[DIARIO] corsa a 6 gambe (o zampe?)
Inviato: 20 set 2017, 13:06
In vista dell’arrivo dell’autunno e dell’inverno, comincio a scrivere un diario di corsa, vediamo se mi aiuta a tenere la motivazione per continuare a correre nonostante il freddo!
Ortopedico: “Come mai si è messa a correre a 44 anni?”
D: “Beh perché è un’attività che si può fare sempre, richiede pochissima attrezzatura, e poi sono sempre andata in montagna, questa attività mi permette di tornarci”
Dentro di me però pensavo “Cavoli, ho 44 anni, cosa mi salta in mente di fare ???”
Ho cominciato a correre sulla montagna di casa in marzo, troppo allettanti i primi giorni di primavera per continuare a fare attività fisica al chiuso: vista la mia mentalità poco improvvisatrice, mi son procurata una bella tabella da principianti, che ho cominciato a seguire dall’inizio. Volevo comunque procedere gradualmente, per lasciare il tempo al mio fisico (da 44enne) di abituarsi alla cosa.
Da subito, le mie uscite hanno coinvolto la mia cagnolona, che ora appena mi vede prendere le scarpe da corsa si piazza seduta vicino alla porta, aspettando pazientemente che le metta imbrago e collare e che mi leghi a lei: siam diventate una coppia affiatata, ammetto che a volte mi fa comodo averla davanti che tira, anzi la incito pure su certi tratti in salita, e lei non si fa pregare e tira come un’ossessa. Quando siamo nel bosco spesso la lascio andare slegata, e lei si diverte un sacco a correre avanti e indietro e a superarmi a tutta velocità, con un sacco di variazioni di ritmo mentre io procedo lemme lemme con i mie passetti regolari.
Digressione canina a parte, ricordo bene le prime uscite, forse quel piacere puro di muovermi all’aperto, mentre albeggiava e sentivo cantare un’infinità di uccellini, ora non lo provo più, ora comunque voglio un minimo di risultati e quindi mi prefiggo degli obiettivi per le mie uscite, non è più solo il piacere di stare all’aperto, ma un piacere più articolato, quello che ti viene quando ti accorgi che il corpo ti porta dove vuoi andare e correre diventa un movimento naturale.
Ormai sono sette mesi che corro in maniera regolare, ma quale sia stata la molla che ha fatto scattare la passione ancora non lo so, so solo che alle superiori io e la mia amica cercavamo tutti i modi per evitare i famigerati tre giri di riscaldamento di corsa attorno alla scuola, scovando una serie di passaggi segreti che nessuno conosceva, o inventando scuse improbabili che raggiungevano il culmine quando – in autunno – si correva la corsa campestre di tutto l’istituto. In quinta superiore abbiam raggiunto il massimo dell’astuzia, facendoci doppiare da tutti in modo da mescolarci con il gruppone e fare solo due giri anziché i tre previsti: se a quei tempi mi avessero detto che ad un certo punto della mia esistenza mi sarei svegliata alle 6 di mattina per andare a correre, beh mai ci avrei creduto!
Attualmente le mie uscite vanno da 5-6 km a 10 km, con un inizio su asfalto in piano e poi il resto su sentiero, avendo la fortuna di vivere vicino alle montagne posso sbizzarrirmi e studiare i percorsi che preferisco, ed è una bella soddisfazione allungare ogni tanto i percorsi o vedere che riesco a correre su tratti che all'inizio facevo camminando!
Ortopedico: “Come mai si è messa a correre a 44 anni?”
D: “Beh perché è un’attività che si può fare sempre, richiede pochissima attrezzatura, e poi sono sempre andata in montagna, questa attività mi permette di tornarci”
Dentro di me però pensavo “Cavoli, ho 44 anni, cosa mi salta in mente di fare ???”
Ho cominciato a correre sulla montagna di casa in marzo, troppo allettanti i primi giorni di primavera per continuare a fare attività fisica al chiuso: vista la mia mentalità poco improvvisatrice, mi son procurata una bella tabella da principianti, che ho cominciato a seguire dall’inizio. Volevo comunque procedere gradualmente, per lasciare il tempo al mio fisico (da 44enne) di abituarsi alla cosa.
Da subito, le mie uscite hanno coinvolto la mia cagnolona, che ora appena mi vede prendere le scarpe da corsa si piazza seduta vicino alla porta, aspettando pazientemente che le metta imbrago e collare e che mi leghi a lei: siam diventate una coppia affiatata, ammetto che a volte mi fa comodo averla davanti che tira, anzi la incito pure su certi tratti in salita, e lei non si fa pregare e tira come un’ossessa. Quando siamo nel bosco spesso la lascio andare slegata, e lei si diverte un sacco a correre avanti e indietro e a superarmi a tutta velocità, con un sacco di variazioni di ritmo mentre io procedo lemme lemme con i mie passetti regolari.
Digressione canina a parte, ricordo bene le prime uscite, forse quel piacere puro di muovermi all’aperto, mentre albeggiava e sentivo cantare un’infinità di uccellini, ora non lo provo più, ora comunque voglio un minimo di risultati e quindi mi prefiggo degli obiettivi per le mie uscite, non è più solo il piacere di stare all’aperto, ma un piacere più articolato, quello che ti viene quando ti accorgi che il corpo ti porta dove vuoi andare e correre diventa un movimento naturale.
Ormai sono sette mesi che corro in maniera regolare, ma quale sia stata la molla che ha fatto scattare la passione ancora non lo so, so solo che alle superiori io e la mia amica cercavamo tutti i modi per evitare i famigerati tre giri di riscaldamento di corsa attorno alla scuola, scovando una serie di passaggi segreti che nessuno conosceva, o inventando scuse improbabili che raggiungevano il culmine quando – in autunno – si correva la corsa campestre di tutto l’istituto. In quinta superiore abbiam raggiunto il massimo dell’astuzia, facendoci doppiare da tutti in modo da mescolarci con il gruppone e fare solo due giri anziché i tre previsti: se a quei tempi mi avessero detto che ad un certo punto della mia esistenza mi sarei svegliata alle 6 di mattina per andare a correre, beh mai ci avrei creduto!
Attualmente le mie uscite vanno da 5-6 km a 10 km, con un inizio su asfalto in piano e poi il resto su sentiero, avendo la fortuna di vivere vicino alle montagne posso sbizzarrirmi e studiare i percorsi che preferisco, ed è una bella soddisfazione allungare ogni tanto i percorsi o vedere che riesco a correre su tratti che all'inizio facevo camminando!