edy ha scritto:maurotv ha scritto:comunque ti sei dato la risposta da solo visto che la corsa "rullata" che presuppone l'apoggio di talllone
oltre ad essere meno redditizia in termini di avanzamento poichè il baricentro dell'atleta si abbassa (in questo caso di solito si dice che durante l'azione di spinta l'atleta è "seduto")
è sconsigliata a livello muscoalre tendineo!!
Contatto del tallone ma appoggio col baricentro già avanzato grazie all'inerzia della velocità su pianta o avampiede... mi spiace ma non se ne esce
Sinceramente mi piacerebbe leggere qualcosa dai manuali Fidal un po' più lungo della mezza riga e specificamente sulla meccanica di corsa di fondo/maratona, non sulla corsa veloce o mezzofondo.
La fidal ha una rivista scientifica e tecnica applicata all'atletica leggera che ha uscita trimestrale ed è nata più di 40 anni fa!! C'è la possibilità per tutti di abbonarsi anche online basta dare un occhio al sito della fidal.
Ops!!...
ecco una ricerca fatta da Harvard dottor Lieberman che studia la biomeccanica della corsa e la corsa a piedi nudi!!
La corsa prima delle moderne scarpe da corsa
Molti pensano che le moderne scarpe da corsa siano necessarie per correre in modo sicuro e confortevole, ma in realtà queste sono state inventate solamente negli anni 70. Prima di allora le scarpe da running erano delle semplici scarpe piatte con una sottile imbottitura, nessun supporto per l’arco plantare e nessun rinforzo per il tallone. Gli esseri umani corrono da milioni di anni, apparentemente in modo sicuro, con scarpe basse, sandali sottili o mocassini o addirittura scalzi. Le nostre ricerche mostrano che erano in grado di farlo contando sull’appoggio sull’avampiede o sulla parte centrale della pianta del piede.
Appoggio con l’avampiede e Forze d’impatto
È verosimile che per milioni di anni i corridori atterrassero senza uno specifico appoggio del piede, ma che piuttosto ricorressero a vari appoggi, ovvero quello sull’avampiede, sulla pianta del piede e sul tallone, sebbene noi crediamo che la forma più comune di atterraggio fosse quella con l’avampiede. Inoltre è probabile che si atterrasse più frequentemente con la parte centrale del piede rispetto ad oggi. Questi tipi di appoggi (atterrando prima sulla parte laterale del metatarso) causano una minore forza d’impatto e una conseguente diminuzione del tasso di infortuni. Ipotizziamo, e c’è una prova aneddotica di ciò, che l’appoggio sull’avampiede o sulla parte centrale del piede possa aiutare a evitare e/o ridurre il ripetersi di infortuni, specialmente fratture da stress, fasciti plantari e ginocchio del corridore (trauma rotuleo).
I corridori scalzi e L’appoggio sull’avampiede e sulla parte centrale del piede
• Provate a correre scalzi su una superficie naturale dura; noterete immediatamente quanto sia doloroso l’appoggio sul tallone! Ciò è dovuto al fatto che il tallone umano non è in grado di attutire la forza d’impatto (Ker et al., 1995; Chi and Schmitt, 2005), forza che è concentrata in una ristretta area del tallone. Chiedendo a molti corridori abituati a correre con le scarpe di correre scalzi in laboratorio (su un tapis roulant o un percorso) questi immediatamente spostano l’appoggio sull’avampiede o sulla parte centrale del piede.
• La nostre ricerche (Lieberman et al., 2010) indicano che chi corre abitualmente a piedi scalzi utilizza tutti i tipi di atterraggi, ma principalmente l’appoggio con l’avampiede, anche correndo in discesa. Questo è vero per:
o I corridori che sono cresciuti senza scarpe o che indossando sandali sottili in gomma o pelle (ad esempio i corridori Tarahumara del Messico, alcuni corridori kenioti).
o I corridori americani scalzi che sono passati dalla corsa con scarpe a quella scalzi o con calzature minimal (ad esempio i FiveFingers).
o Molti corridori occidentali prima dell’invenzione di scarpe da corsa con cushioning sul tallone.
Altri vantaggi dell’appoggio sull’avampiede correndo scalzi o con calzature minimal
• Rinforza i muscoli del piede, specialmente dell’arco plantare. Un piede sano è un piede forte, un piede meno incline alla pronazione e meno soggetto al collasso dell’arco plantare.
• L’appoggio sull’avampiede richiede un minor dispendio di energia poiché si utilizza maggiormente l’elasticità naturale dei muscoli dei piedi e dei polpacci per depositare e rilasciare energia. Correre scalzi o con calzature minimal (solitamente più leggere rispetto alle scarpe tradizionali da corsa) significa che vi è minor massa all’estremità delle gambe del corridore da muovere e accelerare a ogni passo. Correndo scalzi si consuma circa il 5% di energia in meno che correndo con le scarpe (Divert et al., 2005; Squadrone and Gallozzi, 2009).