Scarpa minimale

Commenti e discussioni sulle scarpe da running

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Folini
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Scarpa minimale

Messaggio da Folini »

Ho letto tutto il post sulle five fingers vibram...
L'argomento del barefoot running mi interessa parecchio, a tal punto da comprarmi un paio di scarpe da corsa molto minimali ovvero le Mizuno Wave Universe 3.

Le motivazioni che mi ha portato a provarle sono simili a quelle delle FF...
- miglioni di anni di evoluzione per produrre uno strumento eccezionale come le nostre articolazioni... contro poche decine di anni di tecnicam non scientificamente provata, di costruzione di scarpe sportive;
- avere meno ammortizzatori riduce l'altezza del tacco, portandoci ad una appoggio più avanzato
- meno tomaia permette al nostro fisico di sentire le sollecitazioni e modificarsi in maniera più corretta;
- lettura del libro di Gordon Pirie che è uno dei principali sponsor... e che ha aiutato Adi Dasley agli albori della sua marca;

Le stò usando da oltre un mese per allenamentohttp://folini.wordpress.com/2011/05/13/prova-scarpe/... avrò fatto un centinaio di km.
Unendo questa sperimentazione con la preparazione della mezza di Cantù.
Qualche doloretto ai polpacci... qualche vescica... qualche unghia nera...
Non sò come suddividere questi problemi fra scarpe nuove o aumento del chilometraggio!

In allenamento ho fatto un lungo da 29 km senza problemi esagerati.
Purtroppo (o per fortuna :smoked: ) a Cantù pioveva a dirotto quindi ho pensato di usare le New Balance 769... una scarpa A4 vecchio stile. La corsa è andata bene... anche se secondo i conti di Albanesi con le Mizuno che pesano 466g in meno, avrei corso un secondo abbondante in meno :-"

Quindi dopo un po' di tempo e chilometri non sono ancora giunto ad una conclusione!
Qualcuno ha fatto qualche esperienza in questo campo con scarpe simili?
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Barbara
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da Barbara »

Quando troverò il tempo (spero nei prossimi giorni) andrò a cerca di scarpe minimali. Uso le FF ma per il momento a dose omeopatiche, mentre per gli allenamenti lunghi e nonostante 3 paia di scarpe che devono essere A3 (boh? non conoscevo questa "classifica" prima di RF!), quelle con le quali mi sento meglio sono delle Nike Air Tri-D Run, decisamente più leggere di tutte le altre. Adesso faccio fatica a rimettermi gli altri modelli pesanti ai piedi, se non per allenamenti inferiori a 10km.
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lele 71
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da lele 71 »

La mia opinione in merito l'ho espressa nel topic delle fivefingers.
Il ritorno alle "minimal shoes" e' una tendenza partita da oltreoceano oramai da qualche annetto, ho letto il libro di romanoff sul pose-running credo almeno 3 anni fa ed in seguito ho provato anche a seguire il video relativo al chi-running.

Per esperienza personale mi mantengo cauto sull'utilizzo di calzature minime e di corsa a piedi nudi, gli esercizi fatti con una certa coscienza e cognizione di causa fanno sicuramente bene ed aumentano forza e reattivita' di piedi ed articolazioni ma usare calzature simili per gli allenamenti quotidiani (diciamo una media di 30/50km a settimana?) aggiungendo magari qualche problema di appoggio, una tecnica/postura non perfetta, un passo non proprio "brillante" (diciamo il lento a 5'/km?) ed il rischio di infortunio purtroppo aumenta in modo esponenziale nell'arco di 2/3 mesi.

Per quanto mi riguarda la scarpa "minima" va bene per la serata in pista con ripetute corte, skip, corsa balzata ed esercizi per i piedi, 8/10 allunghi a piedi nudi sul prato dopo un allenamento di FL/FM sono diventati una costante nei miei allenamenti, pero' mi fermo qui, per fare 20km a 5'/5'10" uso delle (buone) A4 e nelle gare (10k, 21k, triathlon) delle A4 un po' piu' leggere.

Il podista e' gia' un animale ad alto rischio infortuni, andarmela a cercare (ancora...) mi pare sfidare la sorte.
nico83040
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da nico83040 »

Anche io ho espresso la mia in altri post e la penso diversamente da chi mi ha preceduto :smoked:
Corro con Nike Free 3.0 da febbraio, dopo un periodo di adattamento posso dire di trovarmi benissimo, nessun problema articolare o muscolare.
Non credo di poter tornare alle A3 (ciò provato) nemmeno per i LL.
Anzi posso dire dopo 4 mesi, che proprio a ritmi più lenti, con queste scarpe c'è molto meno rischio di farsi male, perchè le richieste fisiche a piedi e muscoli per attutire i colpi sono minori.
L'unica cosa che ho notato è il fatto di andare un pò più piano in discesa, ma credo sia solo perchè i miei piedi non sono ancora abbastanza forti per sopportare quel tipo di lavoro (e mi ricollego a quanto detto prima).
Esperienza più che positiva quindi.
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Oscar78
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da Oscar78 »

Anche inov-8 si sta buttando sulle minimaliste.
http://www.inov-8.com/road/product-select.html
"Quel senso di libertà e leggerezza che provo quando percorro i miei sentieri,
quel perdermi nei miei pensieri e nei miei sogni,
quella stanchezza fisica che prevale su tutto, che ti svuota....e allora sei pronta ad accogliere"
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Folini
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da Folini »

Barbara se fai un giro per negozi facci sapere cosa c'è in giro...
Quasi sempre i negozi espongono le scarpe più massicce e colorate, mentre quelle leggere vengono nascoste o fatte passare come dei gioiellini che usano in corsa i top runner!

Lele anche io mi sono guardato il Chi-running e altre tecniche simili.
Ad esempio c'era un tipo che proponeva di stare in piedi e lentamente portare il peso in avanti. Quando si stà per cadere per terra è il momento di partire, mantenendo la stessa inclinazione.
Come idea mi era sembrata brillante, anche da un punto di vista fisico. Le reminiscenze sul calcolo della risultante delle forze sembra proprio dire che sfruttare la forza gravitazionale unita a quella di spinta delle gambe in avanti sviluppino una buona sinergia (eh??!?!?)
Un po' di dubbi mi rimanevano in quanto nel libro di Pirie continua a dire "don't lean forward" ovvero (se la mia traduzionen è corretta) non sbilanciatevi in avanti.
Probabilmente (ma di questo devo ancora sincerarmene) il fatto che mi spostavo verso l'avanti mi causava dopo 7/8 km un dolore fortissimo sulla parte alta della schiena fra le spalle. Quindi adesso come linea quida uso quella di correre il più possibile in verticale tenendo la testa alta guardando avanti (e su questo anche il chi-running è concorde!).

A4...allora sei pronatore (come mi avevano detto a me)... che scarpe a4 leggere usi?

Nico... Nike free a vederle mi sembra che il tallone sia un po' troppo corazzato... pesano ben 60 grammi in più delle mie [-X ;-)

Oscar... le hai provate? Anche loro sul sito danno le 155 (che sarebbe il peso... anche loro sopra di una ventina di grammi!!!) come le scarpe per gara di atleti eccezionali...
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da crop74 »

lele 71 ha scritto: Il podista e' gia' un animale ad alto rischio infortuni, andarmela a cercare (ancora...) mi pare sfidare la sorte.
:thumleft:
Le mie maratone:
2010:Coast to Coast 2011:Berlino 2014:Zurigo, Biel, Jungfrau, Losanna, Firenze 2017:Terre Verdiane, Milano, Jungfrau, Parma, Losanna 2018: white marble, Boston 2019: Stoccolma, Chicago

Best: Terre Verdiane 3h09'31"

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Re: Scarpa minimale

Messaggio da lele 71 »

Folini ha scritto: Un po' di dubbi mi rimanevano in quanto nel libro di Pirie continua a dire "don't lean forward" ovvero (se la mia traduzionen è corretta) non sbilanciatevi in avanti.
Probabilmente (ma di questo devo ancora sincerarmene) il fatto che mi spostavo verso l'avanti mi causava dopo 7/8 km un dolore fortissimo sulla parte alta della schiena fra le spalle. Quindi adesso come linea quida uso quella di correre il più possibile in verticale tenendo la testa alta guardando avanti (e su questo anche il chi-running è concorde!).

A4...allora sei pronatore (come mi avevano detto a me)... che scarpe a4 leggere usi?
Nel chi-running il "lean-forward" e' definito "l'acceleratore", in pratica piu' vuoi aumentare la velocita' piu' devi sbilanciarti in avanti ed allungare la falcata (la cadenza rimane invariata).
Decisamente opposto e' il pose-running dove la velocita' viene raggiunta aumentando la cadenza e mantenendo invariata l'ampiezza della falcata, anche questa scuola pero' prevede un minimo di sbilanciamento in avanti.

Il "lean-forward" da evitare e' quello eccessivo (per la velocita' alla quale stai correndo) che ti costringe a buttare indietro il fondoschiena per bilanciare e ti trovi a correre scomposto e seduto. Almeno io lo interpreto in questo modo anche perche' e' un difetto che il nostro coach in pista ci faceva notare.

Comunque, sempre secondo me ovviamente, si tende a dare troppa enfasi/importanza all'appoggio del piede (avampiede, mesopiede, tallone), senza rendersi conto che l'appoggio e' quasi sempre una conseguenza della postura, perche' i piedi sono l'ultimo anello della catena. La corsa inizia da testa e spalle, tutto il corpo deve essere "in bolla" e lo schema motorio non e' sempre cosi' immediato e "naturale" come molti sostengono o perlomeno non lo e' per tutti ed e' necessario acquisirlo con gradualita' e costanza.

Le mie A4 leggere sono le nike lunarglide (per molti non sono neppure delle A4...), le uso sui 10k e nel triathlon per 5k e 10k, per distanze superiori continuo a preferire nike structure triax.
Peso 60kg, passo dai 4'10/4'12 sui 5k ai 4'45/4'48 sulla mezza, prono moderatamente col piede destro ma la pronazione diventa marcata quando inizio a sentire la stanchezza (diciamo oltre i 15k).
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da Folini »

Concordo sul fatto che l'appoggio è più una conseguenza che una causa.
Sicuramente le scarpe con molta ammortizzazione tendono ad avere una tacco più alto, quindi comportano il fatto che il tallone arriva prima a terra e rendendo più difficile l'appoggio avanzato. Per assurdo un tacco 12 comporta che è quasi obbligatorio appoggiare il tallone (quindi lungi da me demonizzare questo approccio :pig: ).

Da quello che interpreto questo studio http://www.pponline.co.uk/encyc/0122.htm pare che la differenza sostanziale fra un corridore veloce e uno lento è il tempo che il piede rimane a terra. Quindi mi sembra una conseguenza logica che più appoggiamo il piede nella parte avanzata meno è il tempo di rollata.

Uno degli esercizi proposti nei libri di Galloway è quello che lui chiama il burattino. Consiglia infatti di correre come se fossimo tenuti su da dei fili, rendendo il meno pesante possibile la nostra corsa.
Altro consiglio che dà è di alzare il meno possibile il piede da terra (riducendo di fatto l'energia cinetica durante la corsa... se non ricordo male la formula era mgh... massa e accellerazioni sono costanti, quindi meno è l'altezza meno energia serve).

Altra cosa di buon senso che ho letto è il fatto di appoggiare il piede al terreno mentre si sposta in senso opposto alla marcia. Praticamente dovremo fare un movimento rotatorio con il piede e appoggiarlo a ore 7 (per usare un gergo aereonautico).

La cosa sicura è che la corsa ha tantissime varianti e ognuno deve trovare il sistema più economico per il proprio fisico. Tutte le tecniche che ci sono in giro sono utili per permetterci di sbagliare e, se siamo abbastanza bravi e fortunati, capire come correggerci.
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Re: Scarpa minimale

Messaggio da lele 71 »

Folini ha scritto:Sicuramente le scarpe con molta ammortizzazione tendono ad avere una tacco più alto, quindi comportano il fatto che il tallone arriva prima a terra e rendendo più difficile l'appoggio avanzato.
Non sono molto convinto di questo, parlo sempre per quello che riguarda me ed il mio modo di correre. Con le A3/A4 generalmente impatto il terreno con la zona leggermente dietro al metatarso (diciamo a meta' tra l'appoggio di avampiede e quello di mesopiede), questo naturalmente fino a quando non arriva la stanchezza, a quel punto noto che l'appoggio tende ad arretrare, fino ad arrivare alla corsa stanca e "pesante" dove tendo ad appoggiare tutto il piede a terra.
L'ultima fase (e spesso non dura nemmeno poco...) e' quella che mi fa rendere conto di quanto sia importante avere una scarpa che comunque mantenga il mio corpo minimamente proteso in avanti (un cuneo sotto al tallone di fatto provoca anche questo) e preservi i miei tendini di achille dall'andare in eccessiva estensione ad ogni appoggio, perche' questo e' quello che mi capita ad esempio con le A2 dove il dislivello e' molto ridotto.
Insomma, per quello che e' la mia percezione, la A4 non mi impedisce di "correre con una buona forma", tantomeno mi sembra che peggiori la mia corsa rispetto alle A2 o alla corsa a piedi nudi, perche' le pressioni degli appoggi sui piedi li sento sempre nelle stesse zone. Per contro quando sono stanco la scarpa entra in gioco dandomi un minimo di sostegno.

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