Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Discussioni e domande sugli infortuni e sui metodi per superarli

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RencioRun
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da RencioRun »

luca74 ha scritto: 17 ott 2019, 17:38 Io, presente:)
Intervento a novembre 2018 dopo essere stato fermo quasi un anno ed aver provato di tutto. Dopo una settimana dall'intervento ho ripreso a camminare senza stampelle, dopo 2 mesi a corricchiare, dopo 3 a correre.
Ora corro 5 volte alla settimana senza più nessun problema ma con alcuni accorgimenti: stretching della fascia lata ogni giorno con roller + ghiaccio all'occorenza
scusa se te lo chiedo ma dove ti sei operato? te lo ha consigliato un ortopedico di fare l'intervento ?
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luca74
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da luca74 »

Mi sono operato all'ospedale di Busto Arsizio, c'erano alternative ma per ragioni di soldi/tempo/vicinanza ho scelto l'ospedale di Busto. Ero seguito dal dottor Migliorini, medico dello sport e chirurgo abbastanza conosciuto nel piemonte/lombardia (è medico della federazione italiana di triathlon e scrive anche su alcune riviste del settore). Cmq l'intervento è in day hospital ed in anestesia locale, dura 20' e nel pomeriggio si torna già a casa.
Beppe67
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Beppe67 »

Premessa.
Sono consapevole che quanto segue è un’operazione ai limiti dell’arroganza, visto che sono completamente privo delle conoscenze necessarie per dare valutazioni tecniche, e ci tengo a chiarirlo subito. Tuttavia, quello che ho fatto è stato usare l’approccio che conosco, cioè un metodo logico/analitico di osservazione dei fatti che sono riuscito a individuare e che ho poi provato a mettere insieme. Quindi ho letto moltissimi articoli e centinaia di esperienze sui vari forum (ovviamente a cominciare da questo) dai cui le ipotesi che faccio (condite comunque da molti punti interrogativi).
Tutto qua, è solo un parere. Preciso che io il problema l’ho risolto, per quello che vale.

Dunque, la teoria più accreditata e diffusa è che la sindrome della bandelletta ileotibiale sia essenzialmente una sindrome da SOVRACCARICO: la bandelletta subirebbe questo sovraccarico al livello superiore (della cosiddetta fascia lata), che andrebbe però poi a “scaricarsi” sulla sua parte finale, sulla parte esterna del ginocchio.
Quindi, siccome la bandelletta si “sposterebbe” (in particolare con l’inclinazione del 20-30% della gamba) rispetto all’epicondilo femorale, con il sopraggiungere di un eventuale sovraccarico essa creerebbe con esso una frizione/attrito e quindi un’infiammazione e conseguente dolore al ginocchio laterale.
Tra le cause scatenanti, comunque, ci sarebbero anche altre cose (tra cui le scarpe consumate e la supinazione, mentre il ginocchio varo è considerato un “fattore di rischio”).

In seguito, al sopraggiungere dell’infiammazione (che interessa fino al 15% di chi corre abitualmente, mentre colpisce anche chi pratica altri sport, tra cui il ciclismo, ma molto meno), tra le soluzioni principali si possono elencare:
* riposo (almeno un mese) e ghiaccio
* stretching 
* rinforzo quadricipiti/glutei
* foam roller sulla coscia (che dovrebbe rilassare la fascia lata e conseguentemente eliminare l’infiammazione)
* terapie strumentali (tecar)
* massaggio traverso
* infiltrazioni di cortisone 
* tutori/ginocchiere

Questa teoria la si trova su praticamente tutte le decine di pagine sportive (ma anche “mediche”) che ho consultato, c’è una quasi completa unanimità (e anche parecchio “copia e incolla”...). In particolare, TUTTI sostengono che bisogna stare a riposo assoluto almeno UN MESE. Perché proprio un mese? Boh, non si sa, sembra saggezza popolare...
Quello che manca è, soprattutto nella parte curativa, un PROTOCOLLO. 
A me è sembrato illuminante leggere le testimonianze su questo sito: non ce n’è una uguale all’altra! C’è gente che, consultando tutti i tipi di medici e fisioterapisti esistenti, è guarita stando ferma un paio di mesi, altri che hanno risolto con un tutore sopra il ginocchio o con il foam roller e altri ancora che NON sono guariti dopo molti mesi (anche anni...), ecc.
Ora, nella mia esperienza, quando la SOLUZIONE a un problema è aleatoria, allora può darsi che non sia chiara la CAUSA del problema.
Quindi, facciamo un passo indietro: la bandelletta scorre rispetto all’epicondilo, quindi se si aumenta eccessivamente/troppo rapidamente il carico o si usano scarpe consumate, si infiamma. Mah, sarà così?

Per provare a capire, prendiamo la SECONDA teoria sulla problematica-bandelletta: uno studio di FAIRCLOUGH e altri sette ricercatori del 2007 (da cui discendono altri studi più recenti) misconosciuto e citato in giro quasi sempre in due righe copiate e incollate: “...si ritiene che, più che a carico della bandelletta, il processo infiammatorio sia relativo al tessuto molto innervato e vascolarizzato che separa la bandelletta ileotibiale dall’epicondilo femorale laterale”.
Non mi è sembrato sufficiente, per cui ho cercato lo studio e l’ho letto, e ho trovato anche altre analisi ad esso collegate. Cosa c’ho capito? 
In sintesi:
- che la bandelletta (che in realtà è una specie di tendine “largo”) non si sposta, è attaccata e aderente al ginocchio (ma anche al femore), per cui la teoria del suo movimento è una “illusione” (cit.). Il problema potrebbe invece essere più facilmente associato alla “compressione” del tessuto compreso tra epicondilo e bandelletta.
- che lo stretching è inutile (è impossibile allungare realmente la bandelletta https://www.painscience.com/articles/il ... tretch.php ) e anche fosse possibile non servirebbe perché non è vero che il problema si sviluppa sulla parte laterale della coscia come “ispessimento/irrigidimento” che deve essere necessariamente “allentato/allungato”. Di conseguenza, anche il miracoloso FOAM ROLLER è del tutto inutile.
- che le terapie strumentali non servono praticamente a NIENTE, sono solo soldi buttati. Affermare che un po’ di calore (tecar, laser, ecc.) possa attivare chissà quali incredibili meccanismi curativi nel caso infiammazioni tendinee è quasi come pensare che l’omeopatia sia davvero efficace.
- che le ginocchiere/tutori potrebbero peggiorare l’infiammazione, visto che necessariamente comprimono (a meno che non ci siano ginocchiere che “stabilizzano” il ginocchio senza comprimere lateralmente, sinceramente non lo so...). Le fascette da mettere sulla coscia sopra il ginocchio sono indubbiamente inutili, come sarà ormai chiaro.

LE CAUSE 
Ma in definitiva, è sostenibile che questa sindrome possa insorgere in maniera abbastanza casuale con una causa identificata in maniera quasi esclusiva con il sovraccarico? Cioè, QUALUNQUE atleta, per il solo e semplice motivo di incrementare gli allenamenti/chilometraggio/ritmo può incorrervi? 
Secondo me no. Capisco che il sovraccarico possa creare parecchie problematiche, ma non questa.
La mia ipotesi, opinabilissima, è che questa sindrome sia un problema quasi esclusivo dei runners IPERSUPINATORI e/o di chi ha le ginocchia vare (elementi che probabilmente coincidono). Io lo sono, per dire.
È sufficiente ipersupinare per scatenare il problema? Ovviamente no, se uno corre pochi km a settimana non corre probabilmente rischi, e qui abbiamo il legame con il SOVRACCARICO (che diventa la causa secondaria, non principale).
Quindi:
* una leggera supinazione è un fattore di rischio, una ipersupinazione rappresenta un probabile insorgere del problema, soprattutto se si aumenta il chilometraggio/carico in maniera non graduale;
* l’infiammazione deriva dalla “spinta e pressione laterale” che la supinazione crea sul ginocchio, attraverso la quale lo strato intermedio tra epicondilo e bandelletta viene compresso.

SOLUZIONE 
Ma perché, in caso di infiammazione conclamata, il problema non si risolve quasi mai con il solo riposo?
Perché l’infiammazione viene mantenuta “attiva” anche dal semplice atto del camminare, una volta scatenata.
Allora che fare? Se ho ragione, l’unica soluzione (oltre forse a stare fermi veramente tanto, mesi o anche anni) è eliminare l’infiammazione con delle infiltrazioni di cortisone (personalmente ne ho fatte due, lo specialista mi ha detto che lui per questa problematica ne fa al massimo due, a volte anche una sola).
In tal modo, e solo così, si dovrebbe riportare il ginocchio ad uno stato di pre-infortunio (dico “solo così” consapevole delle altre citate modalità di guarigione. Qui intendo che sto ipotizzando un “protocollo”, cioè un procedimento che prescinde da soluzioni casuali e non predeterminate).
Per evitare di ricascarci:
* prima di tutto non ipersupinare, ovviamente! Immagino che, a parte situazioni di grave varismo alle ginocchia, un minimo di “rieducazione” dell’appoggio sia sempre possibile. 
* credo sia utile rafforzare la muscolatura di quadricipiti/glutei: presumo che un ginocchio ben sorretto possa ridurre il rischio di “deriva” laterale nella corsa del supinatore, soprattutto quando km e stanchezza aumentano. Io ho aggiunto anche qualche esercizio per rafforzare gli adduttori delle anche.
* utilizzare scarpe molto ammortizzate, in particolare nelle corse lunghe.
RencioRun
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da RencioRun »

la penso esattamente come te..sopratutto su tecar laser ecc... e su questa ossessione di stirare la fascia lata
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Beppe67
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Beppe67 »

Mah, Renciorun, anche se sono sicuramente una minoranza, da molto tempo mi sono convinto (anche leggendo pagine mediche e di debunking, io non ho studiato medicina!) che esistono professionisti, soprattutto nel campo della fisioterapia, che hanno creato un pensiero mainstream sull’efficacia di alcune terapie strumentali che è, perlomeno (!) eccessivamente ottimista...😬😬😬
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PeppeTro
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da PeppeTro »

Beppe67 ha scritto: 14 nov 2019, 20:52 Mah, Renciorun, anche se sono sicuramente una minoranza, da molto tempo mi sono convinto (anche leggendo pagine mediche e di debunking, io non ho studiato medicina!) che esistono professionisti, soprattutto nel campo della fisioterapia, che hanno creato un pensiero mainstream sull’efficacia di alcune terapie strumentali che è, perlomeno (!) eccessivamente ottimista...😬😬😬
Sono d'accordo, ne sono sempre uscito senza tecar o altro. Il problema sostanziale per me è che ci si accanisce sui sintomi senza curare la causa.
https://www.youtube.com/watch?v=5YYb9vyj6zQ
Questo video a mio parere spiega bene il problema. Lo stretching serve, sì, ma sui muscoli, non sulla fascia lata. Prima di aver visto questo video non avevo mai focalizzato l'attenzione sul tensore della fascia lata o sul gluteo medio. Il riposo serve pure, ma non così eccessivo credo. D'altronde, passati 2-3 giorni tutti notavamo che non c'era più il minimo fastidio, ma che dopo 5-10-15 minuti di corsa ricominciava inesorabile a fare male. Questo accadeva sempre perché non erano stato eliminate le cause. In sostanza allungando e rinforzando i giusti muscoli se ne esce.
A tutto ciò premetto un grandissimo "a mio parere", derivante puramente dall'esperienza di esserci passato per entrambe le ginocchia, visto che nemmeno chi studia tutto ciò si è mai espresso con certezza.
Aggiungo inoltre "l'articolo madre", the Fredericson protocol, quello che bene o male tutti citano anche inconsapevolmente. http://www.runningwritings.com/2012/02/ ... tions.html
21k 1h43'31" Allenamento
42k Roma 07/04/2019 - 4h19'31"
42k Roma 19/09/2021 - 4h08'14"
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Ricky89 »

Sto soffrendo da qualche giorno di un problema in quella zona del ginocchio, come fate a distinguere il problema alla bandelletta da uno al menisco esterno o al legamento collaterale?
Beppe67
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Beppe67 »

Mah, con una risonanza dovresti capirlo “per esclusione”...
RencioRun
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da RencioRun »

dall'ecografia si vede abbastanza bene l'edema dell'infiammazione.. poi ovviamente da una RM escludi il resto
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Ricky89
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Re: Cronaca della bandelletta: da diagnosi a cura

Messaggio da Ricky89 »

Alcuni miei sintomi combaciano con quelli descritti per questa tipologia di infortunio, ma altri no. Ad esempio se io corro con un tutore rigido non ho dolore nella zona interessata, mentre altre persone con cui mi sono confrontato invece soffrivano la patologia anche con il tutore

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