CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
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Randagio che corre
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CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Si tratta del giro del lago di Varese (28km) di Domenica 31/01, corso sulla pista ciclabile del lago di Varese insieme a Chiara B ed al suo amico Davide.
Ritrovo concordato per le ore 9.20.
Normalmente arrivo agli appuntamenti con largo anticipo, ma questa volta alcune faccende estremamente importanti (riguardavo su YouTube uno spezzone di Zelig) mi hanno intrattenuto a casa oltre il dovuto.
Mi sono quindi trovato in auto a dover sostituire la mia normale andatura “stile Ambrogio” con un incedere un pelo più allegro… dispensavo sorpassi e sportellate come il Mansell più incarognito che si possa ricordare.
Lungo la strada non posso fare a meno di notare che è una giornata splendida: la temperatura è attorno allo zero, ma il cielo è terso, il sole splendente ed una visione mozzafiato della catena del Rosa si riflette sul lago.
Arrivo nel parcheggio sede del ritrovo verso le 9.18 a gomme fumanti. Soddisfatto, ma con la coscienza sporca per aver infranto almeno la metĂ degli articoli del codice stradale e causato un principio di infarto ad un paio di anziani automobilisti che ad una velocitĂ di 35km/h probabilmente accompagnavano le rispettive signore a messa.
Nel piazzale, che giĂ ospitava un buon numero di auto, si potevano notare alcuni runners pronti ad affrontare la fatica domenicale, ma nessuna pink.
Scorgo una ragazza in tuta da ginnastica chiusa in una Punto, parcheggiata in disparte. “Non può che essere lei!” mi suggerisce la mia mente perspicace. Mi avvicino baldanzoso ed ammiccante, fino a quando la giovane in questione non ricambia il mio sguardo, con l’espressione di un Pitbull a cui hanno appena pestato la coda.
Dietroooo front! Figurimmè…
Trenta secondi dopo arriva un’altra auto…. quella con Chiara B a bordo.
Chiara B, Davide ed io ci presentiamo e partiamo quasi subito per la nostra 28km.
Chiara B inizia subito a fare l’andatura, tanto per mettere in chiaro le cose. Guardo Davide perplesso, lui mi conferma che è normale e che è meglio mantenere il nostro ritmo, tanto poi sarà lei a capire quando.... aspettarci.
A tratti Chiara B mi ricorda Pantani, quando in salita si divertiva a dare qualche strappetto, giusto per vedere chi del gruppo riusciva a restare a ruota.
I km si susseguono ad un ritmo che oscilla tra i 5’05” ed i 5’15”, la compagnia è piacevole ed il mio corpo mi comunica sensazioni positive.
Poi, ad un tratto, tutto vira drammaticamente al peggio.
15° km: una colichetta insignificante. La ignoro e faccio finta di nulla.
16° km: la colichetta di prima si è offesa, ed ha mandato la sorella maggiore. Il mio corpo cambia idea, e mi avvisa che non è che sia proprio proprio tutto perfetto.
19° km: tengo duro, ignorando le coliche (organizzate in una gang rissosissima) che si susseguono ad ondate sempre più intense e frequenti. Per fortuna Chiara B e Davide non si sono accorti che sto male.
20° km: la sana sudata di una corsa si è trasformata in un bagno di insalubri sudori freddi. Il mio corpo mi ricorda che non tutti i muscoli sono volontari a tempo indeterminato, e che dietro ripetute ed intense sollecitazioni possono cedere, nonostante gli input contrari provenienti dal cervello. Sto sempre peggio.
20,5° km: il mio corpo mi fa i complimenti per la tenacia, ma mi comunica che ora mi sto davvero per xaxare sotto.
21°km: non posso più bleffare, ormai sto malissimo, sono costretto a gettare la spugna.
Comunico ai miei compagni di avventura che li devo abbandonare.
Loro sono sorpresi, provano a farmi coraggio ed a spronarmi…. io penso soltanto che sto per farmela sotto, e che spero non succeda proprio in quel momento, di fronte a loro.
Alla fine mi salutano e vanno avanti.
Sconforto e umiliazione. “Avranno pensato che sono cotto” mi dico, ma la mia priorità ora è un’altra.
Riesco a malapena a camminare e sono davvero disperato, quando la Provvidenza mi assiste: ricordo che prima di uscire ho messo in una tasca un paio di fazzolettini, e guardandomi attorno non posso fare a meno di notare che mi trovo in una zona priva di abitazioni, con un boschetto ed una catasta di legna che sembra messa lì apposta per ripararmi dalla vista altrui.
Che fortunello! 500 metri prima abbiamo attraversato un paese, 500 metri dopo la pista corre parallela ed adiacente alla lungolago.
Per pudore non descrivo i dettagli del minuto successivo.
Mi rialzo, sono rinato! Senza indugio la mia mente torna lucida e mi manda un messaggio inequivocabile: RIPRENDILI, CE LA PUOI FARE! In fondo, sei rimasto fermo meno di due minuti… CORRI, CHE ASPETTI?
Mosso da orgoglio, rinnovato entusiasmo e da un sentimento di rivalsa nei confronti delle avversitĂ , mi lancio in una lunghissima volata.
Le gambe rispondono, sono un po’ imballate ma ancora vogliose di faticare, e via tra i 4’30” ed i 4’45”!
Dopo 3 km di rincorsa disperata li vedo, laggiù in fondo. Chiara B davanti a fare l’elastico, Davide che come un metronomo viaggia preciso e costante sul suo ritmo.
Accelero, mi avvicino e comincio a chiamarli. Niente, ancora troppo lontani, non mi sentono.
Accelero ancora, ma mi rendo conto che se vado avanti così tra poco “scoppio” e non li prendo più. Grido, li chiamo di nuovo.
Tengo duro, soffro. Ma è tutta un’altra cosa: questa è una sofferenza sana, perfino piacevole. Tiro fuori un Chiiaaraa intorno ai 120 decibel e finalmente si girano. Davide mi vede, invertono la marcia e mi vengono incontro.
A questo punto posso rallentare e tornare sui ritmi del lento, prendo fiato, e quando li raggiungo sono tutto tronfio e gongolante. Pancia in dentro, petto in fuori e sguardo fiero, manco fossi Rambo appena rientrato da una missione. Se fossi un pavone avrei la ruota tutta aperta.
Corriamo gli ultimi 2km insieme, e poiché tra di noi c’è una rappresentante del gentil sesso, io spiego la causa del mio pit stop in termini tecnico/scientifici (devo aver detto una roba del tipo “ho avuto un attacco di squaggione a spray”).
Completiamo il giro, ora l’adrenalina è finita e tutta la fatica si fa sentire, sono bollito.
Davide si ferma come me, Chiara B che fa? Dichiara di voler continuare per arrivare alla soglia psicologica dei 30km!! La ruota del pavone si chiude, e la coda torna tra le gambe.
Secondo me la B sta per Bikila….
E’ sempre un bel giro, sicuramente da rifare. Spero in tanti
Ritrovo concordato per le ore 9.20.
Normalmente arrivo agli appuntamenti con largo anticipo, ma questa volta alcune faccende estremamente importanti (riguardavo su YouTube uno spezzone di Zelig) mi hanno intrattenuto a casa oltre il dovuto.
Mi sono quindi trovato in auto a dover sostituire la mia normale andatura “stile Ambrogio” con un incedere un pelo più allegro… dispensavo sorpassi e sportellate come il Mansell più incarognito che si possa ricordare.
Lungo la strada non posso fare a meno di notare che è una giornata splendida: la temperatura è attorno allo zero, ma il cielo è terso, il sole splendente ed una visione mozzafiato della catena del Rosa si riflette sul lago.
Arrivo nel parcheggio sede del ritrovo verso le 9.18 a gomme fumanti. Soddisfatto, ma con la coscienza sporca per aver infranto almeno la metĂ degli articoli del codice stradale e causato un principio di infarto ad un paio di anziani automobilisti che ad una velocitĂ di 35km/h probabilmente accompagnavano le rispettive signore a messa.
Nel piazzale, che giĂ ospitava un buon numero di auto, si potevano notare alcuni runners pronti ad affrontare la fatica domenicale, ma nessuna pink.
Scorgo una ragazza in tuta da ginnastica chiusa in una Punto, parcheggiata in disparte. “Non può che essere lei!” mi suggerisce la mia mente perspicace. Mi avvicino baldanzoso ed ammiccante, fino a quando la giovane in questione non ricambia il mio sguardo, con l’espressione di un Pitbull a cui hanno appena pestato la coda.
Dietroooo front! Figurimmè…
Trenta secondi dopo arriva un’altra auto…. quella con Chiara B a bordo.
Chiara B, Davide ed io ci presentiamo e partiamo quasi subito per la nostra 28km.
Chiara B inizia subito a fare l’andatura, tanto per mettere in chiaro le cose. Guardo Davide perplesso, lui mi conferma che è normale e che è meglio mantenere il nostro ritmo, tanto poi sarà lei a capire quando.... aspettarci.
A tratti Chiara B mi ricorda Pantani, quando in salita si divertiva a dare qualche strappetto, giusto per vedere chi del gruppo riusciva a restare a ruota.
I km si susseguono ad un ritmo che oscilla tra i 5’05” ed i 5’15”, la compagnia è piacevole ed il mio corpo mi comunica sensazioni positive.
Poi, ad un tratto, tutto vira drammaticamente al peggio.
15° km: una colichetta insignificante. La ignoro e faccio finta di nulla.
16° km: la colichetta di prima si è offesa, ed ha mandato la sorella maggiore. Il mio corpo cambia idea, e mi avvisa che non è che sia proprio proprio tutto perfetto.
19° km: tengo duro, ignorando le coliche (organizzate in una gang rissosissima) che si susseguono ad ondate sempre più intense e frequenti. Per fortuna Chiara B e Davide non si sono accorti che sto male.
20° km: la sana sudata di una corsa si è trasformata in un bagno di insalubri sudori freddi. Il mio corpo mi ricorda che non tutti i muscoli sono volontari a tempo indeterminato, e che dietro ripetute ed intense sollecitazioni possono cedere, nonostante gli input contrari provenienti dal cervello. Sto sempre peggio.
20,5° km: il mio corpo mi fa i complimenti per la tenacia, ma mi comunica che ora mi sto davvero per xaxare sotto.
21°km: non posso più bleffare, ormai sto malissimo, sono costretto a gettare la spugna.
Comunico ai miei compagni di avventura che li devo abbandonare.
Loro sono sorpresi, provano a farmi coraggio ed a spronarmi…. io penso soltanto che sto per farmela sotto, e che spero non succeda proprio in quel momento, di fronte a loro.
Alla fine mi salutano e vanno avanti.
Sconforto e umiliazione. “Avranno pensato che sono cotto” mi dico, ma la mia priorità ora è un’altra.
Riesco a malapena a camminare e sono davvero disperato, quando la Provvidenza mi assiste: ricordo che prima di uscire ho messo in una tasca un paio di fazzolettini, e guardandomi attorno non posso fare a meno di notare che mi trovo in una zona priva di abitazioni, con un boschetto ed una catasta di legna che sembra messa lì apposta per ripararmi dalla vista altrui.
Che fortunello! 500 metri prima abbiamo attraversato un paese, 500 metri dopo la pista corre parallela ed adiacente alla lungolago.
Per pudore non descrivo i dettagli del minuto successivo.
Mi rialzo, sono rinato! Senza indugio la mia mente torna lucida e mi manda un messaggio inequivocabile: RIPRENDILI, CE LA PUOI FARE! In fondo, sei rimasto fermo meno di due minuti… CORRI, CHE ASPETTI?
Mosso da orgoglio, rinnovato entusiasmo e da un sentimento di rivalsa nei confronti delle avversitĂ , mi lancio in una lunghissima volata.
Le gambe rispondono, sono un po’ imballate ma ancora vogliose di faticare, e via tra i 4’30” ed i 4’45”!
Dopo 3 km di rincorsa disperata li vedo, laggiù in fondo. Chiara B davanti a fare l’elastico, Davide che come un metronomo viaggia preciso e costante sul suo ritmo.
Accelero, mi avvicino e comincio a chiamarli. Niente, ancora troppo lontani, non mi sentono.
Accelero ancora, ma mi rendo conto che se vado avanti così tra poco “scoppio” e non li prendo più. Grido, li chiamo di nuovo.
Tengo duro, soffro. Ma è tutta un’altra cosa: questa è una sofferenza sana, perfino piacevole. Tiro fuori un Chiiaaraa intorno ai 120 decibel e finalmente si girano. Davide mi vede, invertono la marcia e mi vengono incontro.
A questo punto posso rallentare e tornare sui ritmi del lento, prendo fiato, e quando li raggiungo sono tutto tronfio e gongolante. Pancia in dentro, petto in fuori e sguardo fiero, manco fossi Rambo appena rientrato da una missione. Se fossi un pavone avrei la ruota tutta aperta.
Corriamo gli ultimi 2km insieme, e poiché tra di noi c’è una rappresentante del gentil sesso, io spiego la causa del mio pit stop in termini tecnico/scientifici (devo aver detto una roba del tipo “ho avuto un attacco di squaggione a spray”).
Completiamo il giro, ora l’adrenalina è finita e tutta la fatica si fa sentire, sono bollito.
Davide si ferma come me, Chiara B che fa? Dichiara di voler continuare per arrivare alla soglia psicologica dei 30km!! La ruota del pavone si chiude, e la coda torna tra le gambe.
Secondo me la B sta per Bikila….
E’ sempre un bel giro, sicuramente da rifare. Spero in tanti
Quando avranno inquinato l'ultimo fiume,
abbattuto l'ultimo albero,
preso l'ultimo bisonte,
pescato l'ultimo pesce,
solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche".
(Tatanka Iotanka-Toro Seduto)
abbattuto l'ultimo albero,
preso l'ultimo bisonte,
pescato l'ultimo pesce,
solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche".
(Tatanka Iotanka-Toro Seduto)
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maumau1
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- LocalitĂ : Roma (proveniente da Martano - Le)
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Magari senza passare davanti alla catasta di legnaRandagio che corre ha scritto:Si tratta del giro del lago di Varese (28km) di Domenica 31/01, corso sulla pista ciclabile del lago di Varese insieme a Chiara B ed al suo amico Davide.
Ritrovo concordato per le ore 9.20.
Normalmente arrivo agli appuntamenti con largo anticipo, ma questa volta alcune faccende estremamente importanti (riguardavo su YouTube uno spezzone di Zelig) mi hanno intrattenuto a casa oltre il dovuto.
Mi sono quindi trovato in auto a dover sostituire la mia normale andatura “stile Ambrogio” con un incedere un pelo più allegro… dispensavo sorpassi e sportellate come il Mansell più incarognito che si possa ricordare.
Lungo la strada non posso fare a meno di notare che è una giornata splendida: la temperatura è attorno allo zero, ma il cielo è terso, il sole splendente ed una visione mozzafiato della catena del Rosa si riflette sul lago.
Arrivo nel parcheggio sede del ritrovo verso le 9.18 a gomme fumanti. Soddisfatto, ma con la coscienza sporca per aver infranto almeno la metĂ degli articoli del codice stradale e causato un principio di infarto ad un paio di anziani automobilisti che ad una velocitĂ di 35km/h probabilmente accompagnavano le rispettive signore a messa.
Nel piazzale, che giĂ ospitava un buon numero di auto, si potevano notare alcuni runners pronti ad affrontare la fatica domenicale, ma nessuna pink.
Scorgo una ragazza in tuta da ginnastica chiusa in una Punto, parcheggiata in disparte. “Non può che essere lei!” mi suggerisce la mia mente perspicace. Mi avvicino baldanzoso ed ammiccante, fino a quando la giovane in questione non ricambia il mio sguardo, con l’espressione di un Pitbull a cui hanno appena pestato la coda.
Dietroooo front! Figurimmè…
Trenta secondi dopo arriva un’altra auto…. quella con Chiara B a bordo.
Chiara B, Davide ed io ci presentiamo e partiamo quasi subito per la nostra 28km.
Chiara B inizia subito a fare l’andatura, tanto per mettere in chiaro le cose. Guardo Davide perplesso, lui mi conferma che è normale e che è meglio mantenere il nostro ritmo, tanto poi sarà lei a capire quando.... aspettarci.
A tratti Chiara B mi ricorda Pantani, quando in salita si divertiva a dare qualche strappetto, giusto per vedere chi del gruppo riusciva a restare a ruota.
I km si susseguono ad un ritmo che oscilla tra i 5’05” ed i 5’15”, la compagnia è piacevole ed il mio corpo mi comunica sensazioni positive.
Poi, ad un tratto, tutto vira drammaticamente al peggio.
15° km: una colichetta insignificante. La ignoro e faccio finta di nulla.
16° km: la colichetta di prima si è offesa, ed ha mandato la sorella maggiore. Il mio corpo cambia idea, e mi avvisa che non è che sia proprio proprio tutto perfetto.
19° km: tengo duro, ignorando le coliche (organizzate in una gang rissosissima) che si susseguono ad ondate sempre più intense e frequenti. Per fortuna Chiara B e Davide non si sono accorti che sto male.
20° km: la sana sudata di una corsa si è trasformata in un bagno di insalubri sudori freddi. Il mio corpo mi ricorda che non tutti i muscoli sono volontari a tempo indeterminato, e che dietro ripetute ed intense sollecitazioni possono cedere, nonostante gli input contrari provenienti dal cervello. Sto sempre peggio.
20,5° km: il mio corpo mi fa i complimenti per la tenacia, ma mi comunica che ora mi sto davvero per xaxare sotto.
21°km: non posso più bleffare, ormai sto malissimo, sono costretto a gettare la spugna.
Comunico ai miei compagni di avventura che li devo abbandonare.
Loro sono sorpresi, provano a farmi coraggio ed a spronarmi…. io penso soltanto che sto per farmela sotto, e che spero non succeda proprio in quel momento, di fronte a loro.
Alla fine mi salutano e vanno avanti.
Sconforto e umiliazione. “Avranno pensato che sono cotto” mi dico, ma la mia priorità ora è un’altra.
Riesco a malapena a camminare e sono davvero disperato, quando la Provvidenza mi assiste: ricordo che prima di uscire ho messo in una tasca un paio di fazzolettini, e guardandomi attorno non posso fare a meno di notare che mi trovo in una zona priva di abitazioni, con un boschetto ed una catasta di legna che sembra messa lì apposta per ripararmi dalla vista altrui.
Che fortunello! 500 metri prima abbiamo attraversato un paese, 500 metri dopo la pista corre parallela ed adiacente alla lungolago.
Per pudore non descrivo i dettagli del minuto successivo.
Mi rialzo, sono rinato! Senza indugio la mia mente torna lucida e mi manda un messaggio inequivocabile: RIPRENDILI, CE LA PUOI FARE! In fondo, sei rimasto fermo meno di due minuti… CORRI, CHE ASPETTI?
Mosso da orgoglio, rinnovato entusiasmo e da un sentimento di rivalsa nei confronti delle avversitĂ , mi lancio in una lunghissima volata.
Le gambe rispondono, sono un po’ imballate ma ancora vogliose di faticare, e via tra i 4’30” ed i 4’45”!
Dopo 3 km di rincorsa disperata li vedo, laggiù in fondo. Chiara B davanti a fare l’elastico, Davide che come un metronomo viaggia preciso e costante sul suo ritmo.
Accelero, mi avvicino e comincio a chiamarli. Niente, ancora troppo lontani, non mi sentono.
Accelero ancora, ma mi rendo conto che se vado avanti così tra poco “scoppio” e non li prendo più. Grido, li chiamo di nuovo.
Tengo duro, soffro. Ma è tutta un’altra cosa: questa è una sofferenza sana, perfino piacevole. Tiro fuori un Chiiaaraa intorno ai 120 decibel e finalmente si girano. Davide mi vede, invertono la marcia e mi vengono incontro.
A questo punto posso rallentare e tornare sui ritmi del lento, prendo fiato, e quando li raggiungo sono tutto tronfio e gongolante. Pancia in dentro, petto in fuori e sguardo fiero, manco fossi Rambo appena rientrato da una missione. Se fossi un pavone avrei la ruota tutta aperta.
Corriamo gli ultimi 2km insieme, e poiché tra di noi c’è una rappresentante del gentil sesso, io spiego la causa del mio pit stop in termini tecnico/scientifici (devo aver detto una roba del tipo “ho avuto un attacco di squaggione a spray”).
Completiamo il giro, ora l’adrenalina è finita e tutta la fatica si fa sentire, sono bollito.
Davide si ferma come me, Chiara B che fa? Dichiara di voler continuare per arrivare alla soglia psicologica dei 30km!! La ruota del pavone si chiude, e la coda torna tra le gambe.
Secondo me la B sta per Bikila….
E’ sempre un bel giro, sicuramente da rifare. Spero in tanti
Maurizio
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marcello
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- Iscritto il: 25 set 2008, 10:36
- LocalitĂ : Lecce
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
BRAVO PER TUTTO !!! e complimenti alla pink !
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POD4PASSION
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- Iscritto il: 29 ago 2007, 16:01
- LocalitĂ : GESSATE (MI)
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Cio che si ama non si possiede.
lentamente.....ma inesorabilmente
La verità null'altro è che il proprio punto di vista
lentamente.....ma inesorabilmente
La verità null'altro è che il proprio punto di vista
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marcj 335
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- Iscritto il: 5 nov 2008, 10:29
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ingpeo
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- Iscritto il: 29 feb 2008, 19:37
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Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Grande!! Bellissimo racconto che mi ha fatto proprio ridere e complimenti per la tenacia "nonostante tutto"
Scrivi proprio bene!
Un bravi generale a tutti per l'allenamento
Scrivi proprio bene!
Un bravi generale a tutti per l'allenamento
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corri
- Ultramaratoneta
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- Iscritto il: 9 mag 2009, 14:41
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Bellissimo racconto , conoscendo il posto poi mi sono proprio immedesimata .....
La prossima volta voglio esserci anche io !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La prossima volta voglio esserci anche io !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Se lo sogni , lo puoi fare
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rogeraccio
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- Iscritto il: 23 feb 2009, 10:42
- LocalitĂ : Trento
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Secondo me per un po' di giorni non ti conviene passare in zona, o al massimo quando vedi la catasta di legna fai il giro largocorri ha scritto:Bellissimo racconto , conoscendo il posto poi mi sono proprio immedesimata .....
La prossima volta voglio esserci anche io !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
![]()
@ Randagio:
PB 21,097 km: 1h 36' 13" (Trento Half Marathon 2016)
PB 30 km: 2h 30' 25" (passaggio Sevilla Marathon 2017)
PB 42,195 km: 3h 38' 14" (Firenze Marathon 2016)
PB 6h: 60,972 km (6 ore Alto Adige Suedtirol 2017)
PB 30 km: 2h 30' 25" (passaggio Sevilla Marathon 2017)
PB 42,195 km: 3h 38' 14" (Firenze Marathon 2016)
PB 6h: 60,972 km (6 ore Alto Adige Suedtirol 2017)
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rannerbuenu
- Maratoneta
- Messaggi: 419
- Iscritto il: 15 ott 2009, 12:14
- LocalitĂ : monteroni di lecce
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Grande Randagio...

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MARCO 'The Runner'
- Guru
- Messaggi: 3813
- Iscritto il: 16 nov 2008, 17:33
- LocalitĂ : Sesto San Giovanni (MI) - Zona: Rondo', Isola del Bosco.
Re: CRONACA SEMISERIA DI UN LUNGO TRAGICOMICO
Mi sa che per boschi meglio non andarci piu'
comunque un complimenti dallo Scatenato te lo sei meritato. 
IL CAPITANO SCATENATO CORRE OGNI GIORNO E SI LEVA IL MEDICO DI TORNO ! CIAO SUPER PAOLO !
http://www.loscatenatosportivopercaso.blogspot.com 
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