[Diario] La storia di un novellino
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Fartleko
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Evvai!

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Frecciadelcarretto
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Bravo 
Dai monti al mare ed altri racconti li vedi qui http://quaglia69.wordpress.com
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enricoshark
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Grazie a tutti 
Zacup - 20 Settembre 2015
La sveglia suona alle 4:45, metto le ultime cose in borsa, inizio a mangiare i miei biscotti e per le 5:20 sono pronto a partire. Arrivo a pasturo intorno alle 6:45, vado a ritirare il pacco gara con una temperatura piuttosto bassa. Attacco il pettorale alla maglia, il chip alle scarpe, mi cambio e sono pronto.
La giornata è magnifica, il sole sta ormai iniziando a scaldare il paese di Pasturo e mi porto nella zona di partenza. Mi incontro con un'amica, anche lei skyrunner del Politecnico di Milano e iniziamo a scambiare due chiacchiere, dopodichè facciamo un breve giro di riscaldamento. Ecco che lo speaker inizia a chiamare i corridori del cielo in griglia di partenza, la tensione è ormai alle stelle ma ho un atteggiamento positivo, so che la gara è dura, ma so anche che i primi 10 km sono quelli dove devo riuscire a spingere e fare la differenza. Saluto la mia ragazza e ormai lo start è sempre più vicino.
5... 4... 3... 2... 1!!
Si parte, come sempre, primi tornanti su asfalto fino all'imbocco del sentiero. Cerco di tenere un buon ritmo e rimanere nella pancia del gruppo. Inizia lo sterrato nel bosco e continuo a correre. La prima salita è lunga circa 4 km, non troppo estrema, alterno corsa e camminata, ma sento di avere un buon ritmo. Con mia sorpresa noto che anche i battiti sono leggermente più bassi del solito. Arrivo al primo ristoro e da lì la strada inizia a scendere alternando alcuni pezzi di discesa un po' tecnica a pezzi di discesa molto semplice. Arrivo al Rif. Riva con un buon ritmo, intorno agli 8'/km di media.
Dal Riva si procede nel bosco verso il passo della Stanga, dove le cose iniziano a farsi interessanti, una bella scaletta con passaggio attrezzato su roccia abbastanza esposto. Passo senza problemi, qui il sentiero è un po' un mangia e bevi quindi riesco ancora a fare un buon ritmo. La prossima asperità è il Passo dello Zapel; uscendo dal bosco intravedo la coda delle persone sul percorso attrezzato, dove una volta arrivato, attendo il mio ritmo per salire. Qua si procede molto lenti, il tratto è congestionato e certi passaggi non sono proprio semplicissimi. Finito il tratto attrezzato, abbiamo davanti un ghiaione molto lungo e ripido, dove inizia la mia crisi. Il cuore non sale più e le gambe sono inchiodate, inizio a trascinarmi passo dopo passo, facendo molta fatica anche a causa del continuo scivolare sul tracciato ghiaioso. Inizio ad avvicinarmi alla fine del ghiaione, dove termina momentaneamente la mia agonia. Il tratto di strada verso il Rif. Bogani è un misto di salite e discesine, dove ne approfitto per tirare un po' il fiato. Al Rif. Bogani c'è il primo cancello (3 ore e 15 dalla partenza), arrivo al rifugio con un tempo di circa 2 ore e 53. Mi fermo al ristoro e faccio rifornimento.
Dopo il Rif. Bogani inizia la salita verso il Rif. Brioschi, nonchè cima della Grigna Settentrionale, comunemente chiamata Grignone. Le gambe non ci sono più, la testa inizia a cedere, inizio a vedere ormai imminente il ritiro al cancello delle 5 ore. Inizio la salita, molta gente ancora sul percorso a tifare e questo mi fa piacere. Durante un piccolo passaggio attrezzato mi viene un crampo al quadricipite, mi fermo un po' a massaggiare e poi riparto. Dopo un po' inizia il tratto con catene che porta alla cima, sento la musica, lo speaker, inizio a gasarmi e aumento un po' il passo. Arrivo finalmente in cima, guardo velocemente il magnifico panorama, faccio rifornimento al ristoro e mi butto giù in discesa. Sono arrivato in cima in 4 ore e 02, il cancello delle 5 ore lo vedo sempre più lontano.
Inizio la discesa verso il Rif. Antonietta, provo a correre, ma il sentiero è veramente molto tecnico e con le gambe inchiodate non posso far altro che camminare. Pian piano che mi avvicino al rifugio, il sentiero inizia a farsi meno tecnico e meno roccioso. Corro qualche pezzo in più e arrivo al rifugio Antonietta con un tempo di 4 ore e 53. Sono felicissimo, il mio obiettivo ormai è raggiunto (posso tornare a Pasturo con le mie gambe).
Riparto dall'Antonietta molto più tranquillo, adesso l'obiettivo è finire sotto le 6 ore, ma lo ritengo impossibile, anche perchè capisco che i km invece che 27 saranno un po' di più. Continuo ad alternare pezzi di camminata a pezzi di corsa finchè non si entra in un bosco, dove il sentiero è quasi in piano, giusto qualche lieve discesa o salita. E qui scopro un fatto formidabile: a differenza di tutte le altre gare, non ho dolori ad anche o ginocchia, ma solo muscolari, e correndo questi pezzi vedo che riesco a tenere con facilità ritmi intorno ai 5'30/km. Inizio a gasarmi e pensare che posso farcela ad arrivare sotto le 6 ore. Mi mangio ogni pezzo di pianura che trovo. Ormai inizio a vedere il paese, si lascia il bosco e si prende una carrareccia ciottolata, faccio fatica a correrla ma ormai ho l'adrenalina a mille, faccio andare le gambe, cerco di tenere la cadenza il più alta possibile (>180 passi/min). Sono ormai quasi in paese, il mio tempo è di 5 ore e 55, iniziano le case e finalmente sbuco sulla strada asfaltata. L'arrivo è in salita, devo fare un ultimo sforzo (circa 100/200 metri), corro con tutte le forze che ho e arrivo a tagliare il traguardo. I bambini tendono la mano e gli do il cinque, lo speaker annuncia il mio nome e dopo essere passato sul tappeto tiro un urlo di gioia saltando per esultare, infatti uno dei volontari mi dice: ti vedo quasi troppo fresco
Tempo finale 5 ore 58 minuti e 40 secondi. Obiettivo raggiunto e felicità alle stelle.
È stata una gara veramente stupenda, che richiedeva molta completezza a livello atletico, salite corribili, salite ripide, tratti attrezzati, discese semplici, pianura, mangia e bevi, discesa tecnica. Mi ha lasciato dentro veramente molto. Tantissime emozioni, tanta sofferenza. In gara mi ero detto che sarebbe stata la mia ultima gara di skyrunning, che questa è stata una bella parentesi della mia vita sportiva ma che proprio non fa per me. Dopo aver tagliato quel traguardo la prima cosa che ho pensato è stata: quale sarà la prossima?
Facendo un attimo delle riflessioni però ammetto che effettivamente mi sono un po' stancato di essere lì a lottare con i denti contro i cancelli e il tempo limite. È uno sport che mi sta dando moltissimo, sia a livello sportivo ma soprattutto a livello umano. Mi fa scoprire cosa vuol dire cercare di superare sempre i propri limiti, cosa che ormai nel ciclismo non provavo da anni. Però mi fa anche capire come per quanto ci sia dell'agonismo, siamo tutti dei ragazzi con una grande passione verso la montagna, sempre pronti ad aiutarci a vicenda nel momento del bisogno. La gente che sul percorso che mentre sali ti da' una pacca sulla spalla e ti incita. Tutti che hanno sempre pronto un sorriso per te. Questo è fantastico. Io cercherò di impegnarmi con tutto me stesso per migliorare sensibilmente in modo da poter restituire a questo sport, quello che lui da' a me. So che abitando in pianura sarà molto difficile, ma ci voglio provare lo stesso.
Il primo passo di questo mio miglioramento sarà dedicare l'inverno alle competizioni su strada per acquistare una discreta confidenza con la velocità. A questo proposito mi sono iscritto alla mezza maratona dell'Alpin Cup.
Buona giornata a tutti
Zacup - 20 Settembre 2015
La sveglia suona alle 4:45, metto le ultime cose in borsa, inizio a mangiare i miei biscotti e per le 5:20 sono pronto a partire. Arrivo a pasturo intorno alle 6:45, vado a ritirare il pacco gara con una temperatura piuttosto bassa. Attacco il pettorale alla maglia, il chip alle scarpe, mi cambio e sono pronto.
La giornata è magnifica, il sole sta ormai iniziando a scaldare il paese di Pasturo e mi porto nella zona di partenza. Mi incontro con un'amica, anche lei skyrunner del Politecnico di Milano e iniziamo a scambiare due chiacchiere, dopodichè facciamo un breve giro di riscaldamento. Ecco che lo speaker inizia a chiamare i corridori del cielo in griglia di partenza, la tensione è ormai alle stelle ma ho un atteggiamento positivo, so che la gara è dura, ma so anche che i primi 10 km sono quelli dove devo riuscire a spingere e fare la differenza. Saluto la mia ragazza e ormai lo start è sempre più vicino.
5... 4... 3... 2... 1!!
Si parte, come sempre, primi tornanti su asfalto fino all'imbocco del sentiero. Cerco di tenere un buon ritmo e rimanere nella pancia del gruppo. Inizia lo sterrato nel bosco e continuo a correre. La prima salita è lunga circa 4 km, non troppo estrema, alterno corsa e camminata, ma sento di avere un buon ritmo. Con mia sorpresa noto che anche i battiti sono leggermente più bassi del solito. Arrivo al primo ristoro e da lì la strada inizia a scendere alternando alcuni pezzi di discesa un po' tecnica a pezzi di discesa molto semplice. Arrivo al Rif. Riva con un buon ritmo, intorno agli 8'/km di media.
Dal Riva si procede nel bosco verso il passo della Stanga, dove le cose iniziano a farsi interessanti, una bella scaletta con passaggio attrezzato su roccia abbastanza esposto. Passo senza problemi, qui il sentiero è un po' un mangia e bevi quindi riesco ancora a fare un buon ritmo. La prossima asperità è il Passo dello Zapel; uscendo dal bosco intravedo la coda delle persone sul percorso attrezzato, dove una volta arrivato, attendo il mio ritmo per salire. Qua si procede molto lenti, il tratto è congestionato e certi passaggi non sono proprio semplicissimi. Finito il tratto attrezzato, abbiamo davanti un ghiaione molto lungo e ripido, dove inizia la mia crisi. Il cuore non sale più e le gambe sono inchiodate, inizio a trascinarmi passo dopo passo, facendo molta fatica anche a causa del continuo scivolare sul tracciato ghiaioso. Inizio ad avvicinarmi alla fine del ghiaione, dove termina momentaneamente la mia agonia. Il tratto di strada verso il Rif. Bogani è un misto di salite e discesine, dove ne approfitto per tirare un po' il fiato. Al Rif. Bogani c'è il primo cancello (3 ore e 15 dalla partenza), arrivo al rifugio con un tempo di circa 2 ore e 53. Mi fermo al ristoro e faccio rifornimento.
Dopo il Rif. Bogani inizia la salita verso il Rif. Brioschi, nonchè cima della Grigna Settentrionale, comunemente chiamata Grignone. Le gambe non ci sono più, la testa inizia a cedere, inizio a vedere ormai imminente il ritiro al cancello delle 5 ore. Inizio la salita, molta gente ancora sul percorso a tifare e questo mi fa piacere. Durante un piccolo passaggio attrezzato mi viene un crampo al quadricipite, mi fermo un po' a massaggiare e poi riparto. Dopo un po' inizia il tratto con catene che porta alla cima, sento la musica, lo speaker, inizio a gasarmi e aumento un po' il passo. Arrivo finalmente in cima, guardo velocemente il magnifico panorama, faccio rifornimento al ristoro e mi butto giù in discesa. Sono arrivato in cima in 4 ore e 02, il cancello delle 5 ore lo vedo sempre più lontano.
Inizio la discesa verso il Rif. Antonietta, provo a correre, ma il sentiero è veramente molto tecnico e con le gambe inchiodate non posso far altro che camminare. Pian piano che mi avvicino al rifugio, il sentiero inizia a farsi meno tecnico e meno roccioso. Corro qualche pezzo in più e arrivo al rifugio Antonietta con un tempo di 4 ore e 53. Sono felicissimo, il mio obiettivo ormai è raggiunto (posso tornare a Pasturo con le mie gambe).
Riparto dall'Antonietta molto più tranquillo, adesso l'obiettivo è finire sotto le 6 ore, ma lo ritengo impossibile, anche perchè capisco che i km invece che 27 saranno un po' di più. Continuo ad alternare pezzi di camminata a pezzi di corsa finchè non si entra in un bosco, dove il sentiero è quasi in piano, giusto qualche lieve discesa o salita. E qui scopro un fatto formidabile: a differenza di tutte le altre gare, non ho dolori ad anche o ginocchia, ma solo muscolari, e correndo questi pezzi vedo che riesco a tenere con facilità ritmi intorno ai 5'30/km. Inizio a gasarmi e pensare che posso farcela ad arrivare sotto le 6 ore. Mi mangio ogni pezzo di pianura che trovo. Ormai inizio a vedere il paese, si lascia il bosco e si prende una carrareccia ciottolata, faccio fatica a correrla ma ormai ho l'adrenalina a mille, faccio andare le gambe, cerco di tenere la cadenza il più alta possibile (>180 passi/min). Sono ormai quasi in paese, il mio tempo è di 5 ore e 55, iniziano le case e finalmente sbuco sulla strada asfaltata. L'arrivo è in salita, devo fare un ultimo sforzo (circa 100/200 metri), corro con tutte le forze che ho e arrivo a tagliare il traguardo. I bambini tendono la mano e gli do il cinque, lo speaker annuncia il mio nome e dopo essere passato sul tappeto tiro un urlo di gioia saltando per esultare, infatti uno dei volontari mi dice: ti vedo quasi troppo fresco
Tempo finale 5 ore 58 minuti e 40 secondi. Obiettivo raggiunto e felicità alle stelle.
È stata una gara veramente stupenda, che richiedeva molta completezza a livello atletico, salite corribili, salite ripide, tratti attrezzati, discese semplici, pianura, mangia e bevi, discesa tecnica. Mi ha lasciato dentro veramente molto. Tantissime emozioni, tanta sofferenza. In gara mi ero detto che sarebbe stata la mia ultima gara di skyrunning, che questa è stata una bella parentesi della mia vita sportiva ma che proprio non fa per me. Dopo aver tagliato quel traguardo la prima cosa che ho pensato è stata: quale sarà la prossima?
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Diario: viewtopic.php?t=38175
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Max80
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Grande Enrico, un peccato non averti conosciuto. Con la tua riflessione finale hai centrato in pieno il senso di queste gare. Ed io, dopo averne corse ormai + di 70, riesco ancora a stupirmi.
Domenica, sul tratto finale dello Zapel (quello su ghiaia), io ero in recupero e andavo al doppio di chi mi precedeva. Ad un certo punto tento un sorpasso su un tornantino, ma le scarpe scivolano. Metto le mani a terra ma scivolano anche quelle. Il tizio che stavo superando, invece che passarmi agile che fa? Mi mette una mano sul culo e mi da una spinta incitandomi!
Se vuoi chiudere la stagione con l'ultima delle sky a novembre, dai un occhio alla Pico Trail (Strozza - Valle Imagna)
Ciao ciao
Max
Domenica, sul tratto finale dello Zapel (quello su ghiaia), io ero in recupero e andavo al doppio di chi mi precedeva. Ad un certo punto tento un sorpasso su un tornantino, ma le scarpe scivolano. Metto le mani a terra ma scivolano anche quelle. Il tizio che stavo superando, invece che passarmi agile che fa? Mi mette una mano sul culo e mi da una spinta incitandomi!
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Ciao ciao
Max
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enricoshark
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Grazie Max 
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morellozzo
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Grande ingegnere!! Tu mi metti voglia di correre 
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enricoshark
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Che bello!
Grazie! 
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Max80
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Ah beh....se poi sei anche un collega ing!!
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enricoshark
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Re: [Diario] La storia di un novellino
Diciamo quasi collega, manca ancora il pezzo di carta 
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elisa udine
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Re: [Diario] La storia di un novellino
grandissimo!!!! davvero belle riflessioni! 
21km: 1h36'33" 2020
42km: 3h24'02" Cividale 2019
6h: 70,3km Biella 2021
75km: 7h21'20" Ob Mrzli Reki 2019
100km: 9h18'51" Imola 2021
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