Tutto inizia a maggio, quando il Guru, che vi ha partecipato l’anno scorso e si era già iscritto per quest’anno perché ne era rimasto entusiasta, è costretto a rinunciare cedendo così il pettorale. All’inizio sono titubante più che altro perché avevo già in programma Venezia un mese dopo, e poi per la logistica non facile, ma sentendo il suo entusiasmo nel raccontarla, e forte di quel pizzico di incoscienza che non guasta, accetto.
Il periodo post feriale non aiuta a trovare compagni/e di corsa e non, nemmeno Sara purtroppo ne ha modo, e così il lupo solitario dormiente che è in me decide di svegliarsi e organizzate tutto.
Aereo il venerdì per Vienna, primo giorno dedicato a macinare km lungo le strade della Capitale, il sabato treno per Krems. Non sto a dilungarmi sull’efficienza austriaca nei trasporti, che sarà ancora più evidente nell’organizzazione della Maratona, sta di fatto che il sabato gironzolo per la cittadina ma decido di non eccedere nel turismo, anche perché un po’ affaticato dal tour de force del venerdì.
Bello l’expo, diciamo nella media di maratone Italiane sul modello Reggio, ottima location nel parco con annesso pasta party: rigatoni alla bolognese davvero ottimi con molta carne, solo un tantino più cotti del dovuto, ma che ci volete fare, sono italiano!
Nel pomeriggio visito una orribile mostra il cui biglietto era incluso nel pacco gara (insieme a: borraccia Isostar, acqua, integratore da 75 ml, altri integratori, sacchetto di albicocche disidratate, detersivo, dentifricio), poi mi fermo a vedere la kid run dalla tribuna montata per l’occasione (altro pezzo forte).
Penichella nel prato, carbo load fase 2 con pizza e birra e poi a casa del mio ospite, un simpatico biologo iracheno trapiantato in Austria che lavora come aiuto cuoco, studia il tedesco e aspetta di poter essere raggiunto dalla moglie e dai due figli. Ottima camera, per la prima volta riesco a dormire più di 5 ore nella notte precedente la maratona, forse anche questo sarà un buon segnale.
La colazione come al solito è molto abbondante, ma non mi sento troppo affamato, segno che il carbo load del giorno prima è stato efficace.
E poi a piedi verso la stazione, dove c'è un mare di gente vista la coincidenza di maratona, mezza, staffetta a 4 per la Maratona, pure il nordic walking ci mettono, e tutti devono prendere il bus, ma tutto dà la sensazione di ordine se non teutonico quantomeno mitteleuropeo.
Senza troppa fatica prendo il bus, che percorre grossomodo il percorso della maratona ma dalla parte opposta del Danubio. I miei vicini di bus indicano la sponda sinistra (quella della corsa) evidentemente descrivendo il percorso ed i vari punti di cambio/partenza, ma ahimè capisco solo dai gesti, io e il tedesco siamo distanti come le mie scarpe e il modello ideale di running shoes. Infatti mi accorgo che hanno dei tagli sui fianchi lunghi perlomeno un pollice, giuro che una volta tornato a casa dopo circa 800km di onorato servizio pensiono le Diadora 6100.
Si arriva alla partenza ad Emmersdorf, clima molto rilassato, gonfiano l’arco della partenza non prima di 45 minuti dalla partenza. Le borse ce le fanno caricare sul bus (cosa per me inedita, sono gli stessi usati per i runners, servizio fai da te così ti ricordi dove l’hai messa, mica stupida come idea). Fila bagno, ultima barretta, stretching, i soliti rituali, e poi 10 minuti prima delle 10 tutti in griglia.
Qui bisogna soffermarsi su questo particolare insolito, riesco a raggiungere le prime file senza spingere, essere spintonato, senza essere lì tipo mezzora prima, sembra di essere alla partenza di una tapasciata della Pianura Padana, con la differenza che almeno lì ci si scanna per il ristoro finale…
Si parte in modo un po’ anonimo, c’entra poco che non capisco lo speaker, in tanti mi superano, ma forte delle esperienze precedenti mi impongo di mantenere pressoché costante il mio ritmo tra i 4’45 e i 4’50, con la speranza di abbattere il mio precedente best, e possibilmente di fare 3h25 finale. Riesco ad avere grande regolarità, c'è qualche tira e molla ma più che altro sono gli altri ad andare irregolari, bevo a tutti i ristori e mangio ogni 2.
La giornata è nuvolosa e fresca, davvero l’ideale per correre, pioviggina in un paio di punti. Meteo perfetto.
I ristori sono davvero notevoli: acqua, coca, integratori, banane, barrette, e si trovano praticamente ogni 3-4 km, alla faccia della Fidal! Ciò aiuta anche psicologicamente, anche perché ai ristori si radunano piccole folle di pubblico che applaude, io cerco sempre di fare ok con il pollice per ringraziarli e gasarmi ancora di più. Anche lungo il percorso ogni tanto qualche volenteroso che applaude si trova, non dimentichiamo che siamo per la maggior parte in campagna, e per il resto in paesini...
Vista anche una banda e un gruppetto con i bonghi. Diciamo animazione non al top ma del resto son "crucchi"...
Ecco, a differenza di altre volte ho fatto meno il pirla: niente urla, parole, chiacchiere, segni plateali per provocare il pubblico, forse ho risparmiato qualche energia anche per questo. Ok un paio di volte il gesto di Usain Bolt davanti agli speakers ma che ci volete fare…
Il paesaggio è molto bello, il fiume scorre a fianco e sembra spingerci, i battelli faticano da matti in controcorrente, si susseguono i paesini ed i vigneti, c'è pure una galleria di 400 m dopo i 30. Ecco, nel punto chiave mantengo il mio ritmo, ne supero parecchi (saranno 34 alla fine dai dati ufficiali), le gambe cominciano a lamentarsi ma il fiato regge e la testa si difende. Merito della mia preparazione stavolta più sensata? Delle ripetute, delle tre uscite a settimana, oltre che qualitativamente migliori? Le analisi le faremo con calma, ma forse sì.
La vera sofferenza inizia intorno al 38km, ma quando vedo che il ritmo è sopra i 5-5’10 cerco di rilanciare, stavolta non ho nessun crollo, al max faccio i 5’05, forse 10 negli ultimi due km quando ormai mi son reso conto che avevo il PB in tasca.
Ora è il momento di godersi l’arrivo e caricare il pubblico accalcato nel rettilineo finale, lo speaker riesce a storpiare oltre al cognome pure il nome, ma sono momenti irripetibili, esaltanti, meravigliosi.
Medaglia originale ma si poteva fare di meglio, la maglietta nemmeno bella si poteva solo acquistare per 25 euro, ma quella non mi interessava, ristoro finale ampio e voluminoso, con beveraggio in abbondanza (pure le lattine di birra!), torte, frutta. Peccato che ho poco appetito e non si può tornare indietro una volta usciti…mi rifarò al ristorante "al capone"

In compenso le docce sono in una piscina, e così posso godere di un bel bagno rigenerante con addosso gli svolazzini. Ecco qui si vede la differenza con il nostro amato Paese dove vai per nuotare e ti sembra di essere in una catena di montaggio: niente cuffia, docce praticamente adiacenti alla piscina (con il risultato che quando qualcuno apre la porta vi lascio immaginare lo spettacolo, vabbeh), clima decisamente più rilassato nonostante la parecchia gente, personale gentile e non musone come da noi (parlo di Crema, altrove non so).
Cosa ricordare di questa esperienza? Praticamente tutto, oltre alla mia prestazione sono rimasto colpito dall’ordine, dall’efficienza, dal clima rilassato, dai tantissimi volontari, oltre che gentilissimi, preparatissimi a qualsiasi domanda fatta, e come ho detto tutti (tranne l’autista del bus, vabbeh perdoniamolo), con un inglese fluente che quasi faccio fatica a capire. Sì, anche con le lingue non sono proprio una cima…
Sicuramente da provare almeno una volta nella vita. Già, ma qual è la maratona da non provare???
