bocca aperta per respirare, ho una dispersione maggiore di liquidi, quindi dovrò integrarne più del necessario.
Da lì a poco il tempo peggiora e un vento freddo minaccia pioggia. Porca puzzola, penso tra me e me, non c'è verso di correre in pace oggi. Prima il passo irregolare, poi la tosse, poi il mal di testa, poi il raffreddore, ora mi tocca “tirare” fino al barbotto dove ho il cambio pesante, perché se vado in ipotermia durante una salita son guai.
Scollino al 3° colle e quasi non mi fermo, ho fretta. Continuo a correre e arrivato ai piedi del barbotto avanzo con passo zelante fino in cima.
Arrivato in cima chiedo ad una volontaria che ore sono. Mi dice che sono le 21:15, quindi 9h15' per percorrere 84,8km. Sono contento perché dovrebbe essere lo stesso tempo impiegato lo scorso anno. Mi faccio portare la borsa del cambio mentre mi disseto un po'. Mi offrono anche la pasta ma il mio pancino delicato rifiuta qualsiasi cibo solido in gara.
Mi apposto nascosto dietro un pulmino e mi cambio. Cappellino, mutande, pantaloncini, intimo tecnico, maglietta maniche lunghe, giubbettino catarifrangente e sulle spalle mi metto lo zainetto con al seguito bevande e medicinali vari. Prima di partire guardo su un tabellone come sono messo in classifica. Risulto 13°. Sto per ripartire quando mi accorgo che nel frattempo è arrivata Ferrara Antonietta, vincitrice dello scorso anno della NCR è messa bene in classifica anche quest'anno.
Mentre scendo dal barbotto faccio il punto della situazione. Sono in orario rispetto allo scorso anno, ho bevande al seguito che almeno mi leniscono le vie bronchiali, fisicamente sto bene nonostante abbia già nelle gambe 85km. Ma soprattutto mentalmente mi sento una roccia, sono felice perché fino ad ora non ho mai mollato, nemmeno un secondo, sono rimasto concentrato sui vari colli da superare e non vedo l'ora di affrontarne ancora un altro e poi un altro ancora...
Corro bene e ai piedi del colle perticara inizio a camminare. Stranamente sono lento in salita, più di quanto sono già lento di mio, non riesco a spingere come vorrei e arranco in qualche modo. La salita è lunga 9km. Vengo superato da 2 concorrenti e altri 2 si avvicinano inesorabilmente. Cerco di spingere come posso ma le 2 luci si avvicinano ancora e mi raggiungono.
Una ventata di piacere e di gelosia mi assale. Uno dei 2 concorrenti che mi ha raggiunto è l'amico Raffaele con cui lo scorso anno ho tagliato assieme il traguardo della NCR. Mi invita a seguirlo ma le mie gambe proprio non ne vogliono sapere.
Scollino il colle prima di Raffaele solo perché nel frattempo lui si era fermato per problemi fisiologici.
Bevo di fretta e riparto. Sappiamo tutte e 2 che io in discesa spingo molto, quindi ci diamo appuntamento alla prossima risalita, tanto sarà la stessa storia, io cammino e gli altri mi superano.
Ora c'è da affrontare il monte pugliano, il colle per me più importante. Lo scorso anno qui quasi mi ritiravo, quindi devo assolutamente arrivare lì senza problemi e ripartire. Sono altri 9km di salita e passo il tempo a rigirarmi per vedere quanti questa volta mi superano. Non mi supera nessuno anzi, ho quasi la sensazione di essermi perso. Non vedo nessuno per un sacco di tempo e quasi mi viene voglia di tornare indietro prima di finire in c..o ai lupi.
Sto quasi per scollinare quando un gruppo di ciclisti mi raggiunge e mi supera. Meno male, non ho sbagliato strada. Scollino e arrivo al ristoro. Ci sono 2 volontari e 1 appena arrivo deve allontanarsi. Chiedo un tè caldo. “5 minuti è pronto” mi risponde “lo devo scaldare”. Aspetto un po' poi mi spazientisco, se aspetto ancora un po' mi raffreddo e poi son guai. Mi accontento che sia un po' tiepido e riparto. Prima di ripartire chiedo l'ora e mi dice che sono le 04:40.
In discesa il cervello lavora. 16H40' di gara per 136,6km con 3000D+, sono felice della mia prestazione, anche se nelle salite vado veramente piano.
Continuo la mia cavalcata trionfale e, superato il passo delle siepi, raggiungo la sacca lasciata al km158. Lì arrivo intorno alle 07 del mattino ed è già chiaro. Ero talmente concentrato nella corsa che mi fanno notare che ho ancora il frontalino acceso. Lascio lo zainetto, e cambio la maglietta. L'intimo lo lascio addosso, il meteo minaccia di nuovo pioggia.
Faccio quasi pena per le imprecazioni che dico a bassa voce con me stesso per essermi cacciato in una gara del genere, intervallate da un sonoro “MAI PIU' ”. Non contento litigo anche con il cellulare che non ne vuole sapere di partire con la funzione mp3. Vabbè, non l'ho usata finora e continuerò a non usarla.
Riparto salutando i volontari e Antonio Campaner, che in un primo momento non lo riconosco, ma che si svelerà dicendomi che mi aveva chiesto consigli per correre una 24h. A me!!!!
Più volte sul percorso mi sento dire “dai che ne hai 1 davanti a te distante 1km”, ma i conti non tornavano. Ho corso per decine e decine di km dietro a qualche centinaio di metri dal mitico Vito Intini, però ai piedi del monte pugliano lui ha deciso di aumentare il passo e io l'ho visto scomparire dalla mia vista come neve al sole. Quindi non può essere lui. Mah.
Continuo la mia corsa dove la strada è in leggera discesa per 10km. Le gambe lavorano bene e il morale è alto.
Arrivo ai piedi dell'ultimo passo, il gorolo. E' il più duro per me, non tanto per la pendenza, anche se alcuni punti si arriva al 12%, ne per i 4km di salita, ma per il fatto che ci arrivi dopo 165km nelle gambe e tanta ma tanta salita già fatta.
Ricordo lo scorso anno che quando arrivai lì ero zoppicante, stanco, stufo e mi fermai 5 minuti al ristoro ai piedi del colle. Quest'anno rimango spiazzato, non c'è il ristoro. Meno male che non fa caldo, altrimenti pensare di dover aspettare quasi un'ora per arrivare in cima al colle e bere mi avrebbe tagliato le gambe.
Affronto la salita con un passo più veloce, se si può dire così, possibile.
L'anno scorso l'amico Fabio durante la salita del gorolo si fermò a mangiare le ciliegie da un albero vicino alla salita, io però non mi fermai, mi vergognai a rubarle. Per un anno ho sognato quell'albero e mi ero ripromesso che se fossi arrivato di nuovo lì, almeno una finiva nel mio pancino e 2 le avrei portate dai miei cari in attesa all'arrivo.
Ecco l'albero, mi avvicino sempre di più, sempre di più, ma, cosa, come, c'è una figura che si muove vicino all'albero. Nooo c...o, non è possibile, è il proprietario che semina l'orto a 3 metri dall'albero. Tiro diritto come se nulla fosse e mi riprometto che se l'anno prossimo sarò di nuovo lì, mi porterò dietro dei soldi, così almeno glieli pago sti c...o di ciliegie.
Tutti questi pensieri mi hanno distolto dalla fatica della salita e quando ritorno concentrato alla gara, mi rendo conto che il meteo volge al peggio. Basta sole ma nuvole nere e un vento che non promette nulla di buono, anzi. Mi tocca sbrigarmi ad arrivare in cima, almeno se becco l'acqua, la becco in discesa e non in salita, per i motivi spiegati in precedenza.
Arrivo in cima e bevo velocemente, recupero una bottiglietta dall'ultima sacca lasciata sul percorso e riparto.
Iniziano le prime gocce e ciò mi rende felice. Se ci fosse stato il sole da qui, sarei rimasto per più di 3 ore sotto il solleone senza un'ombra sul percorso.
Corro in discesa come ho sempre fatto, ma mi rendo conto che non riesco più a spingere come prima, tutta la muscolatura sopra il ginocchio sinistro si è indurita. Solo ora mi si palesa il motivo del rallentamento in salita. Spingevo solo con la gamba destra perché la gamba sinistra aveva perso la forza necessaria.
Se vado avanti così comunque, all'arrivo ci arrivo, ma il timore di non riuscire a migliorare il tempo dello scorso anno è grande.
Nelle discese corro per inerzia, mentre in pianura il passo si fa più lento che mai.
Al km158 avevo acceso il garmin e monitorando il passo di prima e di adesso ad ogni km rallento di una decina di secondi.
Arrivo all'ultimo ristoro, 6,1km all'arrivo,, con un passo di 9'40'' al km. Molto lento, ma non riesco a spingere di più.
Centinaia di ciclisti mi sfrecciano di fianco, quasi tutti sono concentrati a tirare il più possibile, altri però mi incitano a gran voce di non mollare. Ho i brividi, capisco che comunque vada è finita, anche questa è fatta.
Sono le 12 e un semplice calcolo mi porta a valutare il dafarsi. Con con un passo sostenuto di cammino chiudo la poco sopra le 25 ore, comunque miglioro il PB. Cammino come pinocchio, non piego il ginocchio e allora aumento la falcata. Alterno le braccia in modo da spingere il più possibile.
5km, 4km, 3km, non guardo neanche al garmin, tanto ” PIU' DI COSI' “. Mi distraggo guardando i ciclisti che sfrecciano sulla strada. 2km, 1km, il ponte. A sì ecco lo ricordo, c'è il cavalcavia e poi in cima vedi il mare e gli ultimi 500mt. Incomincio a correre. Mi ero prefissato che almeno l'ultimo km l'avrei corso stringendo i denti.
Salgo di corsa il cavalcavia, che male, stringo i denti, arrivo in cima e... di nuovo nooo c...o ricordavo male, questo non è il cavalcavia finale, vedo solo intorno capannoni. Corro la discesa del cavalcavia e vorrei camminare ma non posso. Incomincio a vedere le persone lungo il percorso che mi incitano e non è dignitoso farsi vedere che cammini. 3km o 2km o 1km, ho perso l'orientamento. Tanta gente che applaude. Continuo la mia “corsa”, eccoli finalmente i 2 cavalcavia finali. Guardo l'orologio e mi rendo conto che potrei arrivare a 25h spaccate, “accelero”, 1° cavalcavia attraversato, affronto il 2° cavalcavia, stringo i denti, lunga discesa a spirale che si immette sul penultimo rettilineo. Mentre scendo ho un brivido che mi pervade tutto il corpo. E se l'orologio non è sincronizzato con quello dell'organizzazione, e se la gara fosse partita qualche minuto prima, dato che non avevo l'orologio alla partenza, e se, e se, e se chissenefrega. PIU' DI COSI' non posso quindi mi godo gli applausi.
Continuo a controllare il garmin ogni 5 secondi, ora non guardo quanta strada manca ma controllo come il tempo infame scorre più velocemente. 24H55', 24h56', 24h57', 24h58'. Rettilineo finale. Tra 2 ali di folla festose continua la mia cavalcata trionfale vedo i gonfiabili 1, 2, 3, ma qual'è quello dell'arrivo. A eccolo, l'ho appena passato. Controllo l'orologio 24h59', mi abbraccia Castagnoli, mi dice il tempo finale, 24h58'15'' e 8° assoluto, PIU' DI COSI'.
Mi viene incontro lo speaker ma prima voglio salutare la moglie e il bambino. La mia dolce metà ha gli occhi lucidi di felicità mentre il bimbo è quasi seccato che ha dovuto mettere pausa al nintendo per salutarmi. Ha 6 anni e giustamente vive ancora nel suo mondo. Lo speaker vuole intervistarmi ma prima voglio dire una cosa alla moglie. “Lasciami andare a Sparta e poi mi ritiro. Appendo le scarpe al chiodo. Basta, non si può soffrire così, non è umanamente concepibile certi calvari”.
Non ricordo la risposta, è tutta una confusione, le speaker che mi chiama, la moglie che mi parla, Castagnoli che mi fa spostare per non essere investito dai ciclisti, spettatori che vogliono stringerti la mano. Vedo anche la moglie di Raffaele, è quasi seccata che non sono arrivato assieme a suo marito. “Potevi aspettarlo” mi dice. In un'altra occasione avrei fatto discussione, ma lei non sa cosa vuol dire correre queste ultra, sono corse in solitario che servono a spingere oltre i propri limiti, possibilmente con solo le proprie forze. Lo speaker incalza ma prima devo fare ancora lo “sborone” ci sono le mie solite 10 flessioni che poi diventeranno 25 perché le ho dovute ripetere a favore delle telecamere.
Finalmente l'intervista. Camminiamo vicino alle transenne per salutare gli spettatori e lui mi dice: “complimenti 25h per...” io lo interrompo “24h58'15''”, farò anche la parte dello stronzo, ma so solo io quanto mi sia costato guadagnare 105 secondi negli ultimi 3km. L'intervista continua mentre racconto un po' cosa voglia dire correre 202,4km ma vedo la gente con sguardi da pesce lesso. Dire 100km, 200km o 1000km per loro è la stessa cosa, ti guardano con fare sospetto, per loro è inconcepibile tutto ciò, quindi lascio perdere.
Ho fame, molta fame. E' da 28h che non mangio e mi fiondo al ristoro. L'anno scorso, 5 minuti dopo l'arrivo tremavo come una foglia e mi son fatto portare subito all'hotel. Oggi no, c'è un po' di sole e me li voglio godere tutti questi momenti. Mi mangio 2 piatti di pasta al sugo e 2 panini con il crudo, macedonia e litri di coca-cola. Mentre mi stampano il diploma chiedo lumi sulla classifica e scopro che quello davanti a me non era Vito Intini come immaginavo, ma Bardelli Riccardo. Per quasi 50km l'ho avuto davanti a me a pochi minuti e non lo sapevo.
Vado dentro il paddock per farmi fare un massaggio alle gambe e mi sento quasi in imbarazzo. L'euforia dei ciclisti per aver concluso la loro sfida in bici si scontra con la visione di uno qualunque, io, che ha al collo la medaglia per aver fatto la loro stessa strada A PIEDI.
Durante il massaggio qualche ciclista mi si avvicina confidando o che vorrebbero farla anche loro a piedi ma non hanno il permesso della moglie, o che sono spaventati da tutti quei km e chiedono consigli, Meglio che mi levi da questo imbarazzo e torno dalla moglie che mi aspetta. Vorrei anche tornare indietro per correre l'ultimo tratto con Raffaele ma zoppico vistosamente e io rallenterei lui.
Attendo diligentemente dietro alle transenne il suo arrivo mentre racconto alla moglie l'andamento della mia performance. Forse il pubblico che mi guardava prima aveva ragione. L' ultramaratoneta è una brutta malattia, me ne rendo conto perché parlo di colli, barbotto, alimentazione in gara ma la mia mente già sogna di baciare i piedi a Leonidas all'arrivo della spartathlon.
Dopo 2 ore dal mio arrivo ecco spuntare Raffaele sul rettilineo. Arriva dolorante a una caviglia. Sono felice che anche quest'anno sia riuscito a terminare quest'impresa, al contrario dell'amico Antonio che ha dovuto ritirarsi causa grossi guai fisici.
Scambiamo 2 chiacchiere veloci e mi dice che poco dopo il mio passaggio in cima al gorolo, una tromba d'aria si è abbattuta sul ristoro, tanto che lui e altri si sono fermati ad aiutare i volontari a ripicchettare il gazebo che rischiava di volar via. Una macchina subito dopo ci riporta in albergo. Faccio una doccia rigenerante e mi piazzo davanti al televisore per vedere l'arrivo della tappa del giro d'Italia.
Tempo dopo arriva la moglie e mi chiede chi ha vinto la tappa. All'inizio latito con la risposta, poi mi rendo conto di essermi svegliato quando ho sentito la porta della stanza aprirsi e che mi ero addormentato con il telecomando in mano senza essere nemmeno riuscito a cercare il canale con il giro d'Italia.
Sono passate già le 19 e finiamo di prepararci per la cena con premiazione. Arrivo al ristorante zoppicando ma vedere anche altri claudicanti, sembra di stare in un ricovero per anziani.
Non credo al destino ma alcune volte certe situazioni fanno pensare. Lo scorso anno, durante la premiazione, quando toccava a me ricevere il medaglione come finisher, un ragazzo seduto di fianco a me, si è alzato e per un improvviso calo di pressione è svenuto finendo a terra.
Quest'anno invece quando ancora toccava a me ritirare la medaglia da finisher, Bardelli Riccardo,arrivato 7° classificato, prima di ricevere il premio si è spostato lateralmente per poi svenire finendo a terra sbattendo violentemente la testa. Lo spavento è stato tanto, ma solo in un secondo momento si è saputo che si era ripreso senza conseguenze dopo l'intervento dell'ambulanza.
Chiudo il weekend il lunedì con 3 ore di sole in spiaggia e un brutto stiramento al muscolo sopra il ginocchio, tanto che dopo 2 settimane ne accuso ancora i sintomi.
Da oggi nei miei sogni non ci sarà più l'albero di ciliegie sul gorolo, ma i piedi di Leonidas.
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Re: NCR Running a Cesenatico > 18 maggio 2013

Messaggio da Routard »

Bellissimo, Emozionante........ :hail: :hail: :hail:

Complimenti per l'impresa. =D>

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